venerdì 11 maggio 2007

Family day

"Chiediamo al Parlamento di attivare - da subito - un progetto organico e incisivo di politiche sociali in favore della famiglia." Condivido queste parole, tratte dal manifesto "Più famiglia" che è la base della mobilitazione del Family Day. Sono cose che penso e dico da anni, insieme a molti altri, fra cui anche gli amici dell'associazione familiare di cui faccio parte e che è fra i promotori della manifestazione. Da anni, con risultati scarsi o nulli.

Adesso però tante associazioni cattoliche sentono il bisogno di mobilitarsi. Sarà forse perchè in realtà quel che si vuole impedire è l'approvazione dei DiCo?

Risposta diplomatica: ma no, non è per quello, in fondo la piazza di domani chiede solo più sostegno per la famiglia, ci rafforza nelle nostre convinzioni e nella necessità di aiutare di più la famiglia.

Risposta onesta: esatto, è proprio per quello. Inutile far finta di niente, non è una manifestazione principalmente pro-famiglia, è una manifestazione innanzitutto anti-DiCo: "le esperienze di convivenza non necessitano di un riconoscimento pubblico che porterebbe inevitabilmente a istituzionalizzare diversi e inaccettabili modelli di famiglia".

Quindi, se siamo onesti, dobbiamo fare i conti con l'ispirazione del Family Day. Forse molti di quelli che ci andranno lo faranno con motivazioni diverse, ma resta il fatto che nell'ispirazione di chi ha promosso l'iniziativa la battaglia contro i DiCo non è un aspetto marginale, ma centrale. E quindi non serve glissare, far finta di niente, cercare di mascherare e ricucire lo strappo. Dobbiamo farci i conti, invece.

Quindi io lo dico: non sono d'accordo. Perchè così si promuove un'impostazione difensiva e di arroccamento: la famiglia tradizionale difende le sue prerogative, che a parte il riconoscimento giuridico non si capisce poi quali siano. E la difesa della famiglia rischia di diventare semplicemente un no ai DiCo.

Invece, bisognerebbe tenere insieme le due cose.
Da un lato il riconoscimento di forme di tutela per le convivenze di altro tipo, proposte peraltro nei DiCo senza nessuna equiparazione che sarebbe sbagliata e fonte di confusione.
Dall'altro sottolineare che la famiglia, in crisi da mille punti di vista, va davvero aiutata con iniziative concrete: sgravi fiscali, agevolazioni, servizi, sussidi, in particolare a favore delle famiglie con figli, e così via.
Insomma, servirebbe fare una battaglia "per" e non una battaglia "contro".

Come avrebbe reagito la classe politica se milioni di persone si fossero mobilitate per dire che non era sufficiente solo fare i DiCo ma che serviva anche uno sforzo straordinario a favore della famiglia (sì, quella costituzionale)? L'unica risposta poteva essere quella di mettere mano a politiche concrete a favore della famiglia.

In questo modo invece, molti si riempiranno la bocca dicendo che difendono la famiglia semplicemente opponendosi ai DiCo, e senza bisogno di fare nulla di concreto. E gli altri rischieranno di passare per anti-famiglia solo per aver considerato anche i diritti di altre forme di convivenza, a prescindere dal loro impegno sul terreno della concretezza.

Si poteva fare di meglio? Altroché!

6 commenti:

effebi ha detto...

In Spagna i cattolici sono più cattolici di noi e i laici più laici di noi.

In Italia siamo famosi per cercare la trasversalità d'intese producendo da sempre robetta fatta per piacere a tutti che alla fine non piace a nessuno.

In Argentina convivono pacificamente comunità autoctone, di ebrei ortodossi (scappati dalla WWII), di immigrati tedeschi (scappati alla fine della WWII), di musulmani e di cristiani.

A me più che un appartamento abitato da marito e moglie, da due nonni, da due studentesselavoratrici, da due omosessuali debosciati o da un transessuale e un frate francescano fanno paura i prezzi degli appartamenti, che nessuno di loro potrà permettersi di abitare.

Riuscire a costruirsi una vita e una famiglia è un obbiettivo andato perso di questi tempi (come dice Concita de Gregorio, chi ha tanti figli oggi o è molto ricco, o molto povero, o molto cattolico), a prescindere da come si abbia in mente di costruirsela.

Mi sembra molto più pragmatico e molto più grave questo problema. Infatti è assai più facile disquisire sulla moralità comune, snaturando l'essenza di PACS, DICO et similia (che sono strumenti puramente burocratici) in natura di dietrologie sordide sulle loro implicazioni metafisiche.

Danilo Masotti ha detto...

Nel contesto italico l'interessante dibattito sta diventando un muro contro muro tra fanatici cattolici e fanatici laici.
Risultato: scontento da entrambe le parti.

Unknown ha detto...

Condivido la posizione di effebi e rilancio: se non si risolverà in primis il problema dell'ingresso nel mercato del lavoro dei giovani e il problema dei prezzi degli affitti/case, tutti gli altri discorsi finiranno per essere aria fritta.

In Francia se non sbaglio, lo stipendio minimo garantito è intorno ai 1300 euro al mese: in Italia lo stipendio minimo garantito sono i 30 euro al giorno -in nero- di chi raccoglie i pomodori in Puglia o di chi salta da un cantiere all'altro rischiando la vita.

No, così non faremo figli e non andremo molto lontani... i Rossi, Bianchi e Verdi si estingueranno in 3 o 4 generazioni.

(ebbene sì... mi lagno! :-))

FEDE ha detto...

sono d'accordo con lei ass.
tutti parlano di famiglia poi però si spende tutto in pensioni. gli anziani difendono la famiglia tradizionale ma non si stracciano le vesti i giovani non possono uscire di casa prima di 40 anni. bel futuro ha l'italia.
mello
www.generazioneblog.it

Marco Poli ha detto...

Insomma, servirebbe fare una battaglia "per" e non una battaglia "contro".

Magari. Ma siamo in italia e la somma algebrica di due forze quasi equivalenti è praticamente lo zero.
Con lo "zero" evolutivo, parecchie persone ci mangiano.
Noi cittadini stringiamo la cinghia.

Non sono d'accordo con Maso che fa di tutta l'erba un fascio, e sono pessimista : in questo paese l'ingombro della chiesa sulla vita pubblica è superiore a qualsiasi altro (v. la cattolica Spagna) e questo di per sè snatura ogni ragionamento razionale sui problemi.
E' un dato di fatto.

Luca ha detto...

Ma perchè non fare il Family day il 15 dicembre in piena discussione della Legge Finanziaria quando si decide dove mettere i soldini e su quali servizi..? Perchè la condivisibile idea di pensare alla famiglia come una soggettività e non solo come un insieme di individui (cosa in cui l'Italia è indietro rispetto ad altri Paesi europei come la Francia), perchè immaginare servizi (quoziente familiare nella tassazione ad esempio) a lei dedicati dovrebbe essere in contrasto con l'approvazione di una legge che garantisce diritti di civiltà per i conviventi come, ad esempio, il diritto ad assistere un congiunto malato? Sono solo alcune delle domande irrisole dalla manifestazione di sabato.
At' salut Assessore..