giovedì 8 marzo 2012

L'importanza del confronto partecipato (anche per il Passante Nord)

Nella vicenda della TAV Torino-Lione uno degli aspetti che più mi colpisce è la querelle sulla mancanza di dialogo. Da un lato i NoTav lamentano che non ci sia mai stato confronto sul merito, dall'altra si risponde che invece c'è stato, è durato anni ed ha portato varie modifiche al progetto ferroviario. Possibile che le percezioni siano così distanti? Possibile che vi sia stato un iter che alcuni hanno visto come di discussione e confronto e da cui altri sono stati (o si sono sentiti) esclusi? Non lo so, ma nel dubbio mi pare un'ottima idea quella del governo di rivedere il percorso autorizzativo delle grandi opere con un esplicito percorso di partecipazione.
In attesa che la nuova normativa venga varata, vale la pena di usare il buon senso per evitare che si creino le premesse di altre situazioni di "dialogo fra sordi". Una vicenda che vorrei a questo proposito sommessamente ricordare, perchè temo che si corra qualche rischio, è quella del Passante Nord. Questione ampiamente dibattuta diversi anni fa, giungendo infine all'approvazione di uno schema che aveva come punti cardinali la banalizzazione del tratto autostradale interno alla tangenziale (così da avere una tangenziale a cinque corsie almeno) e il tracciato che tagliava la pianura bolognese lungo l'attuale trasversale di pianura. Non fu una decisione indolore, non tutti erano d'accordo e si formarono comitati contrari, ma un percorso di discussione fu fatto e la decisione che fu presa aveva queste caratteristiche.
E' passato molto tempo da allora, e ogni tanto si leggono sui giornali titoli come "via libera al passante nord" quando un ministro conferma la priorità dell'opera o essa compare in qualche elenco di interventi da finanziare. Prima o poi si arriverà al dunque, e quando accadrà si potrà obiettare che sarà passato un decennio da quando se ne discusse, ma non credo che sia questo il rischio principale. Infatti, fra le righe si è capito che il progetto in fase di elaborazione potrebbe discostarsi in modo significativo da quanto deciso a suo tempo: che si pensa di ridurre la lunghezza del tracciato, il che geometricamente significherebbe tagliare la pianura su un asse diverso dall'attuale trasversale e più vicino alla città; e la banalizzazione non sarebbe più certa, che significherebbe dire addio all'idea di una tangenziale a cinque corsie.
Ma intanto tutto tace e il titolo non cambia, resta sempre "Passante Nord". Che succederà quando verrà presentato il progetto elaborato? Si dirà che è tardi per riparlarne e che si rischia di perdere i fondi? Si forzerà per procedere con un progetto che dell'opera a suo tempo discussa conserverebbe praticamente solo il titolo? O si comincerà a discuterne da capo? Alcuni sindaci hanno opportunamente segnalato che se il progetto cambiasse in modo così radicale occorrerebbe ridiscuterlo, e io sono d'accordo. Ma siamo sicuri che sia un bene questo silenzio che sta durando ormai anni? Non sarebbe meglio un monitoraggio più continuo dell'evoluzione del progetto? E meglio ancora non sarebbe prevedere un percorso che mantenga viva e costante la partecipazione? Magari i miei sono solo timori infondati, ma se così non fosse penso che sarebbe meglio pensarci prima che dopo...