lunedì 20 agosto 2007

Feste, egemonie e scelte per il PD

Cambiare o no il nome alle Feste dell’Unità? All’inizio pensavo che la riedizione di questa polemica fosse un modo per riempire i giornali d’agosto, ma mi sbagliavo. In realtà chi chiede di cambiare il nome alla festa intende paventare il rischio di una egemonia DS sul PD. In questo senso dunque il tema è più ampio ma anche più locale a regioni come la nostra a forte radicamento diessino.

Sulla questione specifica ho già detto che la scelta del nome dovrà farla il PD, e che trovo sbagliato farne il tema di un braccio di ferro fra DS e Margherita. Se proprio se ne volesse parlare ora, mi piacerebbe sentire più generosità, con diellini disposti a confermare il nome e diessini disposti a cambiarlo.

Ma è chiaro che se invece si parla del nome della festa per alludere ad altro, e si imposta la discussione come uno scontro per l’egemonia, si rischia di leggere sui giornali quello che stiamo leggendo, con Sposetti che parla di museruole e Andreatta che accusa la Margherita di tacere per convenienza. Nel prendere atto che si è persa una ulteriore occasione per un confronto costruttivo sul PD, sul tema della supposta egemonia e delle supposte convenienze voglio dire tre cose.

1 – Ho fatto in prima linea la battaglia per la costruzione dell’Ulivo-PD, anche quando altri coltivavano legittimamente altre opzioni. Oggi che il PD sta finalmente concretizzandosi vorrei dire una cosa a coloro che magari erano scettici ma si sono convinti ed oggi stanno lavorando per questa casa comune: grazie! Quello che per anni è stato il sogno di alcuni oggi è il progetto comune, mi sembra più importante sottolinearlo con forza piuttosto che mettersi a dare pagelle e a dire che anche il nuovo partito non va poi così bene. Anche in questo ragionamento sta la mia scelta di sostenere Walter Veltroni, piuttosto che candidature che da un punto di vista identitario mi sarebbero state magari più vicine. Né reputo casuale che sia Walter Veltroni che Dario Franceschini siano figure che meglio di altri sanno parlare oltre le appartenenze pregresse.

2 – Adesso che abbiamo il PD, si tratta di dargli corpo e contenuti, e non ci si può accontentare che sia una somma sintetica decisa da qualcuno per tutti. Ma qui bisogna entrare nel merito, non bastano le etichette. Non possiamo cavarcela dicendo che uno va bene o non va bene perché è stato segretario, come non è automatico che chi ha avuto importanti ruoli istituzionali o nomine politiche possa tranquillamente appropriarsi dell’etichetta di rappresentante della società civile, e così via. Occorre avere il coraggio di entrare nel merito, di giudicare le opzioni in campo, di evitare di fare di tutte le erbe un fascio.
Dico la mia: ci sono processi di rinnovamento faticosamente avviati e che ora meritano di trovare spazio nel PD e io vedo la candidatura di Salvatore Caronna come parte di questo processo. Per dirla ancora più chiara, credo che rispetto al bisogno di rinnovamento della classe dirigente del PD, Caronna faccia parte della cura e non della malattia. Per questo lo sosterrò per la segreteria regionale. Se così non fosse stato, mi sarei dato da fare per sostenere una candidatura alternativa. Senza farmi condizionare né in un senso né nell’altro dal moloch della presunta egemonia diessina.

3 – La battaglia per le regole e i nomi da dare alle cose è importante, ma non potrà continuare all’infinito. Per il 14 ottobre ci sarà “una testa un voto”, è un bel risultato, va benissimo: ma ora è vero e bisogna pedalare. Così, pensare di esorcizzare il pericolo di un’egemonia cambiando il nome alla festa non mi pare una risposta adeguata: è evidente che si potrebbe tranquillamente cambiare nome e comunque vedersi concretizzare una egemonia diessina, o viceversa tenere il vecchio nome ma come patrimonio di un vero rimescolamento. In ogni caso, se si vuole mescolare davvero e magari anche trovare un nome che vada bene a tutti, temo che non ci si possa esimere dal fare i tortellini insieme per poter poi discutere non solo del nome della festa ma anche di tante altre cose. Come al solito, capita che sul territorio siano più avanti, come in quel paese della bassa dove da anni i volontari dei DS e della Margherita vanno insieme a lavorare ad entrambe le feste dei due partiti, all’insegna del siamo insieme nell’Ulivo ed insieme si vince o si perde. E adesso che c’è il PD, dovremmo fare anche di più

martedì 14 agosto 2007

Lobby e regole, debolezze, informazione

Un mesetto fa mi è capitato di essere invitato a parlare di un argomento un po' inconsueto. Il titolo era: "Lobby: pressione indebita o legittima difesa degli interessi?". Durante il convegno la tesi prevalente, che in questi termini condivido, era che l'attività di rappresentanza degli interessi è meglio che avvenga in modo trasparente e regolamentato, e non che sia costretta a scegliere fra non esserci (impossibile) ed esserci in modo sotterraneo (appunto).
In quell'occasione mi sono un po' scatenato su alcuni concetti a me cari, peraltro rilevanti anche nel contesto del discorso sulle lobbies.

Primo: finché rimarrà un così ampio divario fra le regole e la loro applicazione, non potremo dirci una nazione civile. In Italia si continuano a fare norme (troppo) rigide per poi applicarle solo approssimativamente.
Anche volendo trascurare i comportamenti formalmente non a norma ma in pratica diffusissimi e tollerati (chi usa sempre le cinture di sicurezza sul sedile posteriore?), siamo pieni di esempi in cui la legislazione in pratica dice al cittadino: fregami pure, ma entro certi limiti. Questo è il senso di fondo degli accertamenti fiscali (se dichiari sotto una certa soglia vieni rivoltato come un calzino, ma se stai sopra sei abbastanza tranquillo), degli estimi catastali (la legge dice che se dichiari in compravendita un valore non inferiore alla stima ufficiale, sei esentato da controlli), e del combinato disposto fra le leggi anti-pirateria (ispirate alla filosofia che vediamo negli spot nei cinema: copiare è come rubare) ed il fatto che sui supporti vergini siamo costretti a pagare un sovrapprezzo alla SIAE per i diritti d'autore (nell'ipotesi che se uno compra un CD vuoto, sicuramente ci copierà sopra qualcosa illegalmente).
Civiltà è il contrario: regole chiare ed anche meno inutilmente roboanti e poi una serena loro applicazione.

Secondo: sblocchiamo il gioco al ribasso, per cui tutti frenano sulle riforme. Gli interessi di parte si mobilitano sempre e comunque per difendere i propri privilegi, mai per chiedere maggiori diritti che spesso sarebbero dovuti ma che vanno a toccare privilegi di altre categorie.
Se ognuno gioca in difesa, alla fine vince la conservazione. E l'Italia è un paese destinato al declino, se non sarà capace di cambiare. Perché si finisce di fare la somma di tante debolezze: non di forze, perché le forze implicano dinamismo e capacità di cambiare, alla ricerca di un migliore punto di equilibrio. Sono contento che questo tema sia quantomeno evocato sia dal governo che nel percorso costituente del PD.

Terzo: in tutto questo quadro, abbiamo bisogno di comunicare il merito delle cose e non restare semplicemente ancorati all'immagine che ci viene restituita da mezzi di informazione che sono parte non disinteressata del gioco politico ed economico; e che non solo tendono a usare pesi e misure molto diversi a seconda delle convenienze, ma soprattutto spesso rinunciano ad informare il lettore del reale merito delle questioni. Su questo non chiedetemi degli esempi, perchè potrei averne un po' troppi da citare...

venerdì 10 agosto 2007

Degrado in via Stalingrado...

Appellarsi al senso civico dei cittadini non è certo l'unica strada per combattere il degrado (e per questo siamo tutti impegnati in diverse direzioni) ma è importante: se ognuno di noi ci mettesse un pò di senso civico in più, la nostra città sarebbe migliore.

Per questo occorre ricordare che non si imbrattano i muri, la carta non si butta per terra, le cacche dei cani vanno raccolte e così via. Fra i tanti fenomeni che sarebbe meglio evitare c'è quello di usare i pali della luce e dei semafori per attaccarci avvisi di vario genere.

Conosco persone che lo fanno per annunciare il matrimonio di un amico, ma che finita la cerimonia passano a staccare i cartelli: sarebbe meglio non farlo in assoluto, ma almeno loro hanno il buon gusto di passare a ripulire.

Bisognerebbe ricordarlo anche a chi ha seminato di avvisi via Stalingrado, e poi li ha lasciati lì a deteriorarsi sui pali della luce e dei semafori. Per usare parole dell'on. Fini, mi sentirei di dire che in effetti "occorre bonificare certe zone della città". Giusto?

mercoledì 8 agosto 2007

Comunicare in agosto? Meglio di no...

E' agosto, le notizie scarseggiano, se sei l'unico assessore in sede capita che i giornalisti ti facciano domande su tutto o quasi. Ieri ho risposto ad alcune domande. L'ho fatto in punta di forchetta, per così dire. Non è bastato. Quel che oggi è scritto sui giornali ha solo una vaga somiglianza con quel che ho detto. Sono stufo della tattica per cui un pensiero esposto in modo riflessivo e dialogante diventa un proclama, che poi viene sbattuto in testa ad interlocutori vari che non so se non aspettano altro che rilanciare ancora o se sono sottoposti anche loro allo stesso trattamento.

Comunque non voglio prendermela con nessuno. Ho sbagliato io, la prossima volta starò zitto.

Primo caso, la richiesta di cabine blindate per gli autisti dei bus. Ho risposto che il tema non è di mia competenza, e inoltre non conoscevo nel dettaglio la questione. Quindi, specificando che davo un parere personale ed in senso generale, ho detto che spesso in tema di sicurezza si possono ottenere risultati migliori utilizzando tecnologie "leggere" come sensori e dispositivi di controllo che non "pesanti" come blindature e catenacci, unitamente a procedure di pronto intervento e di sicurezza.

Ho aggiunto che l'introduzione di dispositivi di sicurezza non può essere sostitutivo della costruzione di un clima di coesione sociale e solidarietà che disincentivi i malintenzionati, che in ogni caso è sempre possibile che una persona fuori controllo possa creare problemi, e che sul tema occorre tenere conto della sicurezza non solo degli autisti ma anche dei passeggeri. Ho concluso dicendo che comunque era bene che sul tema ci fosse un confronto ed un approfondimento, in cui tutti è bene si facciano carico dei diversi punti di vista.

Lascio giudicare a chi legge se il mio pensiero è stato riportato correttamente da frasi come: "Atc, no del Comune alle cabine blindate", "Nonostante le cabine chiuse siano in cima ai desiderata degli autisti Atc, l'assessore Paruolo non esita a demolirle", "Il Comune boccia le cabine chiuse per migliorare la sicurezza degli autisti".

Secondo caso, ci sono segnalazioni di zanzare tigre in città. Rispondo dicendo che è tipico del periodo feriale che da parte di privati si sospenda il trattamento larvicida, e quindi esplodono piccoli focolai contro cui possiamo intervenire solo a posteriori. E concludo con un appello a non sospendere i trattamenti, perchè le zanzare non vanno in vacanza. Rispetto alle segnalazioni di zanzare, fornisco anche i numeri delle segnalazioni ricevute dagli uffici comunali.

Ad ieri, a fronte di 168 segnalazioni di cittadini (16 Borgo Panigale, 31 Navile, 12 Porto, 13 Reno, 12 San Donato, 19 San Vitale, 30 Santo Stefano, 13 Saragozza, 22 Savena) sono stati eseguiti 50 sopralluoghi dalla AUSL, 63 sopralluoghi dalla Polizia Municipale, 54 interventi della ditta che ha l'appalto dei trattamenti nelle aree comunali, 24 interventi da parte di settori comunali, 9 interventi da parte di altri enti su richiesta del Comune.

Spero sia chiaro, tutto questo è parte del servizio che il Comune garantisce ai cittadini. Mi sembra che i numeri dimostrino che a segnalazione corrisponde intervento. Ho molte mail di cittadini che dopo aver segnalato e ricevuto risposta, ringraziano dell'efficienza.

Cosa diventano questi numeri sui giornali di oggi? "Troppe zanzare, pioggia di proteste sul Comune", "Parecchi bolognesi, 168 per la precisione, puntano il dito contro Palazzo d'Accursio".

No comment.

martedì 7 agosto 2007

Le auto inquinanti dei vigili urbani

Sul caso, sollevato dal Corriere, del parco auto largamente non a norma Euro 4 della Polizia Municipale di Bologna, sono stato interpellato ed ho risposto quanto segue.

1. Occorre un piano di ammodernamento delle auto non solo dei vigili ma di tutta l'amministrazione comunale che porti ad avere tutto il parco auto a norma.

2. Il comune obiettivo di auto circolanti in regola con le migliori norme anti-inquinamento va perseguito con la necessaria gradualità ed attenzione alle specificità dei diversi comparti. Il fatto che ci siano regole specifiche per i privati diverse da quelle per i veicoli commerciali e quelle relative ai mezzi di servizio è giusto, purchè naturalmente sia evidente che con modalità diverse si tende però ad un unico fine.

3. Alla domanda se ci sono problemi finanziari a procedere al rinnovo del parco auto ho risposto che non conosco gli importi necessari nè le disponibilità di bilancio, ma che indubbiamente è ragionevole tenere in considerazione anche questi parametri nel mettere a punto il piano di adeguamento di cui sopra.

Non so se dall'articolo dell'altro giorno si capiva bene il mio pensiero. Mi piacerebbe solo sapere se chi oggi si prende la briga di rispondermi in modo un po' sbrigativo non è davvero d'accordo su quel che ho veramente detto sul tema, e nel caso perchè...

giovedì 2 agosto 2007

Noiosi

Bologna, 2 agosto: come ogni anno si ricordano le vittime della strage alla stazione (e tutte le altre vittime del terrorismo) con una manifestazione in cui il popolo e le istituzioni si stringono attorno ai familiari delle vittime. Non è solo celebrazione, ma certo memoria. E' anche l'occasione per fare il punto sull'accertamento della verità.

In questo contesto, c'è chi testardamente cerca di cogliere l'occasione per contestare, cosa sbagliata e scorretta anche quando ci fossero motivi seri ed urgenti per cui manifestare. Nel caso specifico poi, i fischi al ministro Damiano sono stati una cosa veramente ridicola. Se non fosse che i problemi d'identità sottesi da quei comportamenti rischiamo poi di pagarli tutti, mi verrebbe da definirli davvero soltanto così: noiosi.