domenica 29 dicembre 2013

Il merito oppure il declino

ilvalitpostelMentre stiamo per archiviare il 2013 e la pausa natalizia ci regala anche un respiro per riflettere, il mio pensiero in vista del 2014 va al merito, parola spesso abusata o dimenticata. Merito significa merito delle persone, dunque capacità di valutare competenze ed attitudini, ma anche e soprattutto merito delle questioni, vale a dire essere in grado di andare alla sostanza dei problemi senza fermarsi a livello superficiale.
Se peschiamo fra le notizie di questi giorni, troviamo gli insulti via rete all'universitaria bolognese affetta da malattie rare che ha espresso parole di apprezzamento per la ricerca medica che si avvale di sperimentazioni sugli animali. Insulti ed auguri di morte da condannare, ma non è un bel segno nemmeno che il dibattito sia polarizzato sugli insulti e sulle posizioni estreme, e non (come sarebbe invece opportuno) sui confini che è opportuno definire per le sperimentazioni che si avvalgano di animali. Inoltre troviamo gli aggiornamenti sul metodo Stamina, dove da un lato escono notizie che ne proverebbero l'assoluta inutilità e dall'altro si risponde con l'assoluta certezza che sia una cura risolutiva, gli insulti in questo caso se li beccano i giornalisti. Ma anche qui il lettore capisce solo che ci sono opinioni fieramente contrapposte, senza punti di riferimento né terreno di confronto.
In entrambi gli esempi il dibattito dovrebbe in primis riguardare la comunità scientifica, chiamata a fornire elementi di giudizio ai decisori politici e alla comunità civile. Invece assistiamo ad una degenerazione, il confronto irrisolto diventa conflitto che dilaga sui media e fra le persone, diventa una guerra senza esclusione di colpi che di scientifico non conserva più nemmeno l'apparenza. Così si arriva a minacce ed insulti fra contendenti tutti convinti di essere "dalla parte della verità", dando la sensazione che possa prevalere solo chi urla più forte o fa maggiori proseliti, con tanti saluti al merito delle questioni.
Casi isolati? Macché! Non possiamo dimenticarci altri casi controversi nel campo della medicina, oppure le polemiche sull'elettrosmog supportate da scienziati che ancora paiono divisi fra chi lancia allarmi anche su cose probabilmente innocue e chi invece considera innocue anche cose che è molto improbabile che lo siano. Casi diversi, ma accomunati dall'incapacità di imbastire un confronto capace di raggiungere conclusioni almeno minimamente condivise. Gli esempi purtroppo sono tantissimi.
Continuiamo così a vivere in un Paese in cui polemiche a volte risibili diventano casi nazionali, mentre restano sottotraccia clamorose enormità. C'è un evidente eccesso di reazione per questioni che non lo meritano e d'altra parte un fatalismo diffuso per cose su cui invece dovremmo effettivamente mobilitarci. In questo modo si continua ad ignorare il dramma dei rifiuti tossici e nocivi seppelliti fuori da ogni controllo (in Campania, ma non solo). Si intende far entrare Poste Italiane nel capitale di Alitalia – l'ennesima enorme fesseria in quella assurda vicenda – e tutto quel che succede è qualche battuta acida da parte di utenti arrabbiati per la coda negli uffici postale. Vicende come l'Ilva, Alitalia, Telecom Italia sono costellate di errori enormi in cui si sarebbe dovuto procedere a rottamazioni immediate dei politici responsabili, ma in Italia evidentemente la gravità dipende dal clamore apparente e non dalla sostanza.
Non accade sono nei casi di rilevanza nazionale, ma anche nelle vicende minori. Siamo purtroppo spesso testimoni dell'uso strumentale delle informazioni, della trasformazione di pagliuzze in travi e viceversa, della cialtroneria diffusa di chi prima prende impegni e poi ritratta senza neanche sentire bisogno di dare spiegazioni. Assistiamo a discussioni che non possono essere fatte perché sono premature, ma improvvisamente non si possono più fare perché ormai è troppo tardi per farle (sottotitolo: l'attimo fuggente).  Ascoltiamo la declinazione di criteri che cambiano ogni volta in funzione del risultato che si vuole ottenere, con parametri e variabili che si scambiano di posto a seconda delle convenienze.
Se denunciamo il rischio di declino, o anche peggio, dobbiamo anzitutto riconoscere l'enorme "emergenza merito" e metterla al centro dei nostri propositi per il 2014. Sapendo che non sarà semplice, perché quando vai sul merito delle questioni non ti fai sempre degli amici, anzi. Io ne so qualcosa, da ultimo, per esempio, sul Passante Nord. Ma se vogliamo #cambiareverso è proprio dal merito che dobbiamo (ri)cominciare.

lunedì 23 dicembre 2013

News del 23 dicembre 2013

20131223news
Cari tutti, prima di farvi i migliori auguri per le festività di fine anno, auspicando che siano ritempranti in vista di un buon 2014, alcuni aggiornamenti.

Matteo Renzi segretario del PD

L'esito delle primarie dell'8 dicembre ha dimostrato in modo evidente quanto sia forte la domanda di cambiamento fra i cittadini: ora Matteo Renzi è alla prova dei fatti nella sua nuova responsabilità, in bocca al lupo! A livello locale, con un 64,5% nel territorio bolognese, c'è stata una netta affermazione di Renzi fra gli elettori, a differenza che fra gli iscritti al partito dove poche settimane prima il risultato era stato completamente differente. In questo senso il PD di Bologna ha una sua peculiarità che accresce ancor di più l'importanza di "cambiare verso" e la nostra responsabilità nel promuovere un vero rinnovamento.

Cambiare verso

E' lo slogan di Matteo Renzi ma la necessità di cambiamento è riconosciuta da tutti (almeno a parole) e permeava tutte le mozioni congressuali. Ora, indipendente da quale candidato abbiamo sostenuto, siamo chiamati a mettere in pratica il cambiamento nei fatti. Cominciamo dal dimostrare coraggio della verità e attenzione al merito nelle scelte politiche che possono cambiare la vita ai cittadini.

Passante Nord

Un bell'esempio su cui mettere in pratica i nostri buoni propositi è la vicenda del Passante Nord che riassumo in questo post e che invito a leggere con la necessaria attenzione. Credo si capisca perché la promessa di alleggerimento del traffico e dell'inquinamento per la zona di Bologna attraversata dall'asse tangenziale-autostrada sia ormai priva di fondamento e il progetto talmente snaturato da avere ben poco senso. Non perdiamo ancora tempo in rinvii ed ultimatum sistematicamente disattesi, traiamo le conclusioni e ripartiamo.

Delibere in Regione

Nessun aumento della pressione fiscale e nessun taglio alla sanità, sostegno a lavoro, imprese e territorio nel bilancio regionale di previsione 2014. Recuperare il patrimonio esistente per limitare il consumo di suolo, promuovere nuove tecniche costruttive per diminuire i costi d'esercizio, no al degrado urbano, fra le linee guida della riforma della legge per l'edilizia residenziale pubblica. Prosegue la semplificazione con una legge per abrogare 80 norme superflue. Varata (finalmente) una delibera per l'obbligatorietà dei dispositivi di ancoraggio nei cantieri edili (linea di vita), fondamentale strumento per prevenire i rischi di caduta.
Concludo augurando a tutti voi un gran buon Natale e un felice anno nuovo!
Giuseppe

giovedì 19 dicembre 2013

No all’accanimento terapeutico sul Passante Nord

Nei giorni scorsi ho detto che sul Passante Nord siamo ormai all'accanimento terapeutico, e la cosa non è passata inosservata. Al di là di qualche blanda replica e di diversi apprezzamenti, c'è chi mi ha scritto per chiedere lumi o anche per lamentarsi della cancellazione di una speranza. Perché il Passante Nord è anche questo: una speranza di lavoro per aziende e lavoratori del comparto costruzioni, di superamento degli ingorghi in tangenziale e autostrada per gli automobilisti e di miglioramento dell'aria per i bolognesi che abitano nei pressi del semianello autostrada-tangenziale. Proprio perché mi pare ormai chiaro che queste speranze siano purtroppo vane, mi sono pronunciato per lo stop. Ma per spiegare bene il perché a chi non ha seguito tutte le puntate precedenti è opportuno che io riassuma i termini della questione e spieghi le ragioni per cui a mio avviso il PD dovrebbe scrivere rapidamente la parola "fine" su questa vicenda.
La cosa essenziale da comprendere è che da molti anni si parla di Passante Nord, ma in realtà ci si riferisce con questo stesso termine a due progetti che sono in effetti fra loro molto diversi: il primo è quello contenuto nel PTCP (il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale) e ripreso nei piani urbanistici di tutti i comuni interessati, il secondo è quello proposto dalla società Autostrade.
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Il primo progetto viene elaborato nei primi anni 2000 ed approvato nel 2004, ma in realtà realizza un'idea contenuta nella pianificazione provinciale da molti anni e che ha in Giuseppe Campos Venuti il principale ideatore. Come si capisce da primi due disegni in questo post (presi, come quelli successivi, da una presentazione di qualche tempo fa di Rudi Fallaci), l'obiettivo primario era infrastrutturare il territorio della pianura bolognese. Poi, quando ci si è posta la domanda su come dare respiro all'attuale percorso tangenziale-autostrada, scartate le ipotesi di raddoppio in sede e del passante sud sotto la collina, si è concepito il Passante Nord sia come percorso autostradale alternativo all'attuale che come realizzazione dell'infrastrutturazione territoriale da lungo tempo ipotizzata.
passante1994
Il punto di forza (e al tempo stesso di debolezza, come vedremo) del Passante Nord contenuto nel PTCP è proprio questo suo essere a servizio al territorio, realizzando un asse viario a lungo ipotizzato e finora mai pienamente realizzato. L'asse passa in mezzo fra la prima e la seconda cintura di comuni del territorio bolognese, seguendo in gran parte il percorso della trasversale di pianura (il che non vuol dire che non abbia un impatto pesante sul territorio, ma semplicemente che il tracciato – in verde nella figura successiva – è collocato nell'unico taglio della pianura in cui è ragionevole collocarlo). Inoltre il fatto di girare ben alla larga da Bologna evita il rischio di definire implicitamente un nuovo confine per l'espansione urbanistica della città, che invece ci correrebbe con un anello più vicino (come è stato in passato con l'attuale tangenziale).
Per "vestire" da passante autostradale questa infrastruttura viaria il progetto del PTCP mette alcuni punti fermi: tre corsie per senso di marcia (in modo da reggere la completa deviazione dell'attuale traffico autostradale di attraversamento), la totale banalizzazione dell'attuale percorso autostradale interno alla tangenziale (ossia diventa tutto tangenziale), una politica tariffaria volta a "costringere" gli automobilisti a percorrere il Passante, con un sovrapprezzo per chi fosse uscito dall'autostrada per percorrere la tangenziale, i cui proventi sarebbero stati destinati al Servizio Ferroviario Metropolitano.
passantePTCP
Dico queste cose non semplicemente perché ho studiato la pratica ma perché non solo io quel progetto lo votai ma mi ricordo bene le assemblee in tutti i comuni interessati per illustrare e discutere il progetto: in quelle assemblee ognuno dei punti che ho citato veniva presentato come assolutamente imprescindibile, insieme all'ampia fascia boscata che era prevista. Siccome abbiamo fatto delle promesse, a differenza di altri io penso che le promesse vadano rispettate: quei punti sono ancora imprescindibili.
Avendo ben chiaro che non si trattava semplicemente di una variante autostradale, nel 2004 si ipotizzava che ci fosse un forte contributo pubblico (50% dei 965 milioni totali stimati a quell'epoca) oltre alla gestione successiva per il vincitore del bando con cui assegnare i lavori. Questo avrebbe garantito che venisse realizzato quel progetto, ma poneva ombre sul successivo raccordo  con l'autostrada esistente: i dubbi riguardavano come convincere dopo Autostrade a cedere la tratta autostradale interna alla tangenziale, imponendo via politica tariffaria la deviazione del traffico di attraversamento lungo il nuovo percorso. L'idea implicita era che dopo averlo realizzato, Autostrade si sarebbe comunque fatta carico anche di quella tratta.
All'inizio del 2005 viene presentata all'Anas una proposta da parte di Pizzarotti-Eiffage, ma passano mesi e poi anni senza che arrivino i finanziamenti dal governo. Prima ministro è Lunardi, poi è Di Pietro che verso la fine del 2007 boccia il progetto di Pizzarotti, promette di finanziare direttamente il Passante ma poi la copertura salta e lì c'è la svolta: il progetto viene affidato (sempre via Anas) direttamente alla società Autostrade. Peccato che in quel passaggio non sia chiaro se sia legalmente possibile saltare una gara europea e affidare direttamente il progetto ad Autostrade. Lo dico meglio: può passare il Passante come variante fuori sede all'attuale percorso autostradale? Subito infatti partono ricorsi alla UE per violazione del regime di concorrenza da parte di chi è contrario al progetto. E parte in parallelo una trattativa fra governo italiano e UE per avere il via libera a questo affidamento, che verrà finalizzata dal successivo ministro Matteoli.
Fra il 2008 e il 2010 in effetti il tema si inabissa e arrivano sulla stampa informazioni altalenanti da cui si può dedurre che c'è in corso una profonda revisione del progetto di cui però nessuno parla esplicitamente. La UE nega l'ok, anzi sì, aspettate forse no, ecco il via libera, si fa festa. Ma 9 mesi dopo i festeggiamenti per l'agognato ok della UE, ad un convegno dei costruttori bolognesi del luglio 2010 l'AD di Autostrade spiega che il progetto del PCTP è stato bocciato dalla UE e che il Passante si potrà fare ma più corto. Quando, a distanza di anni, sono riuscito a leggere la famosa lettera della UE che dà il via libera, in effetti si capisce che c'è stato un carteggio precedente fra governo e UE, che un nuovo progetto è stato presentato e che l'ok della UE viene dato perché questo nuovo progetto (più corto) si configura come una variante fuori sede dell'attuale autostrada. Evidentemente il progetto del PTCP, troppo orientato ad una infrastruttazione del territorio, non è stato ritenuto che potesse passare come una semplice variante.
Ma in quel momento quale è il tracciato del progetto più corto? Non si sa. Cosa dicono i comuni interessati dal percorso? Niente, perché non ne sanno nulla. Di fatto si è continuato a parlare di Passante Nord per anni come se il progetto fosse rimasto sempre quello del PTCP, o forse no, ma che importa? Da quel luglio 2010 in poi la vicenda assume una venatura surreale. Viene annunciata nell'ottobre 2011 come imminente la firma dell'accordo fra Anas e Autostrade per il progetto definitivo. I sindaci dei comuni fanno trapelare qualche perplessità, ma non si sa su quale tracciato. Legambiente pubblica una cartina del passantino ma sul momento nessuna istituzione lo conferma e successivamente verrà smentito. Nel frattempo la crisi di governo fa slittare la firma dell'accordo, ma nei comunicati ufficiali questa viene confermata come imminente. Negli ultimi mesi del 2011 ci sono dunque fior di comunicati che annunciano che è tutto a posto e manca solo la firma per dare il via libera all'opera. Ma nessuno ha mai spiegato cosa stavano per firmare, visto che come vedremo solo ad agosto 2012 verrà presentato ufficialmente il tracciato del passantino.
Nella primavera del 2012 torno ad interessarmi del tema. Emergono le prime polemiche sul progetto corto, che però viene definito dall'assessore provinciale una "ipotesi inesistente". Anas si lamenta sui giornali che è Bologna che tiene bloccata la firma, perché nel novembre 2011 l'accordo era stato raggiunto (su quale tracciato?). A luglio 2012 per uscire dallo stallo le istituzioni firmano un'intesa (citando solo parzialmente la lettera della UE del luglio 2010) che dà mandato ad Autostrade di mettere a punto un progetto che tenga conto delle osservazioni della UE (due anni dopo), e in quattro e quattr'otto Autostrade fa tutta la progettazione e nell'agosto del 2012 viene presentato il tracciato corto del Passante (Passantino). Un balletto francamente imbarazzante per ufficializzare un progetto evidentemente sul tavolo da almeno due anni, con Autostrade che prima scrive nei documenti che il progetto è stato fatto in accordo con gli enti locali e poi smentisce se stessa (e Anas) dicendo che ha fatto tutto da sola senza mai parlarne con nessuno (complimenti). Il passantino è in rosso, mentre in blu è il tracciato del progetto del PTCP.
passantepassantino
Ufficializzato il passantino,  gli enti locali dicono no al tracciato e presentano una serie di proposte emendative in tempo utile per rispettare la data-ultimatum fissata nell'accordo del luglio 2012, che poneva come termine il novembre 2012. Ma anche stavolta, scaduto il termine passano i mesi e non succede più nulla. Nel frattempo mi vado a leggere uno studio di Autostrade sulla propria proposta e scopro alcune cose interessanti, e soprattutto che le stime sul traffico indicano che l'opera non allevierebbe i problemi di congestione sulla tangenziale. Riporto qui di seguito le conclusioni di quello studio (dicembre 2012):
In conclusione:
  • la A14 presenta attualmente nell'ora di punta livelli di servizio sostanzialmente adeguati;
  • la realizzazione del Passante, in virtù del quale si è conseguentemente ipotizzata la banalizzazione della A14 per alleggerire le attuali complanari, non comporta evidenti benefici sulle complanari stesse, il cui LOS passa da F a E, perdurando pertanto la situazione di criticità;
  • la soluzione "Passante + Banalizzazione" non contribuisce né a migliorare le condizioni di deflusso autostradale dell' A14 né a migliorare in maniera efficace le condizioni di deflusso sulle complanari; tale risultato può mettere in discussione la sostenibilità trasportistica dell'intervento.
  • i risultati registrati nello scenario progettuale in termini di attrattività del Passante e capacità di deviazione del traffico autostradale di attraversamento sono destinati ad essere disattesi nell'ipotesi di allontanamento del nuovo itinerario dal nodo urbano di Bologna.
Ora, se la stessa società Autostrade mette in dubbio l'utilità del proprio progetto forse qualche dubbio dovremmo mettercelo. Peraltro l'ultimo punto in modo chiaro afferma che se si si tornasse verso il tracciato del PTCP verrebbe meno la capacità di deviare il traffico autostradale di attraversamento. Ma siccome in questa storia non c'è nulla di lineare, ad aprile 2013 dopo l'ennesimo vertice a Roma si apprende che "Autostrade per l'Italia si è impegnata a presentare entro il prossimo mese di luglio 2013 il progetto preliminare dell'opera assumendo come riferimento il tracciato autostradale indicato dagli enti locali". E a luglio 2013 cosa è successo? Niente, naturalmente.
Prima di tirare le somme, occorre evidenziare perché il Passante corto è un progetto radicalmente diverso dal Passante del PTCP. Anzitutto non parte con l'idea di deviare tutto il traffico di attraversamento, ma solo una parte di esso: essenzialmente quello da e verso Padova, che naturalmente avrebbe solo vantaggi a girare largo. Coerentemente con ciò prevede due sole corsie per senso di marcia e non mette alcun sovrapedaggio per far fare il giro largo agli automobilisti in attraversamento. Su questo la controproposta degli enti locali (che si sono preoccupati essenzialmente del tracciato e del suo impatto sul territorio) non dice nulla. Poi c'è il tema della banalizzazione del tratto autostradale interno alla tangenziale, su cui Autostrade ha idee diverse. Rudi Fallaci in un incontro col forum sostenibile del PD di qualche mese fa (da cui ho preso le immagini di questo post) ha elencato impietosamente le caratteristiche del progetto del PTCP che il progetto corto di Autostrade non ha: a) potenziamento della tangenziale b) liberalizzazione del tratto della A13 c) infrastrutturazione della pianura all'altezza della trasversale e dell'Interporto d) sovrapedaggio pro SFM e) fascia boscata.
Come si vede il tracciato è un bel problema, ma non è certo l'unico. Vale la pena dunque costringere Autostrade a fare una cosa di cui nemmeno loro sono convinti? Io dico di no. Delle due forse sarebbe valsa la pena di forzarli a realizzare il progetto di Passante del PTCP, se solo non ce lo fossimo già giocato in trattative riservate con la UE negli anni scorsi. E ricordiamo che stiamo parlando di un impatto enorme per il territorio, di un grandissimo consumo di suolo agricolo, di 10 anni che sono passati (e forse sono cambiate delle cose), di una spada di Damocle sulla testa del nostro territorio da anni mentre la politica balbetta.
Io credo che il PD possa e debba prendersi la responsabilità di dire che è ora di porre fine a questo accanimento terapeutico. Spingere le istituzioni a fare un accordo perché i 1,4 miliardi accantonati da Autostrade possano essere investiti in altre opere strategiche per il nostro territorio, completando assi viari che da anni attendono di essere terminati (cito solo un esempio: la complanare nord da Ozzano a San Lazzaro, cancellata vergognosamente dall'ultimo accordo sul potenziamento della A14). Cominciamo da subito ad esaminare alternative per risolvere il problema di congestione della tangenziale, ma smettiamo di rimandare continuando a sperare in una soluzione che con evidenza non c'è più, e non da ieri. Nemmeno un'eventuale decisione di Autostrade di accettare le modifiche al tracciato proposte dagli enti locali (smentendo tutti i propri studi e la linea di condotta tenuta finora) potrebbe ripristinare il progetto del PTCP perché il progetto resterebbe comunque una cosa ben diversa. E, secondo i loro stessi studi, non risolverebbe il problema cui dovrebbe rispondere.
Chi il progetto del PCTP lo aveva concepito e ci aveva lavorato, ha già tirato le somme: Giuseppe Campos Venuti e Rudi Fallaci in un articolo del settembre 2012 spiegano perché il Passante Nord era tutt'altra cosa e concludono dicendo che "se non ci fossero le condizioni per realizzare l'opera come è stata concepita per essere utile al territorio, meglio non fare niente".
Ora tocca a noi decidere, e dobbiamo farlo col coraggio della verità: fine dei balletti e del periodo surreale, fine delle deleghe in bianco, fuori tutte le carte, torni in campo la politica, discutiamone nel PD ed assumiamo una posizione chiara di cui possiamo rendere conto ai nostri elettori.

sabato 14 dicembre 2013

Bologna #cambiaverso (mozioni ed emozioni)

ConRenziIl 64,5% ottenuto da Matteo Renzi a Bologna è un risultato straordinario, al punto che dirlo pare quasi ordinario. E' un risultato che vale anche più del 67,5% ottenuto su scala nazionale e di tante percentuali ottenute altrove e praticamente ovunque. Perché? Perché Bologna è Bologna.
Venti giorni prima fra gli iscritti Matteo Renzi aveva ottenuto il 35% (contro un 45,5% nazionale). Un risultato molto buono se solo si conoscesse il partito bolognese e si considerasse il punto di partenza, come avevo provato a spiegare a chi per mancanza di conoscenza o per propria convenienza parlava di un risultato bolognese scarso. Era invece un dato che faceva ben sperare per le primarie, come spiegavo ad interlocutori che scuotevano la testa e mi rispondevano che era impossibile che a Bologna Renzi potesse mai vincere. Ora che fra gli elettori abbiamo ottenuto 30 punti percentuali in più che fra gli iscritti, vincendo praticamente ovunque con percentuali che vanno dal 58% di Bologna città all'85% di Castiglione dei Pepoli, si saranno convinti? Speriamo.
Bologna #cambiaverso dunque, o per meglio dire anche a Bologna gli elettori vogliono che il PD cambi verso. Un desiderio chiaro e forte che ci deve accompagnare nell'azione, perché ora siamo chiamati a riuscirci davvero. Come ha detto Matteo "il bello deve ancora venire": a lui tocca farlo a livello nazionale, a noi qui a livello locale.
La specificità di Bologna è raccontata dai numeri di questo congresso: oltre quelli già citati del largo consenso a Renzi, c'è il 52% fra gli iscritti della mozione Cuperlo contro il 18,6% fra gli elettori, e il 16,8% di Civati (11,9% fra gli iscritti). In città il divario è ancora più forte: 3 iscritti su 5 ma solo 1 elettore su 5 per Cuperlo, perché fra gli elettori 3 su 5 hanno votato Renzi.  Numeri che raccontano di una situazione complicata dalla distanza fra iscritti ed elettori e con un congresso provinciale appena concluso basato solo sugli iscritti. Una fotografia mossa, perché la situazione è in movimento: se confrontiamo i risultati delle primarie dell'anno scorso con quelle di quest'anno, si coglie un cambiamento di cui un po' tutti avevano colto il segno ma pochi o nessuno la portata.
Prima di rimboccarci le maniche e provare a incardinare il #cambiaverso nella concretezza delle politiche e delle scelte (sono soprattutto quelle che interessano agli elettori che sono venuti a votare alle primarie) vorrei fare un respiro (avete presente un respiro profondo immerso nella nebbia di queste notti qua nella bassa?), chiudere gli occhi e fissare nella memoria i volti, le storie, gli incontri, le mozioni & le emozioni di questa campagna congressuale.
Chiudo gli occhi allora e vedo le persone che ho incontrato a Marzabotto, Zola Predosa, Castel Maggiore, Crevalcore, Budrio, Malalbergo, Castiglione dei Pepoli, Bentivoglio, San Lazzaro, Argelato, Galliera, Sasso Marconi,  Granarolo,  Casalecchio, Castenaso, Medicina, Vergato e a Bologna nei circoli Mazzini, Galvani, Colli, Bolognina, Pontevecchio, San Vitale (Imbeni),  San Donato, Murri, Trentin Ghandi (Navile), e nei luoghi che in questo momento mi stanno sfuggendo. Penso ai sostenitori di Renzi entusiasti e a quelli pensosi, a quelli "cuor di leone" e a quelli "lo dico a te ma non dirlo in giro", a quelli nel PD da sempre e quelli nel PD da ieri. Penso ai tanti giovani che si sono attivati e all'opportunità di valorizzarli ma anche al dovere di aiutarli a crescere senza che si brucino. Penso all'amalgama fra falchi e colombe e fra renziani delle varie ore, penso alla rete che abbiamo messo in piedi che certo non deve essere una corrente come le altre ma che non ci sogniamo di smantellare, ed anzi al tanto lavoro ancora da fare. Ho negli occhi le persone impegnate sul territorio, nei circoli e nei comitati, quelli che hanno fatto il lavoro di coordinamento, l'individuazione dei presentatori della mozione nei circoli e i ragazzi al circolo Murri, poi dopo le convenzioni tutti allo "svoltone" a fianco alla Torinese con uno bel manipolo di giovani, i banchetti e i volantinaggi. E in mezzo le assemblee di zona, il coraggio di metterci la faccia anche sapendo di perdere e poi a raccontarsela in quel bar di Budrio. Vedo il film dell'evento principale della nostra campagna: la lucida follia di prenotare l'Unipol Arena, il lavoro di ideazione e di messa in fila delle cose da fare, le persone che  si sono sobbarcate l'organizzazione, i 120 volontari che hanno lavorato fianco a fianco ("ma quello che era con me a convogliare le auto nel parcheggio è lo stesso che ricordo assessore regionale?") in modo splendido; e poi la platea dei 3000 che hanno accolto Matteo Renzi, la preoccupazione di non raccogliere abbastanza fondi per rientrare delle spese, la foto di Matteo coi volontari e la Silvana che contava anche le monetine da 2 centesimi. Poi precipitiamo verso l'8 dicembre, i 300 e passa rappresentanti nei seggi, i tanti tavolini del sabato (più di Firenze e più di tutti), e finalmente arrivano le primarie: c'è un sacco di gente nei seggi,  buon segno ma "non dire gatto se non l'hai nel sacco" come sentenzia trapattonianamente Giuliana. I primi seggi scrutinati sono ottimi ma non si sa mai, il primo di Bologna è in Corticella ed è già un segnale importante, arriva San Donato centro e capiamo che sta succedendo qualcosa di grosso, poi  è chiaro che è una valanga: gatto! gatto! gatto! Vorrei citarli ed abbracciarli tutti uno per uno ma è impossibile, fra loro gli amici di tante battaglie e persone che ho incontrato per la prima volta, ogni singolo volontario incontrato in giro per la provincia con la macchina piena di volantini…
Non basta, perché non ci sono solo i sostenitori di Renzi nella parte emozionale consegnata alla memoria. Ci sono anche i sostenitori di Cuperlo di cui ho in parte già raccontato a proposito delle convenzioni di circolo, il compagno di San Donato che è venuto alla nostra riunione per provare a convincerci, il coordinatore di una mozione Cuperlo locale che alla fine di un dibattito è venuto a ringraziarmi perché avevo usato i toni giusti, i sostenitori di Civati con cui si è creata una complicità perché l'importante è cambiare questo partito, tanti altri volti e tutto un popolo di militanti e volontari, fra cui anche tanti che pur non avendo votato Renzi ora possiamo convincere di avere un buon segretario e insieme ai quali dobbiamo rimboccarci le maniche: c'è il PD insomma, e c'è Bologna. Quindi confronto anche serrato sulle scelte, con coraggio e senza retropensieri ma anche con rispetto reciproco, lo abbiamo dimostrato e continueremo a farlo, poi tutti insieme a lavorare per il bene comune.
Avanti quindi, senza troppo curarci dei commentatori interessati a ricondurci nell'alveo dei loro schemi prefissati. Quelli che prima hanno provato a dire che il 35% era poco per colpa nostra e dopo che col 65% avremmo dovuto impugnare le clave, senza rendersi conto che quei risultati sono anche frutto di una linea che non era la loro. In questa città ammalata di consociativismo il fatto che a noi piacciano le parole crociate a schema libero non conforta chi preferisce gli schemi di sempre, il tutto cambi perché nulla cambi. Ma noi non vogliamo finire nel pantano, la partita di Matteo Renzi è anche la nostra partita, e questa partita vogliamo giocarcela fino in fondo: per l'Italia, per Bologna.

domenica 1 dicembre 2013

News del 30 novembre 2013

20131130newsCari tutti, è un periodo davvero intenso in cui si sovrappongono il congresso del PD, con l'appuntamento da non mancare delle primarie dell'8 dicembre, l'attività amministrativa ed altre notizie meno piacevoli che riguardano la Regione.

Matteo Renzi a Bologna il 4 dicembre

Comincio con l'invitarvi tutti all'appuntamento bolognese con Matteo Renzi, saremo all'Unipol Arena di Casalecchio a partire dalle 19. Sul sito bolognaxrenzi.it ci sono tutte le informazioni, è inoltre possibile registrarsi all'evento ed anche aiutare con una piccola donazione. Chi poi fosse disponibile anche a dare una mano nell'organizzazione, può mandare una mail a volontari@bolognaxrenzi.itPassate parola, grazie!

Il congresso del PD

Le primarie dell'8 dicembre (in cui possono votare tutti, dai 16 anni in su) sono l'evento decisivo del congresso nazionale. Nelle settimane scorse c'è stata la fase delle convenzioni di circolo, in cui i soli iscritti si sono espressi: ha vinto Matteo Renzi con oltre il 45% dei voti. Nella nostra realtà bolognese, Renzi ha ottenuto il 35% e qui spiego perché 35% a Bologna sia un risultato straordinario. Al di là del mio sostegno a Matteo Renzi e delle preferenze di ognuno di voi, l'importante è partecipare per riaffermare l'importanza delle primarie e fare più forte il PD.

Il futuro di Cup2000

Dibattito in Assemblea legislativa a valle delle decisioni assunte da Regione, Comune e Provincia di Bologna sul futuro di Cup2000. Qui c'è la traccia del discorso che ho pronunciato in aula. C'è una situazione di stallo che dura ormai da anni (e su cui sono intervenuto anche in passato) che mi auguro possa rapidamente essere superata.

Leggi varate in Regione

Approvato il bilancio 2014 dell'Assemblea legislativa, che prosegue il trend di riduzione dei costi della politica di questo mandato. Varata l'Ausl unica della Romagna. Approvazione definitiva di fusioni di comuni nelle province di Parma, Ferrara e Rimini, per cui dal 2014 da 12 comuni complessivi si passerà a 4 (considerando anche il nuovo comune di Valsamoggia che era stato già approvato). Conferma per il fondo regionale per la non autosufficienza, oltre 430 milioni senza alcun taglio (e di questi tempi è già un risultato).

Le "spese pazze" in Regione

Prosegue l'inchiesta della procura sull'utilizzo dei fondi pubblici da parte dei gruppi consiliari, ormai etichettata dalla stampa come sulle "spese pazze" a causa della quantità e della qualità delle indiscrezioni uscite sui giornali nelle settimane scorse. Ho scritto quel che penso in questo intervento, e cerco di dare il mio contributo nel gruppo consiliare e nelle sedi di partito (nei prossimi giorni si riunirà la direzione regionale) perché vi sia una reazione che sappia rispondere efficacemente al disagio di cittadini ed elettori.
Un caro saluto e alla prossima,
Giuseppe

lunedì 18 novembre 2013

C’è molto di più in quel 35% (cronache bolognesi)

20131116ritrattinelcircolopdOltre il 35%: è quanto ha raccolto la mozione Renzi nella consultazione interna agli iscritti al PD nel territorio bolognese. Nel breve commento che ho messo sul sito della rete bolognese dei comitati Renzi ho spiegato che è importante un risultato fra gli iscritti che supera la percentuale ottenuta un anno fa fra gli elettori (peraltro in una primaria diversa, allora si sceglieva il candidato premier della coalizione). E ho detto grazie agli iscritti che hanno votato Matteo Renzi e a tutti coloro che hanno lavorato sodo per arrivare a questo risultato.
L'eredità che questa tornata di assemblee di circolo mi lascia personalmente va però molto oltre. Sono stato in sette circoli del PD a presentare la mozione, e di molte altre assemblee di circolo mi è stato raccontato. E' stata una bella occasione per incontrare i militanti del nostro partito e per ascoltare le loro ragioni. Inoltre è stato istruttivo ascoltare i presentatori delle altre mozioni: per Cuperlo ho incrociato Gabriella Montera, Carlo Castelli, Stefano Caliandro, Simonetta Saliera, Luisa Guidone, Claudio Mazzanti e Salvatore Caronna. Per Pittella Lanfranco Fanti, Giuseppe De Biasi e Anna Salfi. Per Civati Marco Pallini, Valentino Testoni, Elly Schlein, Federico Mucciarelli, Umberto Rusciano, Antonio Mumolo e Andrea Gentili.
L'aspetto che più mi ha colpito, inutile girarci intorno, è stato il clima nei circoli e fra le persone. Un clima molto diverso da circolo a circolo, in alcuni casi sideralmente diverso, e con qualche risvolto specifico rispetto ai candidati in gioco in questo congresso.
Da un lato, in diversi circoli il fatto di dividersi su mozioni diverse mi è parso che fosse sinceramente accettato, accolto nell'alveo di una dinamica democratica interna e non fonte di particolare allarme o frustrazione. Soprattutto quando persone molto vicine fra loro nelle dinamiche interne al circolo si sono pronunciate per candidati diversi, si è creato un clima privo di eccessi di tensione ed è subentrata una naturale accettazione del fatto che ognuno possa con libertà esercitare la propria opzione. In un comune della provincia è capitato ad esempio che i primi due interventi dal pubblico siano stati del sindaco che si è dichiarato per Cuperlo e del segretario del circolo che ha optato per Renzi: siccome sindaco e segretario vanno molto d'accordo, il loro è stato un gesto che ha immediatamente rilassato la platea. In questi circoli Cuperlo e Renzi sono vissuti, come pure Civati e Pittella, come opzioni possibili: dovrebbe essere sempre così, almeno in teoria.
All'estremo opposto ci sono circoli (e persone) che fanno fatica ad accettare la competizione congressuale. Sono circoli in cui tutti gli interventi sono andati a favore di un candidato (Cuperlo) e non è proprio capitato di sentire pareri diversi. Alcune di queste riunioni si svolgono in luoghi che grondano storia, dove l'icona più recente è la foto di Enrico Berlinguer, poi ci trovi ritratti di Togliatti e a volte anche busti di Lenin, in qualche caso è stato aggiunto un Moro o un De Gasperi per dar conto della presenza di altre storie nel PD.  Lì capisci che quando ti parlano della storia del nostro partito facendola cominciare dal 1921 ti stanno comunicando un sentimento sincero, la gente che dice "povero Bersani" fra le lacrime soffre davvero. Al di là dell'elogio di Cuperlo e della critica aspra nei confronti di Renzi, comprendi di trovarti di fronte a persone che hanno il timore che la storia politica che ha segnato tutta la loro vita (fra mille traversie, svolte e cambi di nome, ma comunque senza soluzione di continuità) possa con Renzi terminare, e questo è per loro vera fonte di angoscia.
Naturalmente quelli che ho descritto sono i due estremi, poi ci sono situazioni intermedie in cui i piani si sovrappongono e si intersecano. Ad esempio ci sono circoli in cui percepisci che sia considerato normale il dividersi fra candidati diversi, purché ciò riguardi persone che hanno provenienze politiche diverse. Sono luoghi dove c'è una tendenza a fare blocco fra persone che sentono come un dovere vivere come gruppo coeso la continuità della propria storia politica che parte dal PCI. Pertanto non fa problema che chi nel PD non proviene dalla loro storia possa sostenere un candidato diverso da quello che sostengono loro (Cuperlo), mentre non sempre c'è altrettanta serenità al pensiero che ci possano essere persone con la loro storia che sostengono un altro candidato in generale, e Renzi in particolare.
Di fronte a tutto questo credo sia giusto utilizzare sia il cervello che il cuore. Con la ragione occorre cercare di fare presente l'indispensabilità di un cambiamento e portare elementi di riflessione. Ad esempio, se nel PD fosse davvero contenuto ancora il PCI, dove sono finiti i 150 mila iscritti di un tempo? Siete sicuri che la vostra fedeltà non sia stata negli anni lo scudo per una sostanziale conservazione? Siete così certi che chi vi dipinge Renzi come un pericolo per la sinistra lo faccia in modo disinteressato? Ma non basta: bisogna spiegare che Renzi è un'opportunità, anche per loro. Che il partito che vogliamo è un partito più largo e più partecipato, coinvolgente anche per i giovani. Che mettere al centro il pensiero del governo dell'Italia è quello che dovrebbe fare ogni partito. Che riconoscere gli errori non è un segno di debolezza, ma un modo per acquistare forza e credibilità. Che ritroveremo noi stessi sono in una proiezione di apertura e di cambiamento. E in questo senso Renzi non è l'uomo solo al comando ma semmai il capitano che gioca per la squadra per portarla alla vittoria. Perché è vero che occorrono argomenti per convincere, ma prima ancora è con il cuore che occorre capire queste persone, rassicurarle e accompagnarle nel futuro.
E' anche alla luce di tutto questo che occorre leggere la straordinarietà del risultato di queste convenzioni bolognesi. Lo stupore di alcuni compagni che dopo assemblee col 100% di interventi pro Cuperlo aprono le urne e trovano consensi per Renzi certo minoritari ma significativi e soprattutto inattesi. L'importanza dei dirigenti, e voglio dare atto ai presentatori della mozione Cuperlo (e anche agli altri) che ho incrociato di aver giocato nei termini corretti e democratici di una competizione leale, promuovendo il proprio candidato senza demonizzare i competitori (ho qualche sporadica segnalazione di qualche eccesso da parte di qualche altro presentatore, ma pazienza).
Poi ci sono singoli casi che fanno eccezione e storie che meriterebbe di essere raccontate una ad una. Circoli dove Renzi ha prevalso nettamente, a volte in modo prevedibile e a volte invece in modo decisamente inatteso. Si potrebbe anche parlare della netta differenza fra Bologna città e i comuni della provincia (dove Renzi ha preso più del 40% fra gli iscritti).
Ho letto un articolo dell'Huffington Post sul circolo della Bolognina (non mi ero accorto della presenza di un cronista in sala). La Bolognina ha un segretario renziano semplicemente perché è un militante stimato dagli altri, ed è davvero un bel segno (in altri circoli il solo dirsi a favore di Renzi sarebbe stato motivo sufficiente per non farlo segretario). Oltre lui c'era solo un'altra persona renziana dichiarata, quindi 18 voti in quel circolo sono comunque un gran risultato.
Bisognerebbe raccontare dell'ultranovantenne di un circolo di San Donato (dove Cuperlo ha vinto largamente ma anche Renzi ha preso dei voti) che ha preso la parola e ha detto che ha la tessera del partito da 70 anni ma vota Renzi perchè è il futuro. O di alcuni anziani che ti dicono che votano Cuperlo perchè è il "loro" candidato ma sono consapevoli che sono stati fatti troppi errori e che quindi adesso tocca a Renzi, e aggiungono con un po' di malinconia venata di dolcezza "vedete di far bene".
E che dire a quella compagna che guardandomi negli occhi mi ha detto in assemblea che se avesse vinto Renzi avrebbe dovuto riflettere se restare o andarsene "dopo 42 anni di militanza in questo partito"? E' una brava persona e io le ho risposto che mi dispiaceva che dicesse così. Ma avrei voluto abbracciarla e spiegarle che l'8 dicembre Renzi diventerà segretario senza il suo voto ma poi sarà anche il suo segretario, e – sarà perché sono un inguaribile ottimista – io sono convinto che fra po' di tempo anche lei arriverà a riconoscere che non c'è niente di cui vergognarsi nel militare nel Partito Democratico guidato da Matteo Renzi.

giovedì 7 novembre 2013

Ancoraggi sicuri in un mare agitato

mareagitatoNon è semplice in questi giorni andare in giro – anche e soprattutto nei circoli del PD – come consigliere regionale. Tante persone mi fanno domande su questioni che anch'io ho come loro letto sui giornali e su cui neanch'io ho tutte le risposte che loro vorrebbero da me. In questo mare molto agitato, occorre tenere saldi e se possibile condividere come ancoraggi sicuri alcuni fatti e alcuni principi.
Primo, la politica deve fare la sua parte senza delegare ad altri i propri compiti. Si può discutere se i provvedimenti adottati dalla Regione Emilia-Romagna siano sufficienti o meno, ma è un fatto che la nostra Regione abbia per prima abolito i vitalizi, limitato le spese e infine cancellato le voci di rappresentanza dalle spese ammissibili per i gruppi consiliari. Per questo il costo pro-capite a carico dei cittadini è il più basso d'Italia ed è stato preso come riferimento per tutte le altre regioni nel decreto varato dal governo Monti per il taglio dei costi della politica.
Secondo, legalità e rispetto delle regole. E' giusto che la magistratura faccia gli accertamenti che ritiene e da parte di tutti noi ci deve essere rispetto e fiducia per il suo lavoro.
Terzo, etica e sobrietà. Il denaro pubblico non va usato solo nel rispetto formale delle regole ma con uno stile che sia in linea con i principi in cui diciamo di credere. E' una sensibilità anzitutto personale ma è anche elemento di condivisione e di identità. Non possiamo delegarlo né alle indagini della magistratura né alle indiscrezioni giornalistiche.
Quarto, rispetto per le persone. Chi è raggiunto da accuse o richieste di chiarimenti non può sottrarsi alle necessarie spiegazioni, ma occorre anche fare attenzione a non assecondare un meccanismo mediatico che rischia di macinare tutti indifferentemente. Esempio: non sarà stata una mossa brillante lasciarsi scappare un rimborso per la toilette, ma mettere alla gogna una persona come nemico del popolo per una cosa del genere mi pare davvero irrispettoso.
Quinto, trasparenza ed equilibrio. In un clima come l'attuale invocare il diritto alla privacy appare un modo per svicolare, e non credo ci siano valide alternative al cammino verso la piena trasparenza. Al tempo stesso non può nemmeno valere il "potete pagarvelo da soli" su tutto senza distinzioni. Chi ha esperienza di lavoro in una qualsiasi azienda, sa che quando si va in trasferta vengono rimborsate spese ragionevoli secondo regole chiare: è troppo sperare che anche la politica riesca a rientrare fra le cose normali, superando l'attuale schizofrenia fra regole a maglie larghe e abolizione di ogni rimborso?
Sesto, ruolo e responsabilità. Se sei un consigliere regionale e ad essere chiamato in causa è un tuo collega, il tuo compito è anzitutto esercitare il tuo ruolo nell'istituzione. Per questo nei giorni scorsi ho scelto un profilo meno pubblico di quello che alcuni mi suggerivano. Ora apprezzo il passo indietro fatto dall'ormai ex capogruppo a tutela del PD e per potersi meglio difendere dalle accuse.
Settimo, elogio della parsimonia. In una società che spinge ad essere brillanti e a consumare sempre di più, io credo che invece la parsimonia nell'uso delle risorse sia un valore. Lo è per le risorse finite come quelle ambientali, personalmente credo lo sia (entro certi termini) anche nell'uso delle finanze personali, lo è sicuramente nell'uso del denaro pubblico.
Sono paletti credo di buon senso, che ognuno dovrebbe tenere a mente per cercare di applicarli prima di tutto a se stesso. Io sono il penultimo arrivato in Regione, ma ho fatto in tempo ad aver diritto al vitalizio: quando abbiamo fatto la legge che consentiva ai singoli di rinunciare io, come diversi altri colleghi, ho rinunciato.
Siccome in questi giorni tanti mi chiedono delle spese di rappresentanza, ogni volta devo spiegare che dall'inizio dell'anno sono state totalmente abolite (nel solco di un processo di autoriforma che dimostra una consapevolezza in questo mandato della necessità di ridurre costi e privilegi della politica), e che attualmente non solo non si può chiedere il rimborso di un pranzo ma nemmeno di un biglietto del treno. Nei primi sette mesi in cui ho esercitato il mio mandato ed erano ancora previste quelle voci di spesa, ho fatto attenzione nel mio contribuire alle spese del gruppo consiliare. E con chi insiste, e fra il serio e il faceto mi chiede conto delle mie cene in quel periodo, taglio corto e spiego che me ne sono mai fatte rimborsare.
Finisco dicendo che questi sette punti sono solo premesse rispetto a ciò che sostanzia il lavoro politico-amministrativo. Per noi consiglieri regionali la sostanza è fare delle buone leggi e contribuire ad un'amministrazione capace di dare risposte adeguate ai bisogni dei propri cittadini.  Dobbiamo essere capaci di uscire da questa situazione per riaffermare una politica capace di farsi misurare su ciò che di buono è stata capace di fare. Siccome sono convinto che di buoni argomenti ne abbiamo, cerchiamo di fare presto.

martedì 5 novembre 2013

Cup2000 e ICT socio-sanitario regionale

cup-2000-255x170.jpgE' sbagliato affrontare il tema come se riguardasse solo l'azienda Cup 2000 e il suo futuro: il tema centrale è l'utilizzo dell'ICT in ambito sanitario, le enormi possibilità non solo in termini di semplificazione, trasparenza e sicurezza dei processi, equità nell'accesso e archiviazione delle informazioni, ma anche l'evoluzione del modo di curare ed assistere le persone, l'organizzazione degli ospedali e della medicina del territorio, le nuove frontiere della domiciliarità, la declinazione di temi come la sussidiarietà e il coinvolgimento del volontariato, le nuove possibilità per la medicina d'iniziativa attraverso l'incrocio delle informazioni e gli screening mirati, una strutturazione tecnologica capace di anticipare e declinare la modalità cloud, l'emergere di nuovi paradigmi di ricerca e di approccio clinico.
Si tratta di frontiere che dobbiamo avere la capacità di percorrere non a rimorchio dell'innovazione che si porta avanti altrove, ma manifestando una capacità nostra che finora abbiamo dimostrato solo a sprazzi. E questo non solo per arrivare primi, ma per segnare la via, per guidare l'evoluzione del mercato e delle tecnologie. La consapevolezza di avere un sistema socio-sanitario di eccellenza ci mette nelle condizioni per ricercare una leadership anche nell'ICT in questo campo.
E' chiaro che se questi sono i nostri obiettivi, ne consegue che:
  • occorre una visione di prospettiva relativa all'ICT socio-sanitario capace di fare un salto di qualità rispetto a quanto si è fatto finora
  • se non ci fosse una società come Cup2000 dovremmo porci il tema di crearla, dunque proviamo a viverla come una risorsa e non come un problema
  • se Cup2000 dev'essere lo strumento per realizzare una visione di innovazione coraggiosa e capace di prospettiva, occorre rafforzarne i punti di forza e rimuoverne o almeno modificarne i punti di debolezza
Nella riflessione sui punti di forza e quelli di debolezza di Cup2000, dunque in vista di un rilancio del suo ruolo, io credo che il documento approvato dall'assemblea dei soci faccia fare alcuni importanti passi in avanti. Infatti chiarisce alcune questioni che a mio avviso non dovrebbero più essere oggetto di dibattito. Provo brevemente ad elencarle partendo dai concetti.
Primo, serve una chiara focalizzazione ed è sbagliato stare su troppe partite. Io credo che la totipotenza sia una malattia giovanile dell'informatica. Il ruolo di Cup2000 è e deve essere nell'ambito dell'ICT socio-sanitario regionale. E' facendo un minor numero di cose per un numero maggiore di aziende sanitarie che Cup2000 potrà trovare il suo equilibrio ed anche una sua maggiore competitività.
Secondo, è sbagliato mescolare troppi ruoli: non si può essere contemporaneamente sopra il mercato e dentro il mercato, per di più tenendo al proprio interno aree che giocano parti sostanzialmente diverse. Serve un posizionamento chiaro che eviti sovrapposizioni inutili coi fornitori o con altre società e funzioni del sistema regionale. Da questo punto di vista le linee guida approvate dai soci parlano ad esempio delle funzioni di digitalizzazione, io credo che una riflessione completa dovrebbe riguardare anche i servizi di data center, sui quali da un punto di vista logico mi pare che serva un'unica strategia regionale senza inutili duplicazioni.
Terzo, è del tutto sensato che i servizi di call center e di sportellistica non debbano essere gestiti internamente a Cup2000. Per chiarezza, penso che sarebbe stato opportuno fare questa scelta già da tempo. C'è ovviamente un tema di tutela del personale su cui l'attenzione dovrà essere massima. Ma è del tutto sensato che la soelta di tenere al proprio interno servizi dove l'acquisizione di un nuovo cliente comporta una crescita lineare del numero degli addetti, peraltro in un settore in cui le prospettive di sviluppo futuro viaggiano largamente su altri binari, costituiva un inibitore semplice alle prospettive di sviluppo della società. In questo ambito voglio accendere un segnale di attenzione: occorre tutelare alcuni aspetti concettuali nei servizi di prenotazione che attualmente sono garantiti, quali unitarietà e integrazione delle agende, visione d'insieme, terzietà e verificabilità. Su questi temi occorre un approfondimento di dettaglio funzionale prima di procedere a spacchettamenti e non dopo. Ne va della qualità dei servizi resi ai cittadini.
Quarto, viene ribadita la scelta della società in house. Qui so che c'erano altre ipotesi ma non vi nascondo che mi hanno sempre lasciato molto perplesso. Anche e soprattutto perché venivano evocate senza fare chiarezza sui punti che ho appena citato, che sono indicazioni a mio avviso giuste in ogni caso ma che sarebbero state indispensabili per considerare l'eventualità di quotazioni in borsa o similari. La mia convinzione nasce comunque dalle premesse iniziali: il settore è troppo strategico per essere anche solo in parte esternalizzato.
Quinto, è giusto chiarire che la società non debba necessariamente produrre in proprio il software. Anche in questo caso però aggiungo una precisazione rispetto alle linee guida approvate dai soci: a mio avviso non è giusto dare un'indicazione a non produrre software in nessun caso, ma chiarire che la società deve muoversi con libertà per massimizzare il servizio ai soci. Ciò significa porsi su un piano superiore a quello dei fornitori, dunque non avere l'angoscia di competere con essi che magari induce a sviluppare software proprietari anche dove non è strettamente necessario per legare e fidelizzare il proprio cliente. Ma proprio perché Cup2000 deve porsi sopra i fornitori con un reale spazio di intervento non deve a mio avviso limitarsi a disegnare il collage di soluzioni più idoneo ma esercitare una funzione di guida del mercato: e per poterla esercitare davvero si deve essere in grado di fare in proprio dei pezzi di lavoro – solo quando e se serve – e in ogni caso possedere le competenze necessarie a comprare soluzioni non a scatola chiusa ma con la capacità di guardarci dentro e cambiare dove necessario.
Ora, nell'accogliere le linee guida come un importante passo avanti, è necessario chiarire che esse sono soltanto un punto di partenza. E' chiaro che deve esserci piena attenzione all'occupazione e alla gradualità dei processi di transizione. Ma fatto salvo ciò, sarebbe un errore grave vedere queste linee guida come una sforbiciata volta a ridurre e così a risolvere i problemi. Al contrario, è importante che esse siano il punto di partenza per riprendere a volare. A volare, non a traccheggiare, spero di essere stato chiaro.
Per questo è fondamentale che si chiuda il gap che negli ultimi anni ha con ogni evidenza caratterizzato i rapporti fra i soci e la gestione, e che anche in questi giorni con le polemiche sui numeri abbiamo avuto occasione di riverificare. Fra soci e gestione occorre invece che ci sia massima coesione per avere insieme massima determinazione. Ci sono sfide che non possiamo permetterci di perdere, e Cup2000 dev'essere lo strumento d'elezione per un cambio di passo del ruolo dell'ICT nell'ambito socio-sanitario regionale. Per questo dico volare, e non per compiacere chi ha a cuore le sorti di Cup2000: perché ne ha bisogno la il nostro sistema socio-sanitario, la nostra Regione, i nostri cittadini. 
[Traccia dell'intervento in Assemblea Legislativa - seduta del 5 novembre 2013]

venerdì 25 ottobre 2013

News del 25 ottobre 2013

20131025newsCari tutti, questo autunno è tempo di congressi per il PD ma naturalmente ci sono anche le notizie sull'attività amministrativa.

Per Matteo Renzi segretario nazionale

Fissata la data per le primarie per l'8 dicembre, Matteo Renzi ha sciolto le riserve e si è candidato alla guida del Partito Democratico. E' una risposta chiara a chi lo accusava di non avere a cuore il PD, è una sfida impegnativa che raccoglie l'esigenza fortissima di cambiamento anche dentro al PD, è l'occasione per rendere il PD più simile a ciò che da tempo gli elettori ci chiedono ossia uno strumento per cambiare davvero l'Italia (e l'Europa). Gli sfidanti con cui competerà alle primarie sono persone nuove rispetto ai soliti noti, e anche questa mi pare una buona notizia. Qui c'è la mozione Renzi, qui il sito dei renziani bolognesi con gli appuntamenti sul territorio.

Per Raffaele Donini segretario provinciale

Questo weekend si svolgono i congressi di circolo del PD con l'elezione del segretario provinciale. Avremmo potuto presentare un nostro candidato, abbiamo invece scelto la strada delconfronto sul merito che ci ha portato alla decisione di sostenere la ricandidatura di Raffaele Donini. A Donini va riconosciuto il coraggio dell'innovazione sulla trasparenza dei conti, sui costi di struttura, sul funzionariato e di aver tenuto la barra dritta sulle primarie anche in momenti difficili. Molto altro c'è da fare, sia chiaro, ma la disponibilità di Donini a recepire nelsuo programma tanti punti impegnativi che avevamo proposto con un nostro documento ha spinto anche la mozione Renzi a sostenerlo: lavoreremo in maggioranza perché le cose che sono state scritte sulla carta vengano effettivamente realizzate.

Inserimento lavorativo delle persone con disabilità

Si tratta di un tema importante, ci sono 13 milioni di euro all'anno che il fondo regionale distribuisce fra le province per incentivare l'occupazione lavorativa delle persone diversamente abili. Mi erano arrivate segnalazioni su una importante variabilità nell'utilizzo di questi fondi da parte delle diverse province, ho fatto un'interrogazione seguita poi da ulteriori approfondimenti con gli uffici. In effetti sono emersi orientamenti diversi: ci sono province che allocano tutti i fondi o quasi per le nuove assunzioni, altre che invece puntano molto su una diversificazione delle azioni. Credo sia importante che se ne parli, numeri e dettagli in questo intervento.

In discussione in Regione

Ci sono diversi argomenti importanti che si stanno discutendo, come la riforma della legge regionale sull'intervento pubblico nell'edilizia abitativa, sull'Ausl unica di Romagna, nuove misure sulla pubblica amministrazione digitale. Vi segnalo anche la risposta ufficiale sulle presunte anomalie amministrative nella radiologia dell'ospedale Maggiore e che c'è in corso una discussione sul futuro di Cup2000 su cui tornerò prossimamente.

31 ottobre No-Porcellum Day

La pessima legge elettorale cosiddetta "Porcellum" resiste: nonostante raccolte di firme per eliminarla (ma il referendum è stato ritenuto inammissibile), nonostante nessun elettore la voglia, nonostante tutti i politici di tutti i partiti PD compreso da anni dichiarino di volerla cambiare, su questo fronte tutto rimane come prima. E' una storia che fa male alla politica: nei giorni scorsi ne abbiamo parlato con Roberto Giachetti, saremo con lui nel "No-Porcellum Day" del prossimo 31 ottobre. Se siete interessati, seguite la cosa su facebook.
Un caro saluto e alla prossima,
Giuseppe

mercoledì 23 ottobre 2013

Sull’inserimento lavorativo delle persone con disabilità

Il fondo regionale per l'occupazione delle persone con disabilità (FRD) è uno strumento cruciale per il supporto delle persone diversamente abili. Si tratta di soldi in massima parte derivanti dal corrispettivo per gli esoneri (cifre pagate dalle imprese in luogo dell'assunzione di personale nelle categorie "svantaggiate") e in misura minore dalle multe relative allo stesso argomento. Questi fondi vengono usati per supportare nuove assunzioni, incentivare il proseguimento nel tempo di assunzioni pregresse e per altre attività connesse all'inserimento al lavoro di persone diversamente abili.
I fondi a disposizione sono aumentati, pur in un quadro di cambiamento: infatti in passato c'era un fondo nazionale (FND) che si sommava a quello regionale, ora c'è solo quest'ultimo. Ma se negli anni 2008-2010 al fondo regionale di 4 milioni si è sommato quello nazionale con cifre fra i 5 e 6 milioni di euro (per un totale di 9-10 milioni all'anno), negli anni 2011-2013 è cessato il fondo nazionale ma quello regionale è aumentato di molto arrivando ad oltre 13 milioni all'anno.
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Fondo regionale per l'occupazione delle persone con disabilità 2008-2013 sommato al fondo nazionale per gli anni 2008-2010 (dati in migliaia di euro)
Certo, non è detto che l'aumento dei fondi sia di per sé un bel segnale: siccome i fondi derivano da cifre pagate da imprese al posto di assunzioni, un balzo da 4 a 13 milioni sta lì a testimoniare che ci sono molte più imprese che invece che assumere una persona con disabilità pagano il corrispettivo per l'esonero e/o che è aumentata la capacità di controllo facendo emergere mancate assunzioni che prima rimanevano nell'ombra. In ogni caso si tratta di fondi da usare e da usare bene.
andamentoFNDFRD
Andamento dei fondi a disposizione nelle diverse Province
La Regione emette linee guida triennali, poi i soldi vengono gestiti e assegnati dalle singole Province, anche avvalendosi di una propria attività di concertazione. Ora, senza nulla togliere alla bontà delle intenzioni di ogni singola Provincia, è lecito porre il tema dell'analisi dell'efficacia e dell'utilizzo di questi fondi. Anche perché c'è chi fa osservare che sarebbe meglio concentrare i fondi sulle nuove assunzioni e che sia poi dovere delle aziende dare continuità anche dopo il termine degli incentivi. Altri invece pragmaticamente osservano che occorre anche occuparsi della continuità incentivandola, altrimenti molti rapporti di lavoro da poco avviati verrebbero a cessare.
In ogni caso, prima di aprire il dibattito, è opportuno vedere come nelle diverse Province si ripartiscono i fondi fra queste due voci principali e sulle altre azioni finanziabili. Qui dispongo solo del dettaglio provinciale dei fondi regionali (FRD) nel periodo 2008-2010 (non di quelli nazionali), così come mi sono stati forniti in risposta ad una mia interrogazione e successive interazioni con gli uffici.
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Suddivisione dell'utilizzo del fondo regionale sulle diverse linee di impegno previste nelle linee guida da parte delle diverse Province nel periodo 2008-2010 (dati in migliaia di euro)
Guardando i dati, risulta evidente una certa variabilità nell'utilizzo fra diverse Province. Bologna, Modena, Reggio Emilia spendono meno della metà dei fondi disponibili nelle azioni per l'inserimento lavorativo, mentre Ferrara e Ravenna spendono quasi tutti i fondi in quella voce.  Gli incentivi alla stabilità occupazionale vanno dal praticamente niente di Ferrara e Ravenna ad una cifra attorno al 20% a Bologna, Forlì-Cesena e Parma mentre a Piacenza, Modena e Reggio Emilia sono fra il 30% e arrivano al 40%. Le linee di impegno diverse dalle due principali sono usate in modo significativo a Bologna e Reggio Emilia, molto poco altrove. Mettendo in forma grafica le percentuali di utilizzo ci si fa l'idea della varietà di scelte che sul territorio regionale vengono fatte dalle diverse Province.
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Uso del FRD 2008-2010 sulle linee di impegno dei fondi da parte delle diverse Province (dati percentuali sul totale del fondo impegnato da ogni Provincia)
Naturalmente questa varietà di scelte non è necessariamente un problema e forse corrisponde ad esigenze diverse sui diversi territori. Ma, prestando attenzione anche alle segnalazioni e alle voci critiche che vengono dalle famiglie delle persone con disabilità, non mi pare di poter escludere che i criteri per l'allocazione dei fondi richiedano un confronto ed un approfondimento ulteriore, e forse anche una maggiore uniformità nelle scelte relative al loro impiego. Presto saranno resi disponibili i dati relativi agli anni successivi al 2010, che saranno da guardare con attenzione anche in ragione della crescita dei fondi a disposizione. In quell'occasione una riflessione un po' approfondita sull'argomento credo che sarà opportuna.

domenica 20 ottobre 2013

Contro il Porcellum

GiachettiBologna
Roberto Giachetti è venuto a Bologna e ci ha raccontato della sua battaglia contro la legge elettorale attuale, il cosiddetto Porcellum. Insieme abbiamo ripercorso il film dell'orrore costituito da una promessa ripetuta mille volte e sempre disattesa da esponenti di tanti partiti (PD incluso) di cambiare questa pessima legge. Abbiamo ricordato la raccolta di firme per il referendum contro quella legge, e l'impegno solenne preso da quanti avevano detto che non serviva raccogliere le firme perché avremmo cambiato la legge in Parlamento, o che avevano commentato nello stesso modo la bocciatura giuridica del referendum nonostante la marea di firme raccolte. Espressione esemplare di fallimento collettivo della politica italiana, fonte inesauribile di materiale per l'antipolitica, il Porcellum è il delitto perfetto, perché favorisce l'instabilità a livello di governo mentre garantisce l'autoconservazione di capi di partito o di corrente…
Roberto ci ha raccontato dei mille pericoli che ci attendono sulla strada che invece per la stragrande maggioranza degli italiani sarebbe chiarissima, e cioè la necessità di una legge elettorale che preservi il bipolarismo e la stabilità del governo, in un quadro in cui si compete per il voto degli italiani ma poi c'è chi vince ed attua il proprio programma e chi perde va all'opposizione. In giro fra gli elettori ci sono ben pochi nostalgici del sistema proporzionale o entusiasti dell'instabilità e delle larghe intese, ma nella classe politica evidentemente costoro ci sono e ci stanno tenendo sotto scacco da troppo tempo. Per fortuna qualcuno invece che si batte nella giusta direzione c'è, e sul punto Matteo Renzi è stato molto chiaro. Continuiamo questa battaglia, a partire dal "No Porcellum Day" del prossimo 31 ottobre.

domenica 22 settembre 2013

News del 22 settembre 2013

20130922newsCari tutti, mentre l'estate lascia il posto all'autunno sarebbe bello avere tante buone notizie da commentare, invece temo che un po' di malinconia sia inevitabile… ma non perdiamoci d'animo e vediamo insieme qualche aggiornamento.

La ripresa dei lavori dell'Assemblea Legislativa

Vi avevo già raccontato della notevole mole di lavoro svolta dall'Assemblea Legislativa, che ha varato 20 leggi e 34 delibere nei primi 7 mesi del 2013. Il rientro è stato un po' meno brillante, perché ci siamo dovuti occupare di temi come l'emergenza aviaria nella nostra regione, la sostituzione di un consigliere regionale sospeso ai sensi della legge Severino-Monti e che a sua volta era stato da poco chiamato a sostituire un altro consigliere sospeso a seguito di un procedimento giudiziario (ora quindi è subentrata la terza per preferenze nella lista del PDL della circoscrizione di Parma); inoltre ha naturalmente fatto notizia la revoca delle deleghe a Sabrina Freda da parte del presidente Vasco Errani, in un contesto che ha toccato il tema dell'ampliamento del termovalorizzatore di Modena: l'assessora Freda non è stata sostituita, anche nell'ottica della futura riduzione del numero di assessori diventata ora legge definitiva.

Notizie regionali

Fra le notizie recenti, vi segnalo che sono stati messi a disposizione 400 mila euro per le organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale e province. E' stato varato un progetto per sostenere l'attività motoria e sportiva, con la partecipazione di Coni, Comitato paralimpico ed enti di promozione sportiva emiliano-romagnoli. Da metà settembre cambiano i tirocini per effetto della legge recentemente approvata. Le domande per i buoni libro vanno presentate entro il 12 novembre. Oltre all'emergenza aviaria, c'è anche attenzione per la malattia West-Nile (trasmissibile via zanzare). Per mettere nell'elenco anche qualcosa di dolce, vi segnalo un interessante punto sulle api e sul miele.

Le sofferenze del mondo sanitario

Il mondo sanitario fa notizia di solito solo in occasione di risultati straordinari o per qualche inaugurazione o ricorrenza, oppure per episodi di (vera o presunta) malasanità. Ma al di là di quel che leggiamo sui giornali c'è un mondo ricchissimo fatto di professionisti (medici, infermieri, tecnici, operatori) impegnati ogni giorno nel garantire ad ognuno di noi la indispensabile assistenza sanitaria. E' un settore investito da tempo da processi di razionalizzazione della spesa ed adeguamento dell'organizzazione, che sono principi da confermare: ma il susseguirsi di tagli e di provvedimenti, per ultima la vicenda legata alla spending review, stanno portando la situazione a livelli di guardia. Occorre saper distinguere fra la fatica giusta ed inevitabile legata a doverosi processi di trasformazione e la sofferenza ingiusta (e da evitare) legata a scelte o tagli che facciano venir meno le necessarie garanzie. Inoltre occorre anche la capacità di costruire partecipazione e consenso attorno a questi processi di trasformazione. Fra i miei compiti di consigliere regionale c'è una funzione ispettiva che mi fa entrare in contatto con una molteplicità di situazioni: continuo ad occuparmene con la necessaria riservatezza, ma non posso tacere la sensazione che stia aumentando la sofferenza a livelli preoccupanti: credo che occorra maturare (tutti, non solo gli addetti ai lavori) una maggiore consapevolezza della delicatezza dell'attuale situazione.

Passante nord, la telenovela continua

Nell'ormai ricchissimo carnet di appuntamenti mancati che ne ha costellato la storia, è passata in cavalleria un'altra scadenza legata al Passante Nord: ad aprile era stato annunciato che entro luglio ci sarebbe stato il progetto preliminare e invece luglio è passato e non si è saputo nulla. Ribadisco: ormai occorre staccare la spina e voltare pagina.

Le fatiche congressuali del PD

Avevo sperato che a questa data avremmo avuto già regole e calendario congressuale, invece anche l'Assemblea nazionale tenutasi ieri si è chiusa con uno strascico di polemiche ed interrogativi. C'è una data (8 dicembre) e premesse di future discussioni (un po' come dopo la direzione del 7 agosto, ma la data promessa allora era il 24 novembre), e un accordo che prevederebbe una sequenza abbastanza singolare (prima i congressi provinciali, poi il nazionale, poi i regionali). Dico solo: attenzione perché il patrimonio di credibilità del PD non è inesauribile e così pure la pazienza di militanti ed elettori, e non è pensabile continuare ad andare avanti in questo modo. Anche queste vicende dimostrano che un ricambio è indispensabile e non più rimandabile.
Nel frattempo penso che Matteo Renzi abbia fatto bene a proporre la propria candidatura alla segreteria del PD: è un modo per dimostrare che ha a cuore le sorti di questo partito che non è solo di alcuni ma di tanti: un partito nuovo e non un semplice contenitore di storie passate, chiamato a definire e realizzare un progetto per l'Italia e dove le diverse ispirazioni culturali sono utili se non diventano blocchi di potere ma fermento di discussione e di cambiamento. Chi volesse dare una mano ai comitati per Renzi può mandare una mail a bolognaxrenzi@gmail.com.

Via il canone del Telepass

Siccome è un tema su cui non posso intervenire come consigliere regionale, mi sono cimentato nel creare una petizione su Change.orgper promuovere l'eliminazione del canone di abbonamento degli apparecchi Telepass, che mi pare una cosa assurda come lo erano i canoni di ricarica dei telefonini che infatti poi sono stati giustamente eliminati. E' una delle tante "piccole" cose che fanno funzionare peggio l'Italia, e per questo vi invito a firmare la petizione e a farla conoscere ad altri!
Grazie perché continuate a seguirmi su giuseppeparuolo.it, sulla pagina facebook, su twitter.
Un caro saluto e alla prossima,
Giuseppe