giovedì 30 aprile 2015

News del 30 aprile 2015

20150430newsCari tutti, a cavallo fra le celebrazioni per il 70° anniversario della Liberazione e la festa del lavoro del 1° maggio, eccomi a voi con le consuete notizie ed aggiornamenti.

Approvato il bilancio regionale

E' stato approvato martedì scorso in Assemblea Legislativa il bilancio della Regione Emilia-Romagna, il primo della nuova legislatura, caratterizzato dal forte impegno sul piano del mantenimento del welfare, nonostante un taglio di risorse pari a 61 milioni. La Regione, infatti, grazie a risparmi sulle spese del funzionamento e ai tagli effettuati sui costi della politica, ha recuperato ben 82 milioni di euro, riuscendo così ad evitare tagli ai servizi e a non aumentare le tasse. Si tratta di una manovra complessiva da 12 miliardi di euro, di cui 8 per la sanità e la tutela della salute. Alcune cifre significative: 460 milioni di euro per il sostegno alle persone non autosufficienti, 10 milioni in più per la cultura, 76 milioni per il trasporto pubblico, 42milioni per la difesa del territorio, 7,5 milioni per Expo, 28 milioni per gli stipendi dei lavoratori delle Province e stanziamento di importanti risorse per il cofinanziamento regionale dei fondi strutturali europei (2,5 miliardi di euro fino al 2020). Per quanto riguarda la formazione e il lavoro, sono previste risorse regionali pari a 17 milioni di euro (connesse ai cofinanziamenti del fondo sociale europeo) e oltre 41 milioni di euro per interventi di natura pubblica a sostegno delle fasce più deboli del mercato del lavoro.

Un ordine del giorno su SFM e People Mover

Siccome nel bilancio c'è anche uno stanziamento che ripristina la disponibilità dei fondi del contributo regionale al People Mover che a Bologna dovrebbe collegare la stazione ferroviaria all'aeroporto, voglio evidenziare un ordine del giorno collegato al bilancio, che ho contribuito a redigere e ho firmato, che contiene due concetti importanti. Primo, conferma la centralità del servizio ferroviario metropolitano (SFM) e la necessità di completare la fermata aeroporto e il collegamento ferroviario fra l'aerostazione, la stazione e possibilmente anche il quartiere fieristico. E' importante perché se c'era la sensazione che non si volesse davvero fare il collegamento ferroviario per lasciare "campo libero" al People Mover, questo documento fa chiarezza. Secondo, impegna il Comune di Bologna ad una verifica sulla tecnologia del People Mover, anche alla luce dei lunghi anni trascorsi senza che venisse realizzato: le tecnologie evolvono, ma comunque sull'adeguatezza tecnologica della soluzione individuata una verifica è del tutto opportuno farla.

Sulle infrastrutture di mobilità bolognesi

Il People Mover non è l'unica infrastruttura di mobilità bolognese che ha avuto un percorso amministrativo – diciamo così – travagliato. Un odg molto critico ha accompagnato anche un voto del Consiglio comunale di Bologna sull'interramento della linea SFM Bologna-Portomaggiore nel quartiere San Vitale. Progetto che da anni viene presentato come urgentissimo ("altrimenti si perdono i fondi") e così si evita di apportare alcuni doverosi correttivi al progetto, richiesti a gran voce fra gli altri anche dal forum mobilità del PD: ci sarebbe stato tutto il tempo per rivedere il progetto in modo che non diventi una strozzatura permanente sulla linea ferroviaria in questione, e sono convinto che se ci fosse la buona volontà saremmo ancora in tempo. Sul Civis ci sarebbe molto da dire, ma vi rimando alla lettura di un mio argomentato post sull'argomento. Sul Passante Nord si continua a procedere senza fare i conti con studi trasportistici che dimostrano che esso non risolverebbe  i problemi dei rallentamenti sul semianello tangenziale-autostrada, e anzi alle voci critiche si risponde invitando ad andare a spiegare uno stop al progetto a chi è fermo negli ingorghi in tangenziale: forse a costoro le spiegazioni dovrebbe darle chi continua a sostenere un progetto che consumerebbe territorio lasciando intatti gli ingorghi in questione. Nel frattempo emergono soluzioni alternative sia dal punto di vista trasportistico che sul modo di non perdere i finanziamenti: varrebbe la pena di prenderle in considerazione.

Sulle grandi opere della mobilità bolognese, occorre uscire dal dialogo fra sordi in cui sembra che da una parte ci sia chi vuole farle a prescindere, anche se non servono, magari solo per dare lavoro al settore delle costruzioni che è in crisi; e dall'altra parte chi si oppone sempre e comunque, a prescindere dalle necessità diffuse di mobilità. Esiste una posizione diversa, ed è quella in cui mi riconosco, che è a favore delle grandi opere se e quando effettivamente servono allo scopo, ovvero se sono fatte bene e presentano un bilancio accettabile fra i sacrifici economici e ambientali da un lato e il ritorno in termini di efficienza ed efficacia dall'altro. Inutile nasconderci che vi sono diversi casi in cui questo bilancio è invece decisamente deficitario: proprio per questo è fondamentale chiedersi il perché, individuare errori e responsabilità, fare pulizia e ripartire in modo nuovo.

Provvedimenti regionali e notizie

Sugli interventi di sostegno economico concessi nel triennio 2012-2014 per il diritto allo studio universitario: 100% di borse di studio assegnate; offerta complessiva di 45 residenze abitative, 10 mense universitarie e 84 punti di ristorazione in convenzione e in appalto. In arrivo il Piano regionale della prevenzione: presentati i dati sul profilo di salute della popolazione in Emilia-Romagna alla base del documento di programmazione. Siglato in Regione l'accordo per la Cassa integrazione in deroga per Coop Costruzioni. Terremoto 2012: svuotati quasi il 45% dei moduli abitativi provvisori, lasciati liberi dai residenti che hanno trovato una soluzione abitativa alternativa. Approvata la nuova convenzione triennale che definisce il ruolo e la partecipazione delle associazioni Avis e Fidas nella rete regionale sangue. Approvato l'elenco delle scuole di musica riconosciute per l'anno scolastico 2015/2016. Inaugurato a Pieve di Cento "Il Ponte", una struttura di circa 370 mq sequestrata alle mafie e destinata a ospitare famiglie con minori e in emergenza abitativa, difficoltà e disagio socio-economico. Approvato il piano sperimentale di intervento per l'inclusione socio lavorativa dei detenuti: il bando per il finanziamento delle attivitàha scadenza il 12 maggio, i progetti potranno essere candidati da enti di formazione professionale accreditati. La Regione chiude gli OPG nei tempi previsti dalla legge: inaugurata la REMS di Bologna (ma è un tema su cui tornerò). Fondi europei del Programma operativo regionale del Fondo europeo di sviluppo regionale (POR FESR): avviata la programmazione fino al 2020, all'Emilia-Romagna 482 milioni. Dal 7 al 10 maggio a Bologna il "Festival della scienza medica. La lunga vita". Torna Angelica Festival: dal 2 al 31 maggio in programma 24 concerti di musica contemporanea tra Bologna, Lugo e Modena.

Sulle occupazioni abusive delle case

La capacità di accoglienza è una caratteristica di Bologna da difendere e conservare, ma occorre che non si trasformi in accondiscendenza rispetto a forme di illegalità (anche organizzate) come l'occupazione abusiva di case. Siccome penso che questo rischio concretamente esista, ho rispettosamente espresso il mio dissenso di fronte a dichiarazioni un po' troppo comprensive per questa pratica illegale. Mi è spiaciuto che persone di cui sono anche personalmente amico abbiamo avuto reazioni sul filo dell'insulto nei miei confronti, e che ci sia stato chi ha cercato di farmi passare per un assetatore di vecchi e di bambini, mentre io non ho mai contestato l'ordinanza del sindaco per l'allacciamento idrico di alcuni immobili: ho invece posto un tema che ritengo esista, e il fatto che diversi abbiano provato a deviare il discorso su altro mi pare una prova ulteriore in questo senso. Comunque, se volete farvi un'idea leggetevi questo post.

Il 70esimo della Liberazione

L'anniversario della Liberazione non è solo un momento di celebrazione, ma anche di riflessione e di festa. E' l'occasione per far conoscere e riportare alla memoria i momenti che segnarono, dopo anni di dolore e distruzione, la fine della guerra e del fascismo e l'avvio della rinascita del nostro Paese. E' un'occasione in cui ognuno di noi dovrebbe chiedersi come essere all'altezza di chi ha sacrificato la propria vita per la libertà e la verità. In questo contesto, ho trovato importante la visita di Matteo Renzi a Marzabotto il 22 aprile scorso, e vi propongo un video  che ne parla  curato da un amico.

Un caro saluto e alla prossima,
Giuseppe

News del 30 aprile 2015
Giuseppe Paruolo

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mercoledì 29 aprile 2015

Sulle occupazioni abusive serve una scelta chiara (il medico pietoso…)

Ieri dopo aver letto le dichiarazioni di Amelia Frascaroli sulle occupazioni che "hanno contribuito ad alimentare atteggiamenti di solidarietà e hanno creato coesione sociale sul territorio", rilasciate a proposito dell'ordinanza del sindaco Merola per riallacciare le utenze di alcune case occupate in via De Maria, ho espresso questo mio pensiero su facebook:

Mi dispiace, ma non condivido per nulla la posizione politica espressa dall'assessora Frascaroli. Capisco l'ordinanza del sindaco per riallacciare l'acqua, e mi sarei aspettato una dichiarazione che la spiega citandone i motivi umanitari e la temporaneità in attesa di risolvere i problemi e rimuovere l'occupazione. Ma un ragionamento teso a giustificare le occupazioni illegali perché sono occasione di solidarietà mi sembra proprio sbagliato e pericoloso. Cose brutte e sbagliate possono certo essere occasioni in cui si dispiega anche solidarietà, ma non possono essere minimamente giustificate per questo: altrimenti dovremmo "sdoganare" anche guerre, carestie e terremoti… E se ci sono ritardi nell'approntare le soluzioni legali alternative, cambiamo la politica, senza scaricabarili di comodo, e non giustifichiamo l'illegalità "fai da te": è una china pericolosa da cui non c'è ritorno.

Come si vede ho parlato in modo chiaro e rispettoso. Naturalmente non è obbligatorio essere d'accordo con me, ma rilevo purtroppo che le risposte che mi sono arrivate sono state tutte sul filo dell'insulto. Per Egle Beltrami criminalizzo i poveri, per Cipriani faccio polemiche sterili seduto al caldo in un comodo ufficio in regione, per Amelia Frascaroli (qui il suo intervento) agito argomenti confusi, fallaci e distorsivi, non dico nulla di concreto, dirigo correnti di partito e blocchi di voti invece di affrontare i problemi. Fino ad arrivare all'insulto più infamante: non c'è differenza fra questo PD e la Lega. Figuriamoci! Ma non li ripagherò della stessa moneta, io resto sul merito della questione.

Ora, che ci siano persone bisognose di casa, di lavoro, di assistenza è sotto gli occhi di tutti, e che la situazione sia aggravata dalla crisi economica e dai fenomeni migratori in atto mi pare evidente. Che possano esserci emergenze sanitarie, minori in difficoltà e che il sindaco possa e in alcuni casi debba intervenire in modo straordinario per farvi fronte nessuno lo discute (nella mia dichiarazione di ieri ho scritto infatti che comprendo l'ordinanza del sindaco). E lasciamo a Salvini e alla Lega i loro argomenti solo a base di ruspe e di pugno di ferro, qui siamo tutti d'accordo sulla necessità di dare risposte ai bisogni e di fare funzionare i servizi sociali: il tema è come.

Esistono case sfitte o abbandonate e vale la pena di cercare modi per utilizzare anche questo patrimonio abitativo per cercare di dare risposte al bisogno di casa? E' un'idea interessante ma occorre chiarire cosa significa che l'amministrazione si fa garante nei confronti dei proprietari sia sotto il profilo economico (chi paga?), che del possesso dell'immobile (significa sgombero a richiesta?), ma soprattutto i profili di discrezionalità nel redigere questi accordi. E poi bisognerebbe capire bene come sta funzionando Acer, questo è un altro capitolo che prima o poi bisognerà aprire.

Ma detto tutto ciò, resta il fatto che di fronte alle situazioni di occupazione abusiva delle case sono possibili due scelte fra loro molto diverse. Una è l'opzione sanatoria: partire dalle emergenze cercando di attivare percorsi per convertire le occupazioni abusive delle case in occupazioni legittime. L'altra è l'opzione regole: contrastare con nettezza l'illegalità, puntando sui percorsi legali di assegnazione delle case a chi ha bisogno cercando di renderli il più possibile efficienti (Acer, appunto).

L'assessora Frascaroli, col convinto supporto di diversi esponenti di Sel, è per l'opzione sanatoria, come spiega con grande chiarezza nel suo post citato prima: "ho ritenuto che invece di mettere in strada gli occupanti … fosse meglio garantire a questi la possibilità di continuare ad usufruire – temporaneamente – degli spazi occupati … le Istituzioni si rendono garanti verso il proprietario alla restituzione dell'immobile occupato … nel periodo di 'occupazione' vengono garantite forme di contribuzioni alle proprietà da parte degli occupanti per far fronte alle principali spese di gestione sostenute dal proprietario" e nel caso di via De Maria "ci sarà una presa in carico delle persone da parte di operatori specializzati al fine di facilitare l'inserimento socio-lavorativo degli occupanti … i costi di gestione di questo intervento sono a carico di una fondazione privata".

Il PD invece da tempo ha scelto la strada delle regole, che non è un modo per negare che chi occupa sia in una situazione di bisogno, ma parte dalla constatazione che se si trattasse dei casi con maggiore bisogno allora sarebbero in testa alle graduatorie di assegnazione, e se non lo sono significa che ci sono casi di persone che hanno più diritto alla casa di loro e che non è giusto prevaricare. E' una strada di faticosa costruzione di condizioni di equità, di ricerca delle soluzioni per quanti più casi possibili, ma senza rinunciare alla difesa della legalità, contrastando con decisione le occupazioni abusive. Per questo nella legislazione dell'edilizia residenziale pubblica emiliano-romagnola chi occupa abusivamente una casa non ha diritto ad alcuna assegnazione, e per questo il piano casa nazionale varato dal governo prevede misure severe contro l'illegalità, fra cui anche la verifica della legittimità della situazione abitativa per poter allacciare le utenze.

Ora, è chiaro che fra queste due possibili opzioni occorre fare una scelta.

Scegliere di procedere in sanatoria rispetto alle situazioni abusive è un modo per risolvere il problema delle famiglie occupanti ma anche per negare i diritti di chi invece si attiene alla legalità e sta ad aspettare in graduatoria; è un modo per alimentare il proliferare delle occupazioni abusive (se l'istituzione dà la precedenza a chi occupa, perché dovrei aspettare in graduatoria?); è un modo per incoraggiare le organizzazioni parallele (più o meno spontanee, più o meno disinteressate, più o meno legali) che organizzano le occupazioni; è un modo per svilire il lavoro duro e faticoso degli operatori sociali che ogni giorno accompagnano e mediano con famiglie che nella legalità ricercano inserimento sociale ed integrazione. E potrei continuare. Non nego le buone intenzioni di chi sceglie questa strada, ma – per dirla con la saggezza popolare – credo si tratti del medico pietoso che fa la piaga verminosa.

Capisco quindi la posizione di Amelia Frascaroli e la rispetto ma non la condivido, anzi la trovo incompatibile con la posizione attenta alle regole ampiamente espressa e praticata dal Partito Democratico, che personalmente ritengo la strada giusta da seguire. Ma la linea illustrata da Amelia Frascaroli è la posizione dell'amministrazione comunale? Al sindaco Merola la risposta.

Sulle occupazioni abusive serve una scelta chiara (il medico pietoso…)
Giuseppe Paruolo

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sabato 18 aprile 2015

Il Civis nella terra di nessuno

Nei giorni scorsi ho ricevuto due documenti di difficile digestione: si tratta dell'appello della Procura della Corte dei Conti contro la sentenza di assoluzione del dicembre scorso che aveva riguardato la giunta Cofferati (me compreso) su un aspetto della vicenda Civis, e della risposta ad una mia interrogazione alla Giunta regionale sullo stesso argomento.

Avviso che questo post potrà risultare un po' lungo, ma chi pensa che problemi complessi possano risolversi con una lettura frettolosa dei frettolosi titoli dei giornali purtroppo si illude. E potrà risultare indigesto a chi pensa che fare politica implichi delegare completamente alla magistratura (penale o contabile) l'individuazione di eventuali errori e manchevolezze. Lo dico, con il dovuto rispetto dei diversi ruoli, nella convinzione che la politica debba avere il coraggio di riappropriarsi del proprio raggio d'azione, che deve comprendere anche un processo critico e autocritico di individuazione degli errori, in un'ottica di riparazione di quelli del passato e di prevenzione di quelli futuri. Ce n'è un fortissimo bisogno.

La vicenda del Civis

L'appalto per la realizzazione del tram su gomma noto come Civis è della giunta Guazzaloca, con un bando svolto nel 2003 e assegnazione finalizzata sul finire del loro mandato nei primi mesi del 2004. Pochi mesi dopo la giunta Cofferati (in cui io ero all'epoca assessore alla sanità) eredita la complessa vicenda delle infrastrutture bolognesi che comprendeva il progetto di metrò automatico Fiera-Staveco e il Civis fra San Lazzaro e Borgo Panigale, con una guerra totale fra le diverse istituzioni (ricorso della Regione alla Corte Costituzionale, contestazione della Provincia sulla VIA). Nell'ipotesi (col senno di poi assai dubbia, ma allora ci fu assicurato che era così) che non fosse possibile recedere dal contratto sul Civis senza pagare penali milionarie, la giunta Cofferati nell'autunno 2004 sbroglia l'intricata matassa (che comprendeva anche importanti fondi nazionali che era il caso di non perdere) trasformando il metrò in una metrotranvia fra Fiera e Borgo Panigale e riducendo il Civis al tragitto fra San Lazzaro e il centro di Bologna. A seguito di queste decisioni si appianano tutte le contese interistituzionali e cominciano i lavori.

La progettazione della prima tratta

Nella gara d'appalto era previsto che i concorrenti presentassero oltre che un progetto di massima su tutto il percorso, anche il progetto esecutivo per la prima tratta, quella da cui si ipotizzava sarebbero partiti i lavori. Tale tratta era nella parte di percorso verso Borgo Panigale e quindi il progetto esecutivo di quella tratta non fu poi utilizzato a seguito della ridefinizione del percorso fra centro e San Lazzaro operata dalla giunta Cofferati. La progettazione esecutiva di quella tratta doveva essere pagata? No, perché era fra gli elaborati che i concorrenti dovevano presentare per partecipare alla gara, e i costi per redigerli erano parte del loro rischio di impresa. La progettazione esecutiva di quella tratta fu pagata? Sì, anni dopo (nel 2008) ATC liquidò la somma di 1,25 milioni di euro per pagare la progettazione di quella tratta. Perché mai? Mi piacerebbe saperlo, ed è per questo che ho posto il tema anche presentando una interrogazione formale alla Giunta regionale.

La citazione alla giunta Cofferati

Nove anni dopo la delibera di ridefinizione del tracciato del Civis, nel novembre del 2013 arriva alla giunta Cofferati un invito a dedurre e successivamente una citazione per quegli 1,25 milioni: la tesi della procura contabile è che la decisione di ridefinire il tracciato abbia comportato quel pagamento e quindi ne chiede conto a chi ha preso tale decisione, la giunta Cofferati appunto. Massimo rispetto naturalmente per la procura contabile, ma non mi si chieda di spiegarne l'interpretazione degli atti, perché oltre a non condividerla proprio non la comprendo.

La clausola n. 1.6.3. del capitolato speciale d'appalto infatti recita: «Il progetto esecutivo è predisposto a cura e spese dall'Impresa aggiudicataria, salvo che per il Sottostralcio funzionale Sottopasso Persicetana di Borgo Panigale – Battindarno Capolinea che è predisposto dai Concorrenti e che viene offerto in fase di gara di appalto». A me pare del tutto chiaro che ciò significhi per nessuna progettazione esecutiva deve essere pagata dall'Amministrazione, in quanto il primo sottostralcio funzionale (la tratta in questione) è offerta in fase di gara da ogni concorrente, e tutta la progettazione esecutiva restante è a cura e spese dell'impresa vincitrice dell'appalto (ovvero dell'ATI composta da CCC e Irisbus in questo caso). Se non bastasse, nella lettera d'invito alla gara era esplicitato che ogni concorrente doveva impegnarsi a "non richiedere compensi e rimborsi di sorta per spese sostenute per la partecipazione alla gara, per l'elaborazione del progetto di corredo all'offerta tecnica e per la produzione di altri documenti". Più chiaro di così…

La sentenza di assoluzione della Corte dei Conti del dicembre 2014 si sofferma a lungo (pagine 61-65) sull'interpretazione corretta di quella clausola, ne deduce correttamente che "la spesa per il progetto esecutivo per il predetto Sottostralcio non era a carico dell'Amministrazione appaltante bensì dei concorrenti alla gara" e assolve la giunta Cofferati: la decisione di cambiare il tracciato del Civis non comportava affatto il pagamento di quelle spese di progettazione.

Perché allora quel pagamento?

Quel pagamento di 1,25 milioni effettuato da ATC nel 2008 mi era del tutto ignoto fino a quando ho ricevuto nel novembre 2013 l'invito a dedurre, come non conoscevo le scritture private intercorse fra ATC e l'ATI aggiudicataria e diversi altri documenti allegati al procedimento contabile. Li conosceva invece Raisi, assessore della giunta Guazzaloca ed estensore praticamente in tempo reale nel 2008 dell'esposto che cerca di addossare alla giunta Cofferati la colpa dell'esborso effettuato da ATC, esposto da cui parte il procedimento della procura contabile.

Io credo che sia mio dovere, dovere di tutti noi, chiedere di conoscere il perché di quel pagamento, e fare luce su diversi punti oscuri in tutta la vicenda Civis. Fra i diversi punti da chiarire, mi permetto di ricordarne uno fondamentale: perché mai nel 2004 ci fu detto che era tutto a posto, tutto perfetto, che non c'era modo di recedere dal contratto pena il pagamento di penali milionarie, e anni dopo – a lavori stradali praticamente ultimati e con 49 Civis ad arrugginire al Caab – abbiamo dovuto scoprire che mancava l'omologazione del mezzo e che il mezzo non poteva circolare? Se l'avessimo saputo per tempo, avremmo potuto fare scelte diverse! Quanto ci è costato tutto questo?

Dopo aver imparato queste cose, ho ritenuto di aspettare che la giustizia facesse il suo corso. Arrivata la sentenza di assoluzione, ho posto il tema prima pubblicamente con questo post, e successivamente ho presentato una interrogazione formale alla Giunta regionale (tra l'altro ricordo che ATC è diventato TPER, e la Regione è azionista).

Nella terra di nessuno

Il mio appello è caduto nel totale silenzio. Faccio rilevare che se avessi detto delle sciocchezze, ritengo che sarei stato sommerso di contumelie. Quando invece le domande sono fondate ma si ritiene che siano imbarazzanti o comunque inopportune, si cerca di evitare l'argomento. Mi trovo insomma in una terra di nessuno, visto che la politica non mi pare abbia – almeno finora – raccolto la sollecitazione a fare luce su una delle vicende più intricate e importanti fra quelle delle infrastrutture bolognesi. Mi sbaglierò, ma fare chiarezza invece ci aiuterebbe non solo sullo specifico della vicenda Civis ma anche a capire meglio alcune delle ragioni alla base degli insuccessi anche su altre infrastrutture di mobilità.

In questa finora solitaria battaglia per fare luce su questa vicenda non mi aiuta certo la risposta che ho ricevuto alla mia interrogazione formale dall'assessore Donini. In sostanza la sua risposta dice semplicemente che i contributi erogati dalla Regione non sono stati usati per pagare quei 1,25 milioni di progettazione e "non si ritiene necessario attivare verifiche riguardanti l'intero progetto".

Dal canto suo, la procura contabile fa appello contro la sentenza di assoluzione, e anche in questo caso ho rispetto ma non solo non condivido: non ne comprendo le ragioni. Ora passeranno altri mesi per la sentenza di secondo grado e definitiva (i gradi dei procedimenti contabili sono due), e poi?

Se posso azzardare una previsione a un certo punto arriverà l'assoluzione definitiva, tutti saranno contenti e nessuno si preoccuperà dell'unica cosa che – nell'interesse dei cittadini – sarebbe importante fare, e cioè chiederci perché è avvenuto quel pagamento improprio, chiarire i lati oscuri della vicenda Civis, comprendere perché ci si è accorti così tardi che il mezzo non era omologato, individuare le responsabilità e fare un po' di pulizia. E' la politica che deve farlo, senza aspettare né delegare questo compito alla magistratura. Siamo noi a doverlo fare, nell'interesse dei cittadini!

Il Civis nella terra di nessuno
Giuseppe Paruolo

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giovedì 16 aprile 2015

Oltre il Passante Nord

trajamSe vogliamo fare politica #perdavvero, occorre entrare nel merito delle questioni. Un tema importante per il nostro territorio è il Passante Nord: sarebbe importante riuscire a dare un taglio alla telenovela ormai ultradecennale che lo riguarda assumendo decisioni che ci consentano di rispondere alle questioni di mobilità che il Passante avrebbe dovuto risolvere, non perdere i finanziamenti disponibili, contenere al massimo l'impatto ambientale. Ho usato il verbo al passato sul Passante perché penso che non sia più (già da un po') una strada percorribile e credo sarebbe bene valutare in fretta le alternative e svoltare con decisione.

A proposito di fare politica #perdavvero, sono all'opera da alcune settimane gruppi di lavoro su vari argomenti che mettono insieme su base volontaria esperti e appassionati, iscritti al PD e semplici cittadini, uniti dalla comune volontà di approfondire nel merito gli argomenti. Un gruppo di lavoro si chiama #perdavverourbanistica, si occupa di urbanistica, mobilità, infrastrutture e ambiente, e ha prodotto una scheda molto sintetica e concreta su cosa si potrebbe fare invece del Passante Nord. Credo sia un contributo importante, che mi convince molto e che metto a disposizione di tutti. Spero sia utile a fare un passo avanti nel dibattito in corso, provando a concentrarci sul merito del da farsi. Insomma, a fare politica #perdavvero.

Oltre il Passante Nord
Giuseppe Paruolo

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