venerdì 25 dicembre 2009

Tanti auguri!

Quest'anno ho scelto una foto che profuma della nostra terra e che evoca il duro lavoro nei campi, metafora del tanto lavoro che abbiamo davanti se vogliamo arrivare a corrispondere alle giuste attese di chi si aspetta dalla politica risposte vere, oneste, lungimiranti e coraggiose.

Tanti auguri a tutti!

martedì 1 dicembre 2009

Più diritti per tutti e più sostegno per la famiglia

Il monito del cardinal Caffarra alla Regione sulla legge che estende a tutte le persone conviventi sotto lo stesso tetto, sposate o no, i benefici del welfare regionale, riapre a livello regionale il dibattito che ci fu a livello nazionale sul progetto dei "DiCo", poi naufragato, del governo Prodi.
E' passato del tempo, ma io non ho cambiato parere. Potrei limitarmi a mandarvi a leggere quel che scrissi su questo blog in quell'occasione, per spiegare che secondo me la strada non è mettere in contrapposizione il fatto di garantire maggiori diritti alle convivenze con la tutela della famiglia, ma al contrario...
... bisognerebbe tenere insieme le due cose.
Da un lato il riconoscimento di forme di tutela per le convivenze, senza nessuna equiparazione che sarebbe sbagliata e fonte di confusione. Dall'altro sottolineare che la famiglia, in crisi da mille punti di vista, va davvero aiutata con iniziative concrete: sgravi fiscali, agevolazioni, servizi, sussidi, in particolare a favore delle famiglie con figli, e così via.
Insomma,
servirebbe fare una battaglia "per" e non una battaglia "contro".
Ancora oggi credo che si debba affermare che c'è bisogno sia di riconoscere dei diritti (alle persone con i loro bisogni, dunque, a prescindere dal contratto sociale che li lega), sia di promuovere concretamente il sostegno alla famiglia (perché se il matrimonio ha un valore sociale, come credo, lo si deve dimostrare coi fatti e non soltanto a parole).
Insomma, più che fare un passo indietro sulla legge in discussione come chiede il Cardinale, io credo che sia meglio che la Regione faccia un passo avanti affiancando a quella legge una serie di misure concrete a sostegno della famiglia.

lunedì 30 novembre 2009

Contro la pena di morte (a proposito di crocifisso)

Oggi pomeriggio sono intervenuto in Consiglio Comunale per ricordare che oggi è la giornata internazionale contro la pena di morte, promossa da alcuni anni dalla comunità S. Egidio e che coinvolge oltre mille città in tutto il mondo. Da notare che il mio intervento (se volete leggerlo per intero è qui) è stato l'unico segno di coinvolgimento, benché Bologna figuri fra le città che aderiscono. Questo silenzio mi ha colpito, e ho spiegato perché nell'ultima parte del mio intervento, che di seguito riporto.
Permettetemi di dire che questa giornata ha quest'anno un motivo in più di attualità. Sono giorni in cui si discute della presenza del crocifisso nelle aule a seguito della nota sentenza della Corte europea dei diritti. Del tema discuteremo anche in Consiglio Comunale e in quel contesto dirò la mia anche sulle iniziative di forze politiche che provano a strumentalizzare il crocifisso in modo indegno.
Questa giornata è un modo a mio parere molto più vero di tante chiassose iniziative di richiamare il valore non solo religioso ma umano e civile del crocifisso, ossia del Figlio dell'uomo condannato a morte da un tribunale del suo tempo. Nonché di provare a dimostrare nella concretezza della nostra azione politica quelle radici cristiane dell'Europa che vengono sovente richiamate.
Ancora una volta, la distanza fra la sostanza e la forma tornano a interpellare ognuno di noi, e io non posso tacere il mio profondo disagio di fronte allo stridente contrasto fra le levate di scudi crociati su questioni che meriterebbero di essere affrontate in ben altro modo ed il silenzio su questioni importanti che meriterebbero invece di vederci tutti insieme a fare avanzare la cultura della vita e del rispetto, come nella giornata internazionale di oggi che ho qui inteso ricordare.

sabato 21 novembre 2009

Registro "dat", stiamo al merito

Il confronto consiliare sull'ipotesi di registro comunale per le dichiarazioni anticipate di trattamento, arricchito anche dagli esperti chiamati da consiglieri delle diverse forze politiche, ha consentito di acquisire alcuni punti fermi.

Tutti riconoscono che il registro non inciderebbe sulla validità giuridica delle “dat”, definita dalle leggi in vigore; che il registro comunale sia una legittima possibilità, dunque né un obbligo né un abuso; che sia opportuna una legge nazionale che normi la questione alla luce della Costituzione e dei progressi della medicina.

Noi riteniamo che la legge vada costruita con un consenso ampio. I presupposti ci sarebbero, visto che tutti concordano nell'escludere da un lato l'accanimento terapeutico e dall'altro l'eutanasia, e nessuno nega che vada riconosciuto uno spazio all'autodeterminazione delle persone.

Occorre quindi un dialogo vero ed un ascolto reciproco, quello che è mancato finora nell'elaborazione in Parlamento del testo “Calabrò”. Per favorire questo dialogo, è opportuno non ideologizzare questioni di natura diversa, come appunto è il caso del registro.

Se la “dat” ha anche solo un “potenziale valore probatorio” e contiene “desideri della persona che il medico deve prendere in considerazione”, per stare al minimo comune denominatore dei pareri degli esperti, perché accendere sul registro uno scontro ideologico, stracciandosi le vesti quasi che fosse la premessa per la legalizzazione dell'eutanasia?

Certo, il registro non è una delle priorità del programma di mandato, e se si trattasse di spenderci dei milioni saremmo i primi a dire che non è il caso. Ma è chiaro che qui si parla di una spesa molto limitata che consente di dare un servizio in più a cittadini che lo ritengono importante - anche in ragione della delicatezza del momento di vita a cui si riferisce - e senza in nulla offendere coloro che non lo giudicano prioritario. Naturalmente va fatto con tutte le accortezze di natura giuridico-legale.

Se dunque stiamo al merito, non c'è ragione su questa proposta per dare spazio a crociate di qualunque segno. E noi stiamo al merito.

Marina Accorsi, Lina Delli Quadri, Amelia Frascaroli, Teresa Marzocchi, Paolo Natali, Giuseppe Paruolo, Francesca Puglisi, Luca Rizzo Nervo - consiglieri comunali PD

(pubblicato sul Resto del Carlino di oggi)

martedì 17 novembre 2009

Sussurri e randellate

Nel circo politico-mediatico se ne vedono di tutti i colori, ma se capita (come purtroppo capita) che sussurri di buonsenso destino scandalo mentre sonore randellate passano sotto silenzio come se fossero la normalità, forse un campanello d'allarme dovrebbe squillare.

Un sussurro di buon senso
Alcuni giorni fa a un giornalista che mi ha chiesto cosa pensavo circa l'ipotesi di un accordo per la costruzione del nuovo stadio ho risposto che nel caso "sono fiducioso del fatto che la giunta ci coinvolgerà prima e non dopo eventuali accordi con la proprietà del Bologna". Un sussurro di buon senso, appunto. Forse un'ovvietà. Ma allora perché tanto scalpore e poi una reazione così scomposta? Lo trovo francamente un po' preoccupante...

Una randellata degna di miglior causa
Domenica un corsivo su Bologna 7 (inserto di Avvenire) se la prende con quei consiglieri comunali cattolici che tacciono "sul biotestamento, sul crocifisso e sulla finanziaria regionale che affossa la famiglia" e poi invece "si strappano le vesti perché non sono stati coinvolti dal sindaco nel progetto del nuovo stadio". Siccome io ho espresso il mio pensiero con grande chiarezza sul biotestamento in Commissione consiliare e non vedo come la mia frase sullo stadio possa essere classificata alla voce "stracciarsi le vesti", potrei cavarmela dicendo che il corsivo non si riferisce a me. Ma siccome amo la verità più della comodità, riconosco che è rivolto anche a me.

Bologna 7 ormai si ricorda di me e di qualche collega solo per rifilarci ogni tanto una razione di olio di ricino. Naturalmente non capita mai o quasi mai che ci chieda cosa pensiamo su un argomento, o che ci consenta di rispondere ad attacchi che peraltro sono di solito incongrui, faziosi e male argomentati. Mi sono stancato, caro Andrini, di telefonarti il lunedì per chiedere di rispondere. Ormai conosco a memoria la tua cortese risposta, ossia prendere tempo per chiedere istruzioni superiori. E conosco l'esito, cioè che il venerdì mi comunichi che purtroppo lo spazio su domenica non c'è.

Quindi, caro Andrini, siccome ormai conosco la musica, non sto a disturbarti. Se ci fosse un vero interesse per conoscere il mio pensiero, sono a tua disposizione. Se ci fosse qualche tema di competenza consiliare su cui pensi che io possa rendermi utile, ti ascolto volentieri. Se invece ciò che fa problema è che sono troppo affezionato all'esercizio del mio libero arbitrio, temo che su questo non ci sia nulla da fare: dovrete sopportarmi così. Sapendo che da parte mia non manca nè il rispetto nè l'affetto sincero per te e per chi ti fornisce istruzioni superiori. Affetto e rispetto nella consapevolezza della differenza dei ruoli e degli ambiti in cui siamo chiamati ad operare. Per me non arrivo a chiedere l'affetto, però un po' di rispetto in più francamente non guasterebbe.

giovedì 29 ottobre 2009

La grande prova di un popolo che vuole andare avanti

Quasi tre milioni di votanti sono la migliore risposta ai dubbi di qualcuno sull'utilità delle primarie del PD. Ora i risultati parlano chiaro: Pierluigi Bersani è il nuovo segretario, a lui i migliori auguri di buon lavoro. Con la speranza che ci sorprenda per capacità di innovazione, promozione del merito, fedeltà all'ispirazione larga e plurale che è nel DNA del Partito Democratico. Stesso dicasi per Stefano Bonaccini in Emilia Romagna.

Noi faremo la nostra parte e vigileremo. Grazie a Dario e grazie a Mariangela del cammino fatto fin qui e per quello che ancora ci attende: c'è ancora tanto da lavorare per essere all'altezza di ciò che si aspettano dal PD i suoi elettori!

mercoledì 21 ottobre 2009

Perchè sostengo Franceschini e Bastico alle primarie

Il Partito Democratico è l'unica novità che può aggregare le persone attorno ad un progetto innovatore capace di superare i gravi danni del governo Berlusconi. Per riuscirci, il PD deve essere credibile e capace di scelte coerenti e libere.
Prima di tutto credo che Dario Franceschini abbia già dimostrato coi fatti la capacità di guidare il partito, e lo provano:
  • il risultato in netto recupero alle elezioni europee,
  • un'opposizione presente e propositiva all'attuale governo,
  • scelte coraggiose e condivise che hanno sciolto nodi a lungo irrisolti,
  • una laicità praticata con serenità e senza aggressività verso alcuno.
In secondo luogo, la proposta di Franceschini ha il merito della chiarezza su alcuni punti irrinunciabili: non si torna indietro, ma si va avanti
  • confermando la scelta di primarie aperte a tutti per eleggere il segretario,
  • non tornando ad un sistema elettorale proporzionale come ai vecchi tempi,
  • credendo nella vocazione di un PD largo e rappresentativo, capace di attirare ulteriori forze e persone nella costruzione di un progetto per il futuro.
Terzo ed ultimo, Dario Franceschini è impegnato per un serio rinnovamento della classe dirigente del PD e la promozione del merito. Non è un caso che abbia il sostegno di persone come Debora Serracchiani, Rita Borsellino, David Sassoli che insieme ad altri hanno dato vita alla lista “Semplicemente Democratici” (in cui anch'io sono candidato).
Con Mariangela Bastico
Per la segreteria regionale, con Mariangela Bastico abbiamo la possibilità di eleggere alla segreteria regionale una donna di grande capacità, stimata ed apprezzata in tutti i ruoli che ha ricoperto: sindaco di Modena, assessore regionale alla scuola e sottosegretario del governo Prodi nello stesso settore. Lei saprà dare una svolta di innovazione e fiducia al Partito Democratico dell'Emilia-Romagna: ce n'è bisogno più di quanto non si creda!

domenica 27 settembre 2009

Gioie e dolori nei congressi di circolo

Se pensiamo che questa prima fase congressuale interna al PD è finalizzata a selezionare i tre candidati che si sfideranno alle primarie del 25 ottobre, e che i candidati in campo sono tre, l'interesse per i congressi dei circoli non era scontato.

Al di là del posizionamento dei candidati in questa specie di girone di qualificazione, l'unico elemento di potenziale suspance era il raggiungimento del 5% da parte di Ignazio Marino. Non a caso i suoi rappresentanti si rivolgono agli iscritti orientati a votare Bersani o Franceschini invitandoli a votare Marino per concedergli il diritto di tribuna alle primarie, riservando il voto per il candidato preferito per quando vale davvero, ossia il 25 ottobre. E comunque è ormai chiaro che Marino supererà la soglia minima.

Ma oltre ai voti, pur importanti, i congressi dei circoli stanno fornendo indicazioni significative ed elementi di riflessione che non dovremmo lasciare cadere. Sono stato presentatore della mozione Franceschini in tre congressi di circolo finora e vorrei socializzare alcune impressioni.

Tanti iscritti sono venuti a sentire e a partecipare al dibattito: c'è voglia di discutere, ed è evidente che finora le occasioni sono un po' mancate. Quindi bene feste e stand gastronomici, ma occorre più discussione politica vera, a partire dai circoli (per arrivare poi agli organismi dirigenti, cui non farebbe male un dibattito più vivo).

E' bello vedere il rimescolamento di coloro che provengono da DS e Margherita (nonché di coloro che sono approdati direttamente al PD) sulle diverse mozioni. Un rimescolamento che c'è fra i presentatori di mozione, dando luogo a situazioni spesso inedite ed interessanti, e c'è in molti casi fra gli iscritti e nel dibattito.

Quando sento le persone parlare con libertà, per qualunque mozione si stiano orientando, ho davvero la sensazione che piano piano il PD lo stiamo costruendo. Quando moglie e marito, madre e figlia, amici di lunga data votano per candidati diversi e lo dicono, e nonostante tutto si capisce che questo non sarà un ostacolo nei loro rapporti futuri; quando senti motivare in modo originale il proprio orientamento di voto, e capisci che c'è un pensiero personale nella scelta: che bello quel PD!

A volte invece capiti in un luogo dove si percepisce a pelle che c'è un solo candidato "giusto" e gli altri sono rispettabilissimi ma "sbagliati". Leggi la lista dei delegati per un candidato e ci vedi dentro sindaco, assessori, segretario del circolo, ex sindaco, ex vicesindaco, e a quel punto chiedi se c'è qualcuno politicamente attivo in quel luogo che si è orientato su un candidato diverso e ti senti rispondere che no, a parte qualche semplice iscritto sono tutti convintamente e genuinamente orientati su un solo candidato. Ora, la statistica ci dice che non è impossibile che sia naturalmente così, ma soltanto molto improbabile. L'ho fatto notare a uno dei maggiorenti locali e lui mi ha risposto che in altri luoghi capita lo stesso a favore del candidato che sostengo io. Bene, se davvero così fosse il mio giudizio non cambierebbe: in quei posti c'è bisogno di più PD. Abbiamo ancora molta strada da fare.

venerdì 18 settembre 2009

Trebbo di Reno!

Ieri sera ho avuto il privilegio di presentare la mozione Franceschini al primo congresso di circolo nella provincia di Bologna, a Trebbo di Reno, frazione di Castel Maggiore.

Ho davvero apprezzato il clima sereno del confronto ed il rispetto reciproco, la consapevolezza che ogni candidatura può dare un contributo importante al PD, il fatto che tante persone fossero venute per ascoltare e discutere e non solo per votare, la mescolanza di generi e di generazioni, il respiro di una storia che ci vedeva parlare di futuro in una sala sui cui scaffali resistevano alcuni interessanti reperti storici (come potete vedere dalle foto, non ho resistito alla tentazione di immortalarli).

In particolare mi è piaciuto tantissimo vedere persone della stessa famiglia dire con grande serenità che votavano per candidati diversi, a testimoniare che il congresso e le primarie devono essere davvero una scelta libera in cui ognuno mette in campo la propria capacità di giudizio nella consapevolezza che saremo comunque insieme a costruire il futuro di questo partito e del nostro paese.

E naturalmente non posso che essere contento del fatto che in tanti abbiano giudicato col proprio voto le proposte di Dario Franceschini e Mariangela Bastico come le migliori per portare avanti il progetto del PD in Italia e in Emilia-Romagna...

lunedì 3 agosto 2009

La glasnost e la perestrojka di Franceschini

Venuto alla luce dopo oltre un decennio di incubazione, il Partito Democratico è ora di fronte per la prima volta ad un congresso dall'esito non scontato. Speriamo sia l'occasione per dare risposte convincenti su alcune domande aperte ormai da troppo tempo, ricordandoci che oltre che il congresso è il futuro stesso del PD a non essere scontato.

La prima risposta non retorica che occorre è sul senso del progetto: crediamo ancora ad un partito che abbatta antichi steccati, superi vecchie appartenenze, non solo politiche ma anche culturali, per dare vita ad una sintesi nuova e capace di interpretare le sfide del futuro non solo nell'ottica della riproposizione degli schemi del passato?
Attenzione, perchè se ci si ferma alla pura declamazione, la coesistenza di un progetto teorico con l'assenza di un nuovo pensiero comune ed il conseguente richiamo alle vecchie identità rischia di aprire la porta a forme ibride di futurismo nostalgico: un ossimoro politico che funziona solo rispolverando un approccio più proporzionale in cui ognuno torni ad accarezzare la propria specifica identità politica per poi cercare le sintesi solo sul terreno della condivisione del potere e delle alleanze: e in ogni caso durerebbe poco.

Il secondo nodo riguarda il rapporto fra il partito e la società, ed è simboleggiato dal tema delle primarie. Ha senso fare primarie in cui si chiede agli elettori di pronunciarsi sulle scelte importanti (come la guida del partito ma non solo) o si tratta di un'intrusione indebita negli affari interni di un'associazione privata che quindi deve affidare le sue scelte solo al corpo degli iscritti?
Le primarie sono un simbolo perchè qui in realtà si incrociano temi diversi. C'è di mezzo la polemica un po' surreale fra partito radicato e partito liquido, ossia fra il ricordo di un passato da tempo scomparso e un'idea per il futuro che non ha mai preso corpo. C'è un bisogno anche inconscio di "mettere ordine" fra noi per fronteggiare un Berlusconi che sovrasta le divisioni nel suo campo dando l'illusione di un pensiero coerente, e quindi si cerca di stringere i ranghi perchè in mezzo agli iscritti ci si riconosce con più facilità.
In questo senso purtroppo non c'è da stupirsi se ogni tanto qualcuno pensa di risolvere i problemi del PD invitando qualcun altro ad andarsene oppure se nella pratica riaffiorano prepotenti nostalgie del centralismo democratico, come la storia recente del PD bolognese ampiamente dimostra. C'è infine un atteggiamento di fondo che condiziona la scelta, circa la presunzione di essere migliori della società che ci candidiamo a rappresentare. Tema che ci porta alla terza decisiva questione.

Domanda: il PD rappresenta già il rinnovamento della politica che dobbiamo solo preoccuparci di fare conoscere meglio al Paese perchè gli elettori lo riconoscano col voto, o dobbiamo partire dalla consapevolezza che l'idea di fondo di cui il PD è portatore è ben più avanti della nostra concreta attuale capacità di inverarla in modo pienamente credibile?
In questa politica di superuomini, credo che sia fondamentale inoculare un po' di sana modestia. E se di ciò siamo consapevoli, dobbiamo allora chiederci con quali metodi possiamo fare spazio ad un "nuovo" che possa contribuire a comporre quel mix di visione, merito, competenza ed onestà che ci occorre, senza avere come uniche alternative il ritorno all'antico o un nuovismo vuoto e solo di facciata.

Quando ho visto il modo con cui si è candidato Dario Franceschini, facendo comprensibilmente innervosire molti dei maggiorenti del partito, ho avuto la sensazione che avesse colto che questi nodi sono fondamentali e da sciogliere con coraggio. Parlandone con lui a voce, questa mia speranza si è rafforzata e si è tramutata in un sostegno aperto. La buona candidatura di Mariangela Bastico in Emilia Romagna mi pare già una prima conferma.
E' vero, come ci ricorda saggiamente Arturo Parisi, che di base c'è il rischio che "il chi preceda di troppo il perchè", ma qui non sono in discussione dettagli ma il senso profondo del nostro progetto, e sono questioni ineludibili. Se Franceschini avesse voluto eluderle, poteva fare scelte diverse, ma non le ha fatte: e nella situazione attuale se Franceschini accettasse di eluderle si condannerebbe ad una sicura sconfitta.

Certo, è vero che Franceschini è uno della classe dirigente che lui stesso propone di innovare radicalmente, ed ha avuto una responsabilità di primo piano nel PD di questi primi due anni, come i suoi competitori non mancheranno di ricordargli in questi mesi congressuali.
Dunque, per cambiare completamente gioco possiamo fidarci di uno che si è sempre allenato secondo gli schemi che ora si propone di superare? Solo i fatti sapranno darci una risposta piena, ma voglio ricordare come alcune delle riforme più importanti che ci sono state consegnate dalla storia non sono state promosse da outsider arrivati per caso ma da persone che una volta assurti alla massima responsabilità hanno dimostrato di non essere uguali a tutti quelli che li avevano preceduti.
Per questo spero davvero che Franceschini si riveli come il Gorbaciov del Partito Democratico. Perchè al PD serve molta molta glasnost ed anche una seria e robusta perestrojka!

martedì 21 luglio 2009

Pensieri, parole, opere e omissioni

Ieri il gruppo consiliare del PD si è riunito per decidere sulle presidenze delle commissioni consiliari. Il capogruppo ha portato una proposta già confezionata su 5 nomi, e il mio non c'era. Prudenza suggerirebbe, in questi casi, di dire che la cosa non mi interessava e passare oltre in scioltezza. Io però non ho intenzione di arruolarmi nella già folta schiera degli ipocriti e fare finta di non vedere l'evidente problema politico che la questione sottende. Dirlo ieri non è servito a cambiare la decisione, ma è stata comunque una discussione lunga e interessante.

Si era partiti nei giorni scorsi enunciando criteri oggettivi come la competenza e la conoscenza della macchina amministrativa: in base a questi parametri chi poteva essere più qualificato del vicesindaco uscente riconfermato dalle urne come consigliere? Non solo invece il mio nome è stato escluso, ma mi si è negato di conoscere quali sono le motivazioni di quella che appare come una evidente pregiudiziale sul mio nome.

Che senso ha che il partito mi abbia chiesto di candidarmi in virtù "dell'ottimo giudizio sul lavoro svolto" (parole di De Maria, aprile 2009), e poi oggi non ritenga di dare un minimo segno di continuità amministrativa anche solo a livello di commissione? Su questa domanda diversi consiglieri hanno concordato come sia schizofrenico da parte del PD bolognese aver detto fino a ieri che la giunta Cofferati era perfetta e oggi fare finta che non sia mai esistita: ma, hanno aggiunto, il problema non possiamo risolverlo noi. Anche perchè, guarda il caso, mancavano all'incontro sia il sindaco che il segretario.

Avevo già chiarito al capogruppo, che in modo ineffabile mi aveva spiegato come per una figura del mio calibro la presidenza di una commissione fosse ben poca cosa, che non ho problemi di ruolo, aspettative da soddisfare o delusioni da compensare. La mia preoccupazione è per la perdita di credibilità che questi metodi causano fra gli elettori.

Penso allo smarrimento di chi nei settori in cui ho operato negli ultimi cinque anni è andato a votare per Delbono convinto così di promuovere una continuità nei riferimenti politici che riteneva opportuna.
Penso ai complessi equilibrismi per quote che servono a giustificare a posteriori decisioni prese per ben altri motivi e a tenere nell'ombra gli autorevoli sponsor romani e bolognesi che si sono mossi. Se poi qualcuno osa dire parole di verità lo si può sempre rimproverare con un richiamo al senso di responsabilità.
Penso alla credibilità delle parole che si spendono, perchè c'è comunque in città chi sa leggere oltre i curriculum diffusi dagli uffici stampa e valutare la reale corrispondenza delle scelte fatte rispetto ai criteri enunciati.

Continuiamo pure così...

lunedì 6 luglio 2009

Varata la nuova Giunta

Il Sindaco ha annunciato la nuova Giunta Comunale: alla Giunta e al Sindaco i miei migliori auguri di buon lavoro per il bene di Bologna.
Molte persone, non solo fra coloro che mi hanno sostenuto in campagna elettorale, stupiti per la mia mancata conferma nella squadra di Giunta, si dicono dispiaciute e mi chiedono spiegazioni.
Naturalmente per parte mia posso solo confermare che intendo proseguire nel mio impegno per il bene della comunità e per cercare di cambiare in meglio la politica.
Per aggiungere qualcosa in più, pubblico il testo di una mail che mi è giunta dalla presidente di una associazione che opera in ambito sanitario, e la mia risposta.

Mail ricevuta il 3 luglio 2009
Non puoi immaginare la delusione che ho provato nell'apprendere la composizione della giunta. Forse c'era da aspettarselo? Abbiamo perduto una persona che sapeva ascoltare e rispondere con sincerità e gentilezza alle nostre richieste.
Speriamo di poterci vedere anche in altro ambiente al di fuori della politica. Le persone come te non vengono apprezzate e la nostra amarezza aumenta sempre più. Quale riferimento possono avere i giovani? Ti confesso che questo esito mi convince sempre più che gli onesti non possono fare politica.
Con affetto e riconoscenza


La mia risposta
Carissima, anzitutto grazie per il tuo apprezzamento e per le tue parole.
Infatti la mia amarezza non è solo per me: ho un buon lavoro, in Consiglio Comunale continuerò ad occuparmi di ciò che mi sta a cuore e non mi dispiacerà avere un po' più di tempo per la famiglia e per gli interessi e gli svaghi che in questi anni ho dovuto trascurare.
La mia amarezza è soprattutto per te, per voi, per tutto il mondo che ho conosciuto, apprezzato e con cui ho lavorato bene in questi anni. Un mondo che - le tue parole e quelle di tanti altri che mi hanno chiamato in questi giorni lo testimoniano - semplicemente non capisce quale sia il criterio con cui si affidano le responsabilità. O meglio, coglie che il merito di chi ha lavorato bene e le aspettative dei cittadini hanno un peso decisamente inferiore ad altre logiche tutte interne al mondo politico, che anche per questo sentono sempre più distante e incapace di dare risposte credibili alle loro esigenze.
Tutto questo, però, non fa che rafforzare le ragioni del mio impegno per cambiare le cose.
In ogni caso non perdiamoci di vista.
Un caro saluto

giovedì 11 giugno 2009

Elezioni, il giorno dopo

Come la campagna elettorale è un'occasione straordinaria per incontrare le persone, con le loro speranze, paure, idee, giudizi, così le elezioni sono un segnale da ascoltare con molta attenzione, l'occasione per una riflessione profonda.

Ma prima qui a Bologna c'è da vincere il ballottaggio: questa ora è la priorità.

Intanto voglio ringraziare le persone che mi hanno assegnato la loro preferenza nella lista del PD per il Consiglio Comunale, consentendomi di essere eletto con un ottimo risultato (638 preferenze). E' una fiducia che intendo ripagare con il massimo impegno.

giovedì 4 giugno 2009

Invito al voto ai giovani bolognesi

Quale grande sfida stiamo affrontando e provando tutti insieme a vincere? Su quale grande obiettivo di fondo misuriamo la nostra politica?

Spesso i cittadini chiedono conto anzitutto delle buche nelle strade, delle multe, del funzionamento dei servizi. Certo, la politica è anche buon governo, ma è sufficiente?

Pensiamo all’Italia del dopoguerra: l’obiettivo condiviso era la ricostruzione, e gli italiani, insieme, ce l’hanno fatta. Come gli spagnoli degli anni ‘80, che volevano recuperare il tempo perso sotto la dittatura franchista, e che oggi ci stanno superando. Come i tedeschi degli anni ‘90, che hanno fatto enormi sacrifici per riunificare la Germania. Come il popolo turco che oggi vuole fortemente entrare nell’Unione Europea.

E noi, oggi?

Non possiamo lasciare campo libero all’Italia delle paure, del timore di perdere qualcosa dei benefici accumulati, e che si chiude in difesa dell’esistente, scaricando i pesi su chi non ha voce (come le generazioni successive) senza accorgersi che così il declino è assicurato.

La sfida da vincere è quella di puntare sul merito e non sulle rendite di posizione. Il merito per ridare peso alla ricerca e all’innovazione nella scuola e nell’economia. Il merito per difendere il sistema pubblico di welfare: sanità, servizi sociali, sistema educativo. Senza merito andremo a fondo. Senza merito, quali speranze daremo alle nuove generazioni?

Si tratta di un ampio orizzonte che non possiamo pretendere ci venga dall’alto. Certo, possiamo stare seduti ad aspettare che anche da noi compaia un Obama che ci tiri fuori dalle secche. Oppure, più intelligentemente, diamoci da fare dal basso per promuovere una politica che abbia questa dimensione e questa ambizione. Dalle piccole cose, dall’amministrazione di Bologna, ma con lo sguardo al futuro e al mondo. Una visione di insieme aiuta anche a riparare le buche nelle strade e migliorare i servizi quotidiani!

Io ci ho provato, anche in questi ultimi cinque anni. È un po’ lungo da spiegare in poche righe, ma se vi andate a leggere il mio rendiconto di mandato sul sito www.giuseppeparuolo.it, potete poi giudicare voi stessi.

Proprio perché sono conscio e fiero di una diversità nel mio modo di vivere la politica, non ho e non cerco scorciatoie: se condividi lo stile del mio impegno ti chiedo di votarmi e di sostenermi, ad esempio segnalando questa lettera ai tuoi amici.

Grazie del tuo ascolto. Un saluto cordialissimo, Giuseppe Paruolo

lunedì 1 giugno 2009

Un pensiero per Rino

Il 2 giugno ricorre il quarto anniversario della scomparsa di Rino Bergamaschi. Nei giorni scorsi la Cisl di Bologna ha inaugurato il proprio archivio storico intitolandolo a colui che era stato il suo segretario dal 1977 al 1992. Nella cerimonia, Bergamaschi è stato ricordato soprattutto per la sua carriera nel sindacato. Successivamente, è stato segretario della DC ed autorevole esponente del PPI bolognese. In quella veste l'ho conosciuto nel 2001, in occasione della confluenza di PPI e prodiani dell'asinello nella Margherita. 

Nella foto qui sotto, scattata sulla tomba di Giuseppe Dossetti a Monte Sole il 22 marzo 2003, Rino è a sinistra dietro l'albero, fasciato da una bandiera della pace. 


Ho molto apprezzato Rino per la sua capacità di essere elemento di coesione senza per questo temere il confronto e per il suo atteggiamento sempre positivo e leale. Negli ultimi anni della sua vita mi è stato davvero vicino e mi ha molto aiutato, e ancora adesso la sua amicizia mi manca molto.

mercoledì 27 maggio 2009

Ecco a voi il non pervenuto

Nel telegiornale di èTG di ieri sera, che mi sono andato a rivedere su Internet, c'è stato un servizio sugli strascichi del giudizio negativo ("esalta la poligamia") espresso dall'Arcivescovo Carlo Caffarra sullo spot della nuova Renault Scenic.

Il servizio del telegiornale inizia richiamando i concetti espressi dal Cardinale, prosegue bacchettando i giornali rei di aver esagerato la portata polemica delle sue parole, e chiude parlando delle reazioni del mondo politico. Siccome mi sono preso la briga di "sbobinare" il parlato del servizio, se volete il dettaglio lo trovate qui.

Ma attenzione: proprio dopo aver lamentato la scarsa correttezza dei quotidiani, il telegiornale si permette una evidente scorrettezza. Riporto il testo integrale di questa parte.

I politici intanto commentano: Giovanni Salizzoni e Paolo Foschini del PDL [spezzoni video dei due] difendono il Cardinale, il candidato sindaco Monteventi [inquadrato] lo attacca così come il democratico Lo Giudice e gli esponenti di Sinistra per Bologna Naldi [inquadrato] e Franchi. Non pervenuti, come al solito, i cattolici del PD [e su queste parole scorrono le inquadrature mia e di Giovanni Maria Mazzanti].

Ora, vorrei rivolgere in modo aperto e franco alcune semplici domande al direttore di èTG Giovanni Mazzoni.

1) Se eravate così interessati a conoscere il mio parere su quell'argomento, perché non avete provato a fare la cosa più semplice, e cioé chiedermelo?

2) Il servizio dice "non pervenuti, come al solito". A quali altri episodi si fa riferimento? Sono davvero curioso.

3) Mi pare evidente nell'uso dei verbi una radicalizzazione della discussione. Per èTG Foschini e Salizzoni non "sono d'accordo" con il Cardinale ma lo "difendono", così come Monteventi, Lo Giudice, Naldi e Franchi non "esprimono disaccordo" ma lo "attaccano". Se ne deduce, in questa piccola guerra di religione, che noi "non pervenuti" siamo colpevoli di omissione di soccorso? E' questa la tesi politica che il servizio andato in onda intendeva promuovere?

Mi fermo qui, per ora. Chissà se il direttore Mazzoni avrà la bontà di rispondermi, e chissà se il suo telegiornale fosse davvero interessato al mio parere sull'argomento. Ma nel caso potremmo confrontarci sul senso di una politica vissuta e raccontata come se si fosse ad una puntata di un quiz in cui è obbligatorio premere il pulsante in fretta e parlare, mentre il pensiero rimane facoltativo. Se è così, immagino che dal punto di vista di èTG Salizzoni e Foschini abbiano vinto una bambolina: niente male, in campagna elettorale...

domenica 24 maggio 2009

Emozioni di campagna elettorale

L'altra sera, all'inaugurazione della sede dell'associazione Il seno di poi, l'incontro con tante donne che hanno vissuto o che stanno vivendo l'esperienza difficilissima di un tumore al seno, mettendo al centro la solidarietà e l'aiuto reciproco.

Agli incontri con i donatori di sangue e di midollo osseo e con le associazioni dei trapiantati di organi continuo a ripetere che anche qualora la medicina dovesse trovare risposte alternative (con organi artificiali, sangue coltivato in laboratorio, cure alternative) avremmo bisogno comunque di chi ci dà l'esempio della donazione: la nostra società ha un bisogno enorme di riscoprire l'importanza della gratuità e del donare, loro sono testimonial viventi che dobbiamo ringraziare ben al di là dell'aspetto pratico di funzionamento del sistema sanitario.

Così i volontari nelle ambulanze e le altre mille forme di volontariato attivo, oltre all'aiuto pratico e alla soluzione dei problemi, sono anzitutto un buon esempio. Mentre le associazioni dei malati e dei loro familiari, certamente portano alla luce un grande carico di sofferenza ma al tempo stesso testimoniano la solidarietà che ci permette di affrontare anche le prove più difficili.

Ne sto incontrando tante, in questi giorni di maggio tradizionalmente dedicati alle assemblee conclusive dell'attività prima della pausa estiva, o a convegni come quello di ieri di Le parole ritrovate in ambito psichiatrico.

Siamo in campagna elettorale, tu sei una specie di trottola che passa da un'iniziativa all'altra. Poi arrivi ad uno di questi incontri, e capisci che i bisogni sono enormi e tu sei piccolo piccolo. Per poter dare voce e gambe alle tante cose che ci sono da fare, la prima cosa da fare credo sia davvero lasciarti coinvolgere, con la mente e con il cuore. Così, le priorità cambiano e i bigliettini elettorali che ti sei portato dietro rimangono in tasca. Mi viene in mente Battisti: tu chiamale se vuoi, emozioni.

mercoledì 13 maggio 2009

La mia lettera al Circolo "Colli"

Cara Giulia, care democratiche e cari democratici del Circolo “Colli”,
l’appuntamento elettorale che abbiamo di fronte è importante per il futuro della nostra città, e deve essere  affrontato con il massimo impegno da parte di noi tutti.
E’ anche un’occasione da non perdere per costruire il Partito Democratico nei termini in cui ce lo chiedono i nostri elettori: generoso, nuovo, aperto, proiettato verso il futuro. 
L’idea di effettuare “abbinamenti” territoriali fra i candidati al Consiglio Comunale e i Circoli del PD in città ci è stata presentata come un modo per concentrare gli sforzi nella campagna elettorale per il nostro candidato sindaco e il nostro partito, senza troppo concedere ad una competizione interna sulle preferenze. Pensavo che ciò comportasse un ascolto degli orientamenti di ogni circolo, un ragionamento sulle potenzialità di traino sul voto che in ogni territorio i diversi candidati potevano avere, una condivisione del quadro complessivo risultante da questo lavoro preparatorio negli organismi del partito. 
Non è stato così, ma questo non è il momento per discussioni o polemiche: bisogna mettere da parte il rammarico e dare prova di generosità. Questo intendo fare, compiendo scelte personali coerenti con la mia storia politica.
Chiarisco prima di che rammarico si tratta. Da un lato ci sono persone, fra cui diversi segretari di circolo, che mi hanno detto che se fosse stato per loro avrebbero volentieri usato la mia candidatura per promuovere il consenso al PD nel loro territorio. Dall’altro, la consapevolezza del lavoro che ho fatto in questi anni come Assessore e negli ultimi mesi come Vice Sindaco, mi porta a ritenere che vi siano diversi luoghi in città in cui la mia presenza potrebbe risultare utile al voto per il PD e per Flavio Delbono: dove abbiamo inaugurato nuove strutture sanitarie, dove abbiamo risolto problemi di emergenza sociale e di abusivismo, dove abbiamo sanato situazioni di antenne per la telefonia mobile e via discorrendo nei diversi campi dove ho in prima persona operato nel corso di questo mandato. Quindi, il mio rammarico è per la mancata opportunità di portare voti al partito. 
Intendo perciò praticare un approccio diverso e trasparente là dove mi è stato “riservato” un abbinamento: il vostro circolo, che peraltro annovera fra i suoi iscritti molti cari amici. Per questo, ringraziandovi per la disponibilità che avete manifestato a sostenermi, io vi chiedo di fare una cosa nuova. Ragionate e decidete con la massima libertà quali candidature proporre sul vostro territorio per rafforzare, a vostro giudizio, la proposta del voto al PD e a Delbono. 
Mi permetto ad esempio di suggerirvi l’utilità di sottolineare la candidatura di una figura come quella di Maurizio Cevenini, iscritto al vostro circolo e ben conosciuto sul vostro territorio. Anch’io sono a disposizione, se riterrete utile parlare ai cittadini della vostra zona che sono stati interessati alla delocalizzazione dell’antenna prevista in via Martucci o stanno seguendo quella dell’antenna di via San Mamolo, e con coloro interessati ai futuri sviluppi sanitari e urbanistici dell’Istituto Ortopedico Rizzoli, solo per fare degli esempi. E se ci sono altri nomi che ritenete utile sottolineare, ben vengano: l’importante è che siate voi a decidere serenamente e consapevolmente.
Fin da piccolo, non mi sono mai piaciuti gli uccellini in gabbia. Quindi niente gabbie, niente paure: voliamo liberi, e facciamo del nostro meglio per dare a Bologna il miglior governo possibile e fare del PD la forza generosa e aperta che i bolognesi e gli italiani si aspettano che diventi.
Un cordialissimo augurio di buon lavoro.
Bologna, 13 maggio 2009

martedì 21 aprile 2009

Cazzola e lo stile Tacopina

Leggo su una agenzia di stampa di oggi che Alfredo Cazzola mi attacca partendo dalla questione degli sgomberi di Prati di Caprara (e qui dovrei rifare il lungo elenco dei risultati che abbiamo ottenuto con la linea "legalità & integrazione") per arrivare sul tema sanitario:
"Intanto bisognerebbe avere un sindaco - esordisce Cazzola - In questo momento purtroppo non lo abbiamo e chi lo sostituisce ha dimostrato certamente di non essere all'altezza già dell'assessorato alla Sanità". Anzi: "Recentemente ho parlato con i massimi vertici del settore - fa sapere - e tutti hanno avuto parole molto critiche", in "modo particolare sulla scarsa competenza dimostrata in questi anni" da Paruolo.
Ora, non è la prima volta che Cazzola mostra insofferenza nei miei confronti. Ai tempi della vicenda Tacopina, sulla cui credibilità io avevo espresso i miei dubbi invitando il Bologna FC ad andarci coi piedi di piombo, mi apostrofò accusandomi di avere un cognome non bolognese e sostenendo che le mie preoccupazioni potessero danneggiare la società calcistica. Sappiamo poi come andò a finire, e chi avesse ragione.

Più di recente, ha sostenuto che fosse sbagliato mettere alla sanità uno come me che non è medico. Naturalmente libero di fare le sue scelte se diventerà sindaco, ma io - che tengo al merito delle questioni - ho già avuto occasione di rispondergli che "Se Cazzola o chi per lui vuole confrontarsi sui temi di politica sanitaria, io sono a disposizione, lasciamo poi a chi ascolta il giudizio su chi ha ragione."

Naturalmente non ha risposto alla mia sfida sul merito, ed oggi mostra evidente nervosismo tornando ad attaccarmi ed alludendo ad un giudizio negativo dei "massimi vertici del settore" su di me. A parte che potrebbe leggersi il mio resoconto di mandato per farsi un'idea dei risultati che abbiamo ottenuto in questi anni, mi chiedo chi saranno mai questi massimi vertici? Non le direzioni delle aziende sanitarie, che hanno subito fatto sapere di avere su di me un parere molto diverso da quello di Cazzola. Ma allora chi sono?

Caro Cazzola, faccia i nomi, citi fatti specifici, abbia il coraggio di confrontarsi sul merito. Altrimenti viene il dubbio che lo stile Tacopina sia anche il suo.

venerdì 17 aprile 2009

Il mio rendiconto di mandato

Rendere conto del lavoro svolto è un dovere verso gli elettori, un modo per entrare nel merito delle questioni, uno stile nel fare politica. C'è l'orgoglio di sottolineare i risultati raggiunti e l'umiltà di rimettersi al giudizio dei cittadini. Ecco quindi il mio rendiconto di mandato.

E in linea nel mio nuovo sito web, che sostituisce dopo 10 anni di onorato servizio il vecchio sito con cui ho mantenuto informate le persone che seguivano il mio lavoro e tutti gli interessati alle mie attività. Il nuovo sito raccoglie il testimone e continua con una nuova veste più ricca di immagini e di contenuti.

lunedì 13 aprile 2009

Il perfido genio di Tremonti

Giulio Tremonti è veramente un genio (del male). Premesso che è dovere sacrosanto di tutti e non solo del governo attivarsi per aiutare in ogni modo le popolazioni terremotate dell'Abruzzo a tornare alla normalità, con la sua proposta di inserire gli aiuti ai terremotati fra le opzioni per la destinazione del 5 per mille dell'Irpef da parte dei contribuenti, dal suo punto di vista realizza un terno al lotto.

Primo, ottiene un'immediata visibilità mediatica, come se questa proposta dimostrasse la capacità del governo di dare risposte efficaci all'emergenza terremoto.
Secondo, non scuce un euro: spero sia chiaro a tutti che inserire questa ulteriore possibilità avrà come effetto pratico quello di togliere risorse che sarebbero state destinate ad altri enti per dirottarle sulla (doverosissima) opera di ricostruzione, evitando al governo di dover reperire altrove quei fondi.
Terzo, affossa il mondo del volontariato, della ricerca e delle associazioni, che sono i principali destinatari del 5 per mille, ma evidentemente non interessano più di tanto a questo governo.

Finora le possibilità di scelta erano cinque: gli enti del volontariato, gli enti della ricerca scientifica e dell'universita', gli enti della ricerca sanitaria, le attivita' sociali svolte dal comune di residenza e le associazioni sportive dilettantistiche riconosciute dal Coni.

Forse erano perfino troppe. Per questo, nonostante la nostra cronica carenza di fondi, come Comune di Bologna decidemmo di non pubblicizzare la possibilità dei bolognesi di devolvere a noi il 5 per mille. Non perchè non avremmo potuto spenderlo efficacemente, ma per lasciare a volontariato, ricerca scientifica e associazioni una delle poche opportunità di finanziamento di cui dispongono.

A differenza di Tremonti e Berlusconi, noi pensiamo che questo tessuto sia fondamentale per la tenuta sociale, e lo abbiamo dimostrato. Che poi in larga misura si tratta delle stesse associazioni che in occasioni come il terremoto si attivano per prime, è un dettaglio che non interessa il ministro. Le voci che dal mondo del volontariato si sono levate contro la proposta di Tremonti (e che hanno ad esempio proposto di usare la quota di 8 per mille destinata allo Stato proprio per questioni come le calamità naturali) sono del tutto condivisibili.

La cosa che più mi dispiace è infatti la superficialità con cui tanti hanno subito mostrato di apprezzare l'idea di Tremonti. Purtroppo, finchè Pinocchio resterà credulone, il Gatto e la Volpe continueranno a farla da padroni...

venerdì 10 aprile 2009

La bellezza della generosità

In un mondo dove tanti si preoccupano soprattutto di ricevere, capita di incontrare qualcuno che invece pensa a donare. Ci sono diversi modi per farlo, e tutti meritano davvero di essere riconosciuti ed elogiati: non solo per il problema pratica che risolvono, anche se è già tantissimo, ma per il segno di costruzione di comunità che ci consegnano.

E' toccato a me, tra gli altri, ringraziare l'altro giorno a nome della città la famiglia della signora Derna Zerbini. La donazione è davvero consistente, e ci ha consentito di acquistare 4 pulmini che serviranno al trasporti di minori con disabilità. Li ho ringraziati a voce, e voglio farlo anche con queste righe. E insieme a loro, vorrei ringraziare tutte le persone che compiono gesti di generosità analoghi: ho avuto il piacere di stringere la mano a diversi di questi benefattori, in occasione dell'inaugurazione di un'ambulanza o di un altro strumento di pubblica utilità.


Sulla fiancata dei pulmini c'è una semplice scritta: "In ricordo di Odette e Aurelio". Se li vedrete in giro per Bologna, ora sapete che ci sono cuori generosi cui tutti dobbiamo essere grati

lunedì 6 aprile 2009

Un'idea che diventa realtà

Viene presentato oggi ufficialmente il nuovo portale della salute dell'area metropolitana di Bologna. Nella presentazione che è in linea lo descrivo come segue.


Vogliamo cambiare punto di vista: smettere di pensare ai servizi sanitari solo con l'ottica di chi li fornisce e metterci nei panni del cittadino che ha bisogno di usarli. Il nuovo portale bolognese della salute è quindi un modo di voltare pagina. Ci troverete informazioni semplici, come le farmacie di turno o i medici di famiglia; funzioni avanzate, come la prenotazione o il pagamento di prestazioni; indicazioni in tempo reale, come il tempo d'attesa nei pronto soccorso e nei centri di prenotazione; elenchi e mappe georeferenziate, con la possibilità di costruire percorsi. Non importa sapere prima quale sia l'azienda sanitaria che gestisce un certo servizio, perchè questa è l'ottica del cittadino.

Uno sforzo fortemente voluto dai politici (la Conferenza Territoriale Socio-Sanitaria, che presiedo insieme al collega della Provincia Giuliano Barigazzi); reso possibile da chi ha le responsabilità di gestione ai vari livelli (la AUSL di Bologna, il Policlinico S. Orsola-Malpighi, l'Istituto Ortopedico Rizzoli e gli altri enti ed associazioni coinvolti) e da chi con loro ha realizzato tecnicamente il sito (Cup2000). Mi si lasci ricordare Roberto Ragazzi, il responsabile comunicazione della AUSL di Bologna scomparso tragicamente proprio mentre lavoravamo insieme all'impostazione di ciò che oggi comincia a essere realtà.

Sono certo che i cittadini apprezzeranno questo cambio di passo. Molte funzioni verranno sviluppate ed aggiunte a quelle che già oggi sono disponibili. Quindi c'è ancora strada da fare, ma una cosa è certa: indietro non si torna.

venerdì 3 aprile 2009

Via l'antenna di via Vittoria, che soddisfazione

Non è un mestiere sempre gratificante quello di amministratore pubblico, ma una delle cose più belle che possono succederti è questa: dopo aver tenacemente perseguito un risultato su cui ti eri impegnato con un gruppo di cittadini, raggiunto l'obiettivo, sentirti dire grazie.

L'antenna di via Vittoria era veramente il peggio che si potesse immaginare: un palo alto come un palazzo di 8 piani messo esattamente davanti ad un palazzo di 8 piani! Una scelta veramente assurda, che avevamo ereditato e che abbiamo presto riconosciuto come da cambiare.

Ora, con il tavolo partecipato è abbastanza agevole decidere la miglior collocazione di una nuova antenna, ma non è per niente facile spostare un'antenna esistente. Occorre immaginare un processo graduale, che parta dalla catalogazione delle antenne pregresse (un'altra delle cose che siamo riusciti a fare in questo mandato), individui le più critiche e pian piano le sostituisca, magari alla scadenza dei contratti di affitto. Ma, mentre facevamo partire questo processo complessivo, almeno su un'antenna, probabilmente la peggiore esistente, volevamo rimediare.

C'è voluta un sacco di pazienza e il coinvolgimento di tanti: anzitutto convincere i gestori (Telecom, Vodafone, Wind) a spostarsi, individuare il nuovo sito, ottenere il permesso di costruire lì la nuova antenna. Faccio una pausa per dire grazie a GD e Isabella Seragnoli, che ha non solo accettato di mettere l'antenna sull'edificio direzionale dell'azienda, ma ha contribuito concretamente a raggiungere il compromesso economico che ha reso lo spostamento possibile. Ma non è finita: è stata raggiunta la compatibilità architettonica che soddisfacesse l'architetto che aveva firmato l'edificio, e poi abbiamo risolto una serie di problemi con gli enti di controllo del traffico aereo (l'antenna sfiora il "piatto aereo" previsto nei dintorni dell'aeroporto).

Ma alla fine è successo: nelle settimane scorse la nuova antenna è diventata operativa e la vecchia antenna è stata eliminata. Con grande giubilo del comitato di cittadini di via Vittoria, che vedete brindare con me e il presidente del quartiere Reno nella foto. La vecchia antenna, che sarebbe stata praticamente alle nostre spalle, non c'è più. La nuova non la vedete perchè è lontana e non dà fastidio...

Foto di Davide LolliInsomma, tutti sono contenti. E sono contento anch'io...

martedì 17 marzo 2009

Una canzone per Sara Jay

NovaSara JayFra le tante storie di sofferenza e a volte di disperazione che capita di incontrare facendo questo mestiere, ci sono anche occasioni che danno una speranza.

Nei giorni scorsi, ho ricevuto una garbata lettera di una cantautrice trentina di 26 anni, Nova, che ha scritto una canzone dedicata a Sara Jay, la bimba uccisa nella nostra città nell'aprile del 2001.

Aveva scritto questa canzone e voleva almeno poterlo dire ai familiari della bimba. Li ho messi in contatto. Si incontreranno. Non servirà certo a restituire loro, o a noi tutti, la povera Sara Jay. Ma è certo una goccia di bontà in un mondo che ne ha davvero tanto bisogno...

giovedì 12 marzo 2009

Chi non sta al merito, non merita di fare il sindaco

L'ex sindaco e candidato Giorgio Guazzaloca ieri ha attaccato la nostra Giunta per aver concesso incentivi ad immigrati che lasciano strutture di accoglienza temporanee per andare ad abitare in una casa in affitto. Guazzaloca sostiene, nientemeno, che è "razzismo all'incontrario".

Gli ho risposto, come mia abitudine, nel merito. Ho spiegato che si tratta di finanziamenti ministeriali destinati all'inserimento abitativo proprio degli immigrati, che Bologna come molte altre città ha richiesto. Dunque fondi già vincolati a quell'uso.
Li abbiamo destinati ad aiutare il processo di superamento di strutture temporanee d'accoglienza, che come noto finiscono per essere fonte di insicurezza e degrado, lasciateci in non gradita eredità proprio dalla Giunta di Guazzaloca. Dunque aiutando gli immigrati che ne avevano titolo per conseguire un risultato utile a loro e a tutta la città: sicurezza attraverso integrazione.

L'elenco delle aree e delle strutture "bonificate" durante questo mandato è impressionante e mi piacerebbe che qualcuno si prendesse la briga di riportarlo. Eliminato l’abusivismo edilizio delle vie Roveretolo, Benazza, Peglion. Chiuso il Ferrhotel, e successivamente Villa Salus, e così pure le strutture temporanee dell’ex Ada Negri e del Piratino. Liberato e trasformato in parco pubblico il Lungo Reno. Chiusi i campi profughi di S. Caterina di Quarto, Pianazze e Trebbo di Reno. E presto toccherà alla struttura di via Stalingrado.

A questo punto, un minimo di onestà intellettuale imporrebbe a Guazzaloca di riconoscere di aver detto una sciocchezza. Ma lui, invece, rilancia come se fosse al bar: "si comportano come bambini scoperti a rubare la marmellata". Confesso di essere tentato di rispondergli sulla stessa lunghezza d'onda, ma mi freno, perchè credo che gli elettori ci chiedano di essere seri, di rispondere delle nostre azioni nel merito. Come ho fatto io. Come non ha fatto, ancora una volta, Giorgio Guazzaloca.

domenica 8 marzo 2009

Verso la depoliticizzazione della politica?

Il tramonto delle ideologie del novecento ha portato diversi effetti positivi, abbattendo vecchi steccati e rilassando i toni del confronto. Forse però non bisogna esagerare, altrimenti di questo passo arriveremo alla depoliticizzazione della politica.

Giorgio Guazzaloca ha già chiarito che non ci saranno liste di partito a sostenerlo, glissando sul fatto che come in passato la sua lista "civica" si porterà nella pancia tutta l'UDC.
Adesso impariamo che oltre al PDL c'è anche una lista "di sinistra" a supporto di Alfredo Cazzola, e il candidato annuncia che altre seguiranno.

Foto su Flickr di Dru BloomfieldSegnali di innovazione rispetto agli schemi del passato? Se così fosse, dovrebbe però essere espressa con grande chiarezza la posizione politica dei candidati. Magari in termini nuovi, ma espressa.
Invece finora si sono sentiti solo generici riferimenti all'amore per la città, alla competenza, all'efficacia organizzativa e ad un elenco di qualità che in realtà chiunque si candida dovrebbe avere: magare senza parlarne ma dimostrandole coi fatti.
Ergo, è solo cortina fumogena.

In attesa che questi candidati si sentano in dovere di definire la propria posizione politica senza ambiguità, pronostico un grande futuro per gli inclini al trasformismo, anche in prospettiva nazionale. In particolare pare ci sia un grande potenziale per una futura lista "Comunisti per Berlusconi". Suvvia, che ci vuole? Di questo passo...

mercoledì 18 febbraio 2009

Destinazione PD

Un marziano che si collegasse via Internet ai siti online dei maggiori organi di informazione italiani in queste ore potrebbe pensare ad un errore di stampa nell'accostamento delle due principali notizie. Prendiamo ad esempio www.repubblica.it, e partiamo dal secondo titolo.

A Mills quattro anni e sei mesi - "Corruzione da 600mila dollari"
Il legale riconosciuto colpevole di aver preso soldi per dire il falso in processi in cui era imputato Berlusconi. Era alla sbarra in concorso proprio con il premier. Che però è fuori causa grazie al Lodo Alfano.
Segue un link ad un commento dal titolo esilarante: Chi ha corrotto David Mills?

In un paese "normale" basterebbe questo (o se preferite il miliardo e rotti sottratto ai contribuenti italiani sul caso Alitalia, oppure scegliete voi quale delle tante) per provocare un più o meno dignitoso ritiro a vita privata del Cavaliere. Insomma, a logica la prima notizia dovrebbero essere le sue dimissioni, sempre nell'ottica ingenua del marziano di cui sopra. Invece, sfortunatamente il primo titolo è:

L'addio di Veltroni: "Basta farsi del male" - Partito a pezzi, verso leadership provvisoria
Terremoto dopo il crollo alle elezioni in Sardegna. No del Coordinamento alle dimissioni, ma il leader: "Lascio per salvare il Pd". Lo ha guidato per 16 mesi. A traghettare il partito al congresso di ottobre forse Franceschini. La sinistra radicale: "Bocciata la sua linea".

Nelle analisi che in queste ore ognuno sarò portato a fare, cerchiamo di non trascurare il giusto stupore del marziano. Berlusconi fa cose da chiodi ma comunque vince le elezioni regionali sarde. La sentenza su Mills non lo impressiona neanche un po', perchè chi continua a votarlo lo sapeva da prima e non cambierà idea per questo. Invece, è il PD ad essere nella bufera.

Tutti i nostri dirigenti che si pronunceranno nelle prossime ore cominceranno dicendo che non è in discussione il progetto. Ma la premessa, per quanto lodevole, non sarà di per sè sufficiente a scongiurare i rischi che stiamo correndo. Fra questi, lasciatemene citare uno, pericolosissimo: lasciarsi dettare l'agenda dai media (peraltro in grande maggioranza berlusconiani). Come abbiamo fatto nelle settimane scorse. Per capirci meglio, faccio un esempio.

Ho il massimo rispetto per la tragica vicenda umana di Eluana Englaro e della sua famiglia.
Trovo oscena la strumentalizzazione che Berlusconi ha fatto del caso ed il suo proditorio attacco al presidente Napolitano, attacco che abbiamo giustamente denunciato e combattuto.
Ma sul resto, quanti errori.
La politica che parla di un caso personale, invece di limitarsi ad affrontare il tema generale sul piano legislativo, come le competerebbe.
Una discussione su un argomento delicato sia dal punto di vista etico che tecnico (come considerare in un contesto del genere le tecniche di alimentazione artificiale), che dovrebbe vederci accostare al tema in punta di piedi e con grande rispetto, condotta da molti con lo stesso piglio e le teutoniche certezze di una discussione fra opposte tifoserie.
E infine, secondo me un errore grave, aver lasciato che un tema come questo diventasse quasi dirimente per l'identità del PD. Errore grave se non altro perchè cosa ce ne faremmo, nel caso, di una perfetta unitarietà nel PD sul tema? Se su regole elettorali e riforme istituzionali diciamo (giustamente) che occorre una condivisione ampia fra le varie forze parlamentari, crediamo che non debba essere lo stesso, a maggior ragione, su un tema pre-politico come il testamento biologico?

Non ho citato questa vicenda per entrare nel merito della discussione sul testamento biologico. L'ho fatto per dire che sarebbe un errore cedere alla tentazione di affermare, come stanno purtroppo dicendo in tanti, che il problema del PD è l'incapacità di assumere posizioni nette e definite su temi in realtà non dirimenti. Tolto il tema della collocazione europea, su cui in effetti occorre arrivare ad una decisione rapidamente, dobbiamo avere il coraggio di dire che l'identità del PD non è in gioco sul testamento biologico o sull'adesione ad una manifestazione della CGIL. Punto.

Cerchiamo di non cadere nel tranello di mettere al centro delle nostre discussioni, sotto dettatura di soggetti interessati a mettere i bastoni fra le ruote al progetto del PD, tutti e soli i temi che possono esercitare un riflesso condizionato, un richiamo implicito alle appartenenze del passato.

Preoccupiamoci piuttosto di decidere e di esibire che cosa caratterizza in positivo il PD, la novità di cui siamo o dovremmo essere portatori.
Cominciamo a scegliere noi l'agenda, senza lasciarcela dettare da chi è interessato a terminarci.
Proviamo per esempio a spiegare bene agli italiani cosa è successo sul tema Alitalia. Se proprio serve (l'ho scritto provocatoriamente sul mio status di facebook nei giorni scorsi, lo ripeto qui) promuoviamo piuttosto Alitalia a tema etico...

Perchè in realtà non abbiamo scelta: dobbiamo davvero costruire il PD.
Moltiplicare gli sforzi per raggiungere l'altra sponda del guado, ricordandoci che il porto sicuro (?) da cui siamo partiti ce lo siamo già bruciati alle spalle.
Ma proprio per questo, proviamo ad usare un po' di intelligenza. Ora più che mai.

sabato 7 febbraio 2009

Selezione della classe politica

Oggi c'è stata l'assemblea nazionale degli amministratori del PD. Nella sua relazione, il prof. Trigilia ha parlato di "qualità del governo locale e selezione della classe politica". Ho trovato interessante soprattutto un concetto che ha proposto.

La capacità di resistere a spinte particolaristiche e alla corruzione e privilegiare l'interesse pubblico non è una questione da risolvere solo con riforme istituzionali e con l'inasprimento delle sanzioni. Serve un processo di selezione della classe politica che privilegi chi è più orientato all'interesse pubblico, ovvero chi associa un alto "costo morale" ad una forma degradata di agire politico.

Si può discutere sulla sua proposta di creare una commissione di valutazione, come pure si alcune considerazioni sulle primarie. Ma l'affermare la necessità di una meritocrazia nel PD, e associare il merito anche alla "moralità", sono due elementi importanti: i lettori di questo blog li riconosceranno fra quelli che più mi stanno a cuore.

Con la speranza che questi discorsi si concretizzino al più presto...

domenica 25 gennaio 2009

Via Domenico Svampa

Sabato 31 gennaio 2009, alle ore 12, verrà intitolato il nuovo tratto di strada, situato nel quartiere Navile, al Cardinale Arcivescovo di Bologna Domenico Svampa.

Il Cardinale Domenico Svampa nacque a Montegranaro (Ascoli Piceno) nel 1851, e fu arcivescovo di Bologna dal 1894 al 1907, anno della sua morte. Pastore attento alle problematiche sociali, promosse fra l'altro la fondazione delle casse rurali e delle società di mutuo soccorso e la nascita del quotidiano l'Avvenire.

Fu amico ed estimatore di Don Bosco e per questo promosse la fondazione a Bologna dell’opera salesiana e della basilica del Sacro Cuore, nella cui cripta riposano le sue spoglie.

Durante le celebrazioni per il centenario della sua morte, da poco concluse, era stato espresso l'auspicio dell'intitolazione al suo nome di una strada della nostra città. Ora questo auspicio si realizza, nel giorno in cui la comunità salesiana è in festa per la ricorrenza di San Giovanni Bosco.

La via è situata dietro la nuova sede del Comune di Bologna di piazza Liber Paradisus e si accede da via Alessandro Tiarini.

sabato 17 gennaio 2009

Nice work, Silvio

Chi segue questo blog sa che non è mia abitudine fare copia-incolla di articoli, ma stavolta voglio fare un'eccezione pubblicando quest'articolo del Financial Times sull'Alitalia.

Non ci sono parole: queste cose non dovrebbero mai succedere, e se proprio succedessero qualcuno dovrebbe pagare a carissimo prezzo. Ma in Italia succedono, e nessuno sembra accorgersene...

Io avevo scritto fin dall'inizio "Addio, Alitalia". Adesso posso usare questo breve testo del FT che fa quattro conti sull'enorme prelievo dalle nostre tasche come pietra tombale.

Alitalia/Air France-KLM
Financial Times, 12 January 2009
The inglorious Alitalia imbroglio has finally reached its end. Having teetered on the brink of collapse for the best part of a decade, the Italian carrier re-launches this week. That Air France-KLM has paid some €320m for a 25 per cent stake is a further vote of confidence in its future. That should make its take-off an entirely happy event for all. Sadly, it is not.
To see why, go back to last March, when Air France offered €140m for the airline in a takeover that would also have assumed its €1.2bn of debt. However, Silvio Berlusconi, prime minister, blocked that deal on patriotic grounds. In December, after Alitalia went bust, an Italian consortium paid €427m for the bits of the company that worked, combining them with local carrier, Air One. Now, a month later, its Air France deal values that same company at over €1.2bn.
Nice work: in less than a month, the consortium has tripled the value of its investment. As for Air France, expected synergies from the tie-up are about €280m a year. Its quarter share of those savings, taxed and capitalised, more than cover the acquisition cost of its stake.
Italy, however, comes out only evens. The country gets to keep an "Italian" airline ­ in much the same way that Swiss, owned by Lufthansa, is "Swiss".
Some international routes out of Italy will be kept that might otherwise have been lost, and perhaps some jobs could be saved as a result. But by combining Air One and Alitalia, the result is a less competitive internal air market ­ and higher air fares. Italy is also left with some €600m of debt, attached to the bad Alitalia, that would not exist if Berlusconi had allowed the Air France deal last year. The price for patriotism is a bill that Italian taxpayers will have to meet.

venerdì 2 gennaio 2009

Io, Lepida, Repubblica

L'ultimo giorno del 2008 l'edizione bolognese del quotidiano Repubblica ha ritenuto di dedicarmi un articolo, che posso eufemisticamente valutare come intriso di violenta malizia, sul mio mancato ingresso nel cda della società regionale per l'infrastruttura di rete, Lepida. Ho immediatamente scritto una lettera al quotidiano, di cui però oggi riportano solo alcuni stralci, parlandone come di una "lunga lettera aperta". Non era così: era una lettera al direttore, e sarebbe stato corretto da parte loro pubblicarla, ma non l'hanno fatto. Comunque eccola qua.

Gentile Direttore,
in merito all'articolo pubblicato oggi dal suo quotidiano ritengo doverose alcune precisazioni.

Primo, Lepida è la società costituita dalla Regione a supporto della rete a larga banda delle amministrazioni pubbliche, che da tempo è un obiettivo strategico anche per gli enti locali emiliano-romagnoli, riuniti in una "Community Network", in cui è molto attivo il Comune di Bologna. Non stiamo quindi parlando di una qualunque società di informatica che operi sul mercato, ma dello strumento operativo dell'istituzione regionale per la rete a banda larga: la convenzione che ha col Comune di Bologna non è frutto di un appalto ma di queste precise scelte strategiche.

Secondo, Lepida è per ora partecipata unicamente dalla Regione Emilia Romagna, ma in futuro entreranno nella società anche i Comuni. Occorre ancora definire con precisione come questo avverrà: l'intenzione della Regione di dare spazio alla voce dei Comuni ritengo fosse lodevole, e la proposta che mi è stata fatta, oltre che un riconoscimento alla competenza, mi è stata motivata in questo senso. Per questo è stato per me anzitutto un dovere verificare l'opportunità di una mia adesione alla proposta.

Terzo, lo Statuto del Comune di Bologna non prevede che un Assessore possa essere nel CdA di una partecipata del Comune. Quindi, fin dall'inizio era chiaro che avrei potuto fornire il mio apporto a Lepida solo nella fase di transizione, e quando il Comune fosse entrato nella società, come Assessore mi sarei dovuto dimettere. Questo è stato da me chiarito a tutti gli interlocutori.

Quarto, mi sono premurato di chiedere al Segretario Generale del Comune se ravvisasse qualche problema di incompatibilità. E' vero, come lui ha specificato, che gli ho citato Lepida senza specificare cosa fosse e quali rapporti avesse col Comune di Bologna, ma ritenevo – evidentemente a torto – che il Segretario Generale, nonché Direttore Generale del Comune, conoscesse bene questi argomenti. Alcuni giorni dopo la mia richiesta, l'Avv. Napoli mi ha detto che secondo lui nulla ostava dal punto di vista formale, e io mi sono semplicemente fidato del suo parere verbale.

Quinto, ho interpellato il Sindaco sull'opportunità che io aderissi alla richiesta che mi era venuta, in quanto oltre al tema della compatibilità formale c'era anche un tema di opportunità da considerare. Solo dopo il riscontro positivo ricevuto dal Sindaco ho deciso di aderire alla proposta che mi era stata formulata, ritenendo con questo di poter portare un contributo positivo anche nell'ottica del Comune di Bologna.

Sesto, quando la nomina è avvenuta e subito il Segretario Generale mi ha fatto avere un parere scritto in cui sostiene che (cito testualmente) "sembra sussistere l'incompatibilità fra le cariche" non ci ho pensato nemmeno un secondo ed immediatamente ho rinunciato alla nomina. Se fra me e l'Avv. Napoli c'è stato un malinteso non posso che prenderne atto, ma certo che se nei mesi che sono trascorsi dai colloqui citati a quando poi è avvenuta la nomina qualcuno mi avesse avvertito che poteva esserci un problema o la necessità di ulteriori verifiche, avrei semplicemente declinato la proposta.

In conclusione ritengo di aver agito sempre con la massima correttezza, e le interpretazioni maliziose non possono scalfire la verità dei fatti.

Distinti saluti