domenica 25 gennaio 2009

Via Domenico Svampa

Sabato 31 gennaio 2009, alle ore 12, verrà intitolato il nuovo tratto di strada, situato nel quartiere Navile, al Cardinale Arcivescovo di Bologna Domenico Svampa.

Il Cardinale Domenico Svampa nacque a Montegranaro (Ascoli Piceno) nel 1851, e fu arcivescovo di Bologna dal 1894 al 1907, anno della sua morte. Pastore attento alle problematiche sociali, promosse fra l'altro la fondazione delle casse rurali e delle società di mutuo soccorso e la nascita del quotidiano l'Avvenire.

Fu amico ed estimatore di Don Bosco e per questo promosse la fondazione a Bologna dell’opera salesiana e della basilica del Sacro Cuore, nella cui cripta riposano le sue spoglie.

Durante le celebrazioni per il centenario della sua morte, da poco concluse, era stato espresso l'auspicio dell'intitolazione al suo nome di una strada della nostra città. Ora questo auspicio si realizza, nel giorno in cui la comunità salesiana è in festa per la ricorrenza di San Giovanni Bosco.

La via è situata dietro la nuova sede del Comune di Bologna di piazza Liber Paradisus e si accede da via Alessandro Tiarini.

sabato 17 gennaio 2009

Nice work, Silvio

Chi segue questo blog sa che non è mia abitudine fare copia-incolla di articoli, ma stavolta voglio fare un'eccezione pubblicando quest'articolo del Financial Times sull'Alitalia.

Non ci sono parole: queste cose non dovrebbero mai succedere, e se proprio succedessero qualcuno dovrebbe pagare a carissimo prezzo. Ma in Italia succedono, e nessuno sembra accorgersene...

Io avevo scritto fin dall'inizio "Addio, Alitalia". Adesso posso usare questo breve testo del FT che fa quattro conti sull'enorme prelievo dalle nostre tasche come pietra tombale.

Alitalia/Air France-KLM
Financial Times, 12 January 2009
The inglorious Alitalia imbroglio has finally reached its end. Having teetered on the brink of collapse for the best part of a decade, the Italian carrier re-launches this week. That Air France-KLM has paid some €320m for a 25 per cent stake is a further vote of confidence in its future. That should make its take-off an entirely happy event for all. Sadly, it is not.
To see why, go back to last March, when Air France offered €140m for the airline in a takeover that would also have assumed its €1.2bn of debt. However, Silvio Berlusconi, prime minister, blocked that deal on patriotic grounds. In December, after Alitalia went bust, an Italian consortium paid €427m for the bits of the company that worked, combining them with local carrier, Air One. Now, a month later, its Air France deal values that same company at over €1.2bn.
Nice work: in less than a month, the consortium has tripled the value of its investment. As for Air France, expected synergies from the tie-up are about €280m a year. Its quarter share of those savings, taxed and capitalised, more than cover the acquisition cost of its stake.
Italy, however, comes out only evens. The country gets to keep an "Italian" airline ­ in much the same way that Swiss, owned by Lufthansa, is "Swiss".
Some international routes out of Italy will be kept that might otherwise have been lost, and perhaps some jobs could be saved as a result. But by combining Air One and Alitalia, the result is a less competitive internal air market ­ and higher air fares. Italy is also left with some €600m of debt, attached to the bad Alitalia, that would not exist if Berlusconi had allowed the Air France deal last year. The price for patriotism is a bill that Italian taxpayers will have to meet.

venerdì 2 gennaio 2009

Io, Lepida, Repubblica

L'ultimo giorno del 2008 l'edizione bolognese del quotidiano Repubblica ha ritenuto di dedicarmi un articolo, che posso eufemisticamente valutare come intriso di violenta malizia, sul mio mancato ingresso nel cda della società regionale per l'infrastruttura di rete, Lepida. Ho immediatamente scritto una lettera al quotidiano, di cui però oggi riportano solo alcuni stralci, parlandone come di una "lunga lettera aperta". Non era così: era una lettera al direttore, e sarebbe stato corretto da parte loro pubblicarla, ma non l'hanno fatto. Comunque eccola qua.

Gentile Direttore,
in merito all'articolo pubblicato oggi dal suo quotidiano ritengo doverose alcune precisazioni.

Primo, Lepida è la società costituita dalla Regione a supporto della rete a larga banda delle amministrazioni pubbliche, che da tempo è un obiettivo strategico anche per gli enti locali emiliano-romagnoli, riuniti in una "Community Network", in cui è molto attivo il Comune di Bologna. Non stiamo quindi parlando di una qualunque società di informatica che operi sul mercato, ma dello strumento operativo dell'istituzione regionale per la rete a banda larga: la convenzione che ha col Comune di Bologna non è frutto di un appalto ma di queste precise scelte strategiche.

Secondo, Lepida è per ora partecipata unicamente dalla Regione Emilia Romagna, ma in futuro entreranno nella società anche i Comuni. Occorre ancora definire con precisione come questo avverrà: l'intenzione della Regione di dare spazio alla voce dei Comuni ritengo fosse lodevole, e la proposta che mi è stata fatta, oltre che un riconoscimento alla competenza, mi è stata motivata in questo senso. Per questo è stato per me anzitutto un dovere verificare l'opportunità di una mia adesione alla proposta.

Terzo, lo Statuto del Comune di Bologna non prevede che un Assessore possa essere nel CdA di una partecipata del Comune. Quindi, fin dall'inizio era chiaro che avrei potuto fornire il mio apporto a Lepida solo nella fase di transizione, e quando il Comune fosse entrato nella società, come Assessore mi sarei dovuto dimettere. Questo è stato da me chiarito a tutti gli interlocutori.

Quarto, mi sono premurato di chiedere al Segretario Generale del Comune se ravvisasse qualche problema di incompatibilità. E' vero, come lui ha specificato, che gli ho citato Lepida senza specificare cosa fosse e quali rapporti avesse col Comune di Bologna, ma ritenevo – evidentemente a torto – che il Segretario Generale, nonché Direttore Generale del Comune, conoscesse bene questi argomenti. Alcuni giorni dopo la mia richiesta, l'Avv. Napoli mi ha detto che secondo lui nulla ostava dal punto di vista formale, e io mi sono semplicemente fidato del suo parere verbale.

Quinto, ho interpellato il Sindaco sull'opportunità che io aderissi alla richiesta che mi era venuta, in quanto oltre al tema della compatibilità formale c'era anche un tema di opportunità da considerare. Solo dopo il riscontro positivo ricevuto dal Sindaco ho deciso di aderire alla proposta che mi era stata formulata, ritenendo con questo di poter portare un contributo positivo anche nell'ottica del Comune di Bologna.

Sesto, quando la nomina è avvenuta e subito il Segretario Generale mi ha fatto avere un parere scritto in cui sostiene che (cito testualmente) "sembra sussistere l'incompatibilità fra le cariche" non ci ho pensato nemmeno un secondo ed immediatamente ho rinunciato alla nomina. Se fra me e l'Avv. Napoli c'è stato un malinteso non posso che prenderne atto, ma certo che se nei mesi che sono trascorsi dai colloqui citati a quando poi è avvenuta la nomina qualcuno mi avesse avvertito che poteva esserci un problema o la necessità di ulteriori verifiche, avrei semplicemente declinato la proposta.

In conclusione ritengo di aver agito sempre con la massima correttezza, e le interpretazioni maliziose non possono scalfire la verità dei fatti.

Distinti saluti