domenica 30 settembre 2007

In sala operatoria coi codici di lancio

Al di là dell'accertamento di responsabilità e dei doverosi provvedimenti conseguenti, la tragedia del S. Orsola con lo scambio di cartelle sta aprendo una riflessione anche su come migliorare le procedure, come giusto ed opportuno. Infatti, accando ad una forte responsabilizzazione degli operatori occorre anche pensare a come le procedure possano impedire o individuare tempestivamente l'eventuale errore che dovesse intervenire. Segue qualche parere personale.

Leggo della necessità di individuare con precisione l'identità dell'operatore che carica un esame nel sistema o effettua altre operazioni: giusto. Leggo anche dell'opportunità di una identificazione elettronica (braccialetto o altro si vedrà) che segua il paziente in ogni passaggio. Credo che sia un obiettivo da perseguire non solo nell'ottica della sicurezza ma anche del miglioramento del servizio: una personalizzazione con cui avere accesso da ovunque agli esami del paziente. Su questo si sta lavorando, ed occorre proseguire in questa direzione, ma ci vorrà ancora un po' di tempo.
Red Button Nel frattempo, se si vuole pensare ad una modalità di verifica che sia relativamente rapida da mettere a punto, si potrebbe prendere spunto dalle procedure militari per il lancio dei missili, rese famose da numerosi film sulla guerra fredda. Come ricorderete, non bastava la chiave: occorreva anche che i codici di lancio combaciassero sbloccando il sistema.

Così, associando un codice agli esami che "contenga" un riferimento all'identità dell'assistito, si potrebbe pensare ad una procedura che, prima di un intervento chirurgico, preveda l'immissione dei codici degli esami chiave sulla base dei quali viene effettuata l'operazione. La verifica dei codici significherebbe, tra l'altro, che l'identità del paziente per ognuno degli esami risulta confermata, evitando ciò che purtroppo nei giorni scorsi è accaduto.

venerdì 28 settembre 2007

Una morte che si doveva evitare

Lo scambio di una pratica può causare un'errata trascrizione, la perdita di un volo, una spesa inutile, una coda da rifare, a seconda che avvenga in un ufficio catastale, in un aeroporto, in uno studio professionale o in un ufficio postale. Grattacapi di cui ognuno farebbe a meno volentieri, ma nulla in confronto a ciò che può accadere se succede in un'ospedale. Qui anche un errore banale può fare stare male o far morire persone, gettare famiglie nel dolore, troncare carriere, rovinare vite...

Pensavamo tutti che da noi a Bologna queste cose non potessero succedere. Perchè è inaccettabile che succedano. Invece è accaduto, purtroppo. Cordoglio, piena trasparenza, fare piena luce ed adottare tutti i provvedimenti del caso: sono le cose che ora possiamo e dobbiamo fare.

Non è però serio cogliere l'occasione per gettare discredito su tutta la nostra sanità, che è e resta d'eccellenza, d'altra parte è giusto archiviare l'accaduto come un singolo eccezionale episodio senza cercare di comprendere cosa possiamo fare per impedire che un eventuale errore umano venga individuato quando ormai è tardi.

E allora avanti con una riflessione anche sulle tecnologie, su controlli incrociati, identificazioni digitali. Con la consapevolezza che si può fare di più, si può fare meglio. Ma anche sapendo che, per quanto si possano raffinare le procedure, resterà sempre uno spazio dove la bravura di un operatore sanitario può salvare una vita, ed un errore può perderla. Purtroppo...

venerdì 21 settembre 2007

Quel metrò è nudo, chiaro o no?

Il Comitato dei Garanti del Comune ha bocciato la proposta di referendum de “Il Metrò che vorrei”. Per me, che ho sempre sostenuto l’inammissibilità di quel quesito referendario, dovrebbe essere una buona notizia. E in parte lo è, per l’esito fattuale di evitare un referendum assurdo. Ma non posso, e non voglio, nascondere il mio disagio per le motivazioni del giudizio che sono riportate sui giornali, per alcune dichiarazioni a commento, per il modo con cui la notizia viene presentata dalla stampa.

Ho già detto in precedenza di quel che penso della sostanza della questione: bel progetto, quello proposto dall’associazione “Il Metrò che vorrei”, ma del tutto insostenibile. È banale: non mi dispiacerebbe avere un’auto da corsa, ma visto che non posso permettermela non è che vado a cena a casa e chiedo a moglie e figli se preferiscono una Ferrari o una Punto. Questa semplice norma di buon senso evidentemente non attecchisce nella realtà politico-economica della nostra città.

MetròCi sono giornali che hanno continuato per mesi a parlare di quel progetto come realizzabile, ospitando “autorevoli” pareri a supporto (e mai o quasi pareri tecnici contrari, al massimo polemiche politiche). Esperti che hanno evitato di dare giudizi per non entrare in una polemica “politica”. Autorevoli esponenti del nostro mondo finanziario ed imprenditoriale che, dichiarando di fidarsi del giudizio tecnico di altri, hanno gioiosamente sottoscritto la proposta di referendum. Da ultimo, alcuni garanti sono riusciti a votare a favore della proposta di referendum, immagino anche loro prescindendo dal giudizio di merito sul progetto. E quelli che l’hanno per fortuna bocciata (onore al merito), non si sono concentrati sull’assurdità oggettiva della proposta, ma su questioni attinenti ai tempi e al non poter tornare indietro rispetto alle scelte fatte fino ad ora.

Morale della favola: chi legge i giornali non capisce nulla del merito di cui si stava discutendo, se non che da destra dicono una cosa e da sinistra l’altra. E temo che gli resti l’impressione che il progetto del “Metrò che vorrei” fosse praticabile ma sia stato bocciato solo per motivi amministrativi, se non addirittura politici. E infatti il giorno dopo, ognuno continua a sostenere la bontà delle proprie tesi, incuranti del merito che, lo ripeto a costo di risultare antipatico, a mio avviso non sta né in cielo né in terra.

Conclusione: nell’attesa di una proposta di referendum per proporre Bologna come capitale degli Stati Uniti che potrebbe essere bocciata col motivo di evitare disagi agli abitanti di viale Lenin conseguenti al necessario cambio di denominazione della strada, oppure del ripristino della funivia di San Luca con un prolungamento fino a Fatima, cui si potrebbe obiettare che dovendo obbligatoriamente aggiungere il portoghese nei cartelli questi risulterebbero di difficile lettura, godiamoci per ora la bocciatura amministrativa della proposta di una metropolitana che era irrealizzabile, punto e basta, ma era evidentemente difficile dirlo.

Postilla: se non si ha mai il coraggio di confrontarsi chiaramente sul merito, la politica rischia di ridursi ad un teatrino incomprensibile. E di fatto si forniscono argomenti ai promotori del V-day e affini. Chiaro o no?

mercoledì 19 settembre 2007

La banca del DNA e un piccolo consiglio

Ho ascoltato qualche sera fa Francesco Rutelli proporre l'introduzione anche in Italia della banca dati del DNA. E' una proposta importante, sia dal punto di vista della sicurezza che da quello dell'innovazione tecnologica. Ho percepito in Rutelli anche un'attenzione al tema della privacy, e questo è bene. Ma vorrei segnalare a lui e al governo che non c'è solo il problema dello sfruttamento dei dati genetici per altri fini, certamente da evitare. C'è anche un tema, complesso ma importante, di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge.

Il tema lo ha affrontato il dr. Wood nel recente convegno che abbiamo ospitato a Bologna del Forum Società della Conoscenza della Rete Eurocities. Chi vuole trova l'intervento qui. Cito solo una domanda. Nella banca dati genetica del Regno Unito, la popolazione di colore è assai più rappresentata che quella bianca: è giusto? E quali sono le conseguenze dal punto di vista pratico?

Insomma, è giusto andare verso la realizzazione di una base di dati che può essere importante per migliorare la sicurezza dei cittadini. Ma occorre farlo tenendo conto dei temi (grandi) che andare in questa direzione inevitabilmente implica.
Insomma: adelante, Francesco, ma con juicio...

martedì 11 settembre 2007

La mia prima volta alla Festa dell'Unità

L'idea nasce casualmente. Ero a mangiare al ristorante Terre di Siena, che è gestito dai territori della bassa in cui peraltro abito, e Sandro viene a propormi un turno di servizio. Benissimo, rispondo, anche perchè ho l'abitudine di essere conseguente rispetto alle cose che dico. Mi presenta subito il capo, la Novella, che mi fa scegliere la sera che preferisco, e ci diamo appuntamento alle 19:30. Più tardi ho imparato anche che su quella mia scelta qualcuno ci ha giocato i numeri al lotto e ha anche vinto...

Quella sera arrivo puntuale, e mi presento alla Novella. Mi fa scegliere il servizio, opto per cameriere, inutile pretendere di iniziare da ruoli di maggiore responsabilità. C'è anche la Loretta, che mi fa da tutor nell'apprendistato. La macchina del servizio è bene oliata, io sostanzialmente smisto ai tavoli quel che mi manda a portare Simone. In servizio c'è parecchia gente che conosco, o per via della politica come Lorenzo, o magari anche solo di vista in paese: mamme di compagne di scuola della mie figlie grandi, ma c'è anche Eleonora che ha fatto la prima elementare con Pietro che è il mio più piccolo.

Nessun problema ai tavoli, ovviamente c'è qualcuno che conosco, poi c'è qualcuno che non conosco ma conosce me. Così, quando mi chiamano normalmente è per chiedere del pane o qualcosa del genere, ma qualcuno chiama anche il cameriere per lamentarsi di qualcosa che non va nella sanità della nostra città. Insomma, ci può stare. Alle 22:30 chiude il ristorante, e poco dopo stacco anch'io.

Insomma, per la prima volta anch'io ho fatto il volontario alla Festa dell'Unità. Potenza del Partito Democratico...

domenica 9 settembre 2007

La metà di Grillo e del V-day

Non ho la minima voglia di confrontarmi col V-day con analisi pensose che sono sicuro leggeremo in questi giorni del tipo "sintomo di un malessere", "campanello d'allarme" e così via.

Piazza Maggiore durante il V-day
Faccio un'unica premessa. Che l'Italia abbia dei seri problemi da risolvere per considerarsi non dico migliore, ma quantomeno paragonabile ad altre democrazie occidentali, è un fatto. Che per risolvere tali problemi occorra un salto di qualità della politica è un altro fatto, come pure che molti italiani pensino che l'attuale classe politica non sia all'altezza.

Detto questo, quando ascolto Beppe Grillo parlare sono d'accordo con circa metà delle cose che dice e delle proposte che fa. Anzi: diverse sono cose sacrosante. Quindi che problemi ci sono? Ne vedo due.

Primo, l'altra metà di cose non le condivido perché, per trascinamento, pagano la tendenza ad esagerare e a fare di tutta l'erba un fascio, tendendo a buttare via il bambino con l'acqua sporca. E su queste vedo un po' difficile discuterne, perchè ho l'impressione che il verbo di Grillo sia un po' all'insegna del prendere o lasciare.

Secondo, la realizzazione delle riforme giuste (ovvero la metà con cui concordo) richiederebbe da parte di chi grida in piazza al V-day di saper distinguere nella classe politica (per così dire) fra buoni e cattivi, per spingere e supportare i buoni sulla strada delle riforme attese. Altrimenti, se tutti i gatti di notte sono bigi, continueranno a scegliere le caste (plurale) e nulla cambierà.

Se Grillo e il movimento che è sceso in piazza riusciranno a risolvere questi due punti, dal V-day potrà venire molto di buono. Altrimenti, temo che sarà un'occasione perduta.

sabato 8 settembre 2007

Facci un favore: non votarlo

Caro Zani, ho letto la tua intervista sul giornale di oggi, nella quale critichi Caronna ma sostieni che, per lealtà verso il partito dei DS, lo voterai ugualmente in quella che definisci un'elezione dal risultato scontato.

Vedi, io penso che il PD che vogliamo costruire non sia il PCUS, e francamente credo che nemmeno i DS lo siano più. Te lo dico da uomo libero, che ha lottato in tutti questi anni perchè l'ipotesi ulivista del PD prendesse piede, e che sta vivendo anche questo passaggio con il tranquillo coraggio di scegliere l'ipotesi che ritiene migliore, al di là di ogni pseudo-disciplina dei partiti di provenienza.

Per questo ti dico: fai un favore a te stesso e al PD. Se davvero pensi quello che hai detto, non votare Caronna.

PS Complimenti a La Repubblica per la sagace scelta di mettere in pagina due interviste, apparentemente una favore e una contro la candidatura di Caronna, ma nella sostanza tutte e due contro.

mercoledì 5 settembre 2007

La prima volta della zanzara tigre nostrana

C'è chi dice che "c'è sempre una prima volta". In realtà non è vero che c'è sempre, ma è vero che può capitare. E stavolta è capitato, per la prima volta, che la zanzara tigre nel nostro territorio fosse non solo un insetto fastidioso ma il veicolo per la trasmissione di una malattia.

Zanzara Vero è che il virus Chikongunya non è il peggio che potesse capitare (per intenderci, un'influenza bella pesante, ma non di più) e che stiamo facendo tutto il possibile per evitare che la cosa si diffonda. Ma comunque è un precedente che ci dimostra che quel che consideravamo possibile ad altre latitudini ma non da noi, purtroppo è possibile anche qui. Dal punto di vista del nostro atteggiamento mentale verso la zanzara tigre, fa una bella differenza.

Il messaggio per tutti è quello di prendere sul serio (bisognava farlo da prima, e adesso a maggiore ragione) la necessaria opera di prevenzione con i trattamenti larvicidi nei tombini e l'eliminazione dei ristagni d'acqua non necessari.

Dopodiché, è chiaro che da oggi guarderemo alla zanzara con occhi un po' diversi...

martedì 4 settembre 2007

Non riusciranno a farmi litigare...

Capisco che i giornalisti facciano il loro mestiere, ma chiederei la cortesia di non essere troppo interpretato. Un'agenzia di stampa di pochi minuti fa legge nella parola "dinosauri" un riferimento alla candidatura regionale di Antonio La Forgia. Ma così non è.

Con Antonio, che stimo, in passato abbiamo condiviso molte battaglie. Semplicemente in questo frangente io penso che il rinnovamento che La Forgia propone sia un processo già cominciato e ritengo che Salvatore Caronna possa portarlo avanti più efficacemente. Per questo sostengo Caronna. Ma con Antonio non riusciranno a farmi litigare...

lunedì 3 settembre 2007

Il PD non sarà l'ennesima occasione perduta

E' un periodo caldo per il PD. Nei giorni scorsi sono andato alla Festa dell'Unità a sentire nell'ordine Franceschini, Fassino, Bersani e Veltroni: tutti davvero bravi. Sono tante le persone interessate. Tutti, più o meno, apprezzano le cose che sentono dire. Solo, si domandano: ma sarà questa la volta buona per rinnovare davvero la politica? O anche il PD sarà l'ennesima occasione perduta? Non è che alla fine saranno sempre i soliti noti a portare avanti la solita politica? La mia risposta è (come al solito) in tre punti.
Primo, il PD è comunque una conquista: come l'unità d'Italia, o la Repubblica. Non è detto che fatta l'unità d'Italia Vittorio Emanuele II sia stato il miglior re possibile, ma intanto l'Italia c'era anche per chi sarebbe venuto dopo. Idem per la Repubblica. Il PD è il partito per il nuovo secolo, la casa comune a lungo attesa da tantissimi elettori.

Secondo, le premesse per fare bene ci sono: ne discorsi dei leader (che hanno avuto aspetti per nulla banali e scontati, chi li ha ascoltati in questi giorni con una certa attenzione non può non essersene accorto), nella mobilitazione e nell'interesse delle persone, nei meccanismi che sono stati messi in moto (un'elezione aperta a tutti, una testa un voto), nel mescolamento che ormai procede in modo irresistibile, nell'aria di rinnovamento (quanto meno) generazionale che si respira.

Terzo, il resto del rinnovamento sarà da conquistare sul campo. Non credo a colpi di bacchetta magica. Certo, ci sono bravi da promuovere e scarsi che bisognerebbe rimandare in panchina. Ma se non si può pretendere che gli scarsi (e i dinosauri) lascino il campo spontaneamente, è illusorio anche pensare di poter procedere a colpi di spugna, sostituendo in blocco la classe dirigente: anche perchè scarsi e bravi ci sono non solo fra chi è in carica ma anche fra chi pretende, non sempre a ragione, di rappresentare il nuovo che avanza. Quindi abbiamo bisogno che il PD si attrezzi a dare ai suoi aderenti le informazioni e gli strumenti per giudicare, premiando chi ha meritato e retrocedendo chi invece ha operato male. Tutto qui. Vi pare poco?