lunedì 30 gennaio 2017

La mia attività da consigliere nel 2016: alcuni dati

1 legge regionale come primo firmatario e relatore; 1 legge regionale come relatore; 6 interrogazioni ed interpellanze (di cui 4 come primo firmatario); 32 risoluzioni (di cui 1 come primo firmatario); 3 ordini del giorno; 2 progetti di legge.

Sono alcuni numeri della mia attività istituzionale come consigliere nell'Assemblea Legislativa della Regione Emilia Romagna nell'anno 2016: il dettaglio lo trovate nell'estratto del Report del gruppo PD che mi riguarda.

A questo si aggiunge l'attività come Presidente della V Commissione (Cultura, scuola, formazione, lavoro, sport e legalità), che però non è contenuta nel Report.

La mia attività da consigliere nel 2016: alcuni dati
Giuseppe Paruolo

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Sull’Ulivo e il PD, e non solo (intervista a Ciao Radio)

Fatico a seguire il dibattito sulla necessità di costruire un "nuovo Ulivo". Se auspicarlo significa ricordare e rinnovare gli ideali di quella stagione, non posso che essere d'accordo. Lo dico da ulivista della prima ora, sceso in campo proprio perché sentivo la necessità di costruire una forza riformista che – superando gli steccati del passato – potesse candidarsi a guidare il futuro. Un processo che cominciò con l'alleanza di partiti diversi fino a quando non sfociò nella costituzione del Partito Democratico, punto di arrivo di quella prima fase e punto di partenza di quella che stiamo vivendo, in cui siamo chiamati a renderlo sempre più adeguato alle sfide che questi tempi difficili ci propongono e all'altezza delle aspettative degli elettori. Se viceversa, vagheggiare un "nuovo Ulivo" significa avere nostalgia di quando l'Ulivo era un'alleanza di partiti diversi, e quindi implicitamente porre le premesse che portino ad una nuova frammentazione all'insegna del "marciare divisi per colpire uniti", credo che sarebbe un errore molto grave: non possiamo pensare di tornare indietro! E' invece necessario andare avanti, rispondere alla domanda centrale su quale sia l'idea di una sinistra moderna e di governo capace di dare risposte vere ed efficaci ai problemi presenti e futuri, realizzando pienamente la vocazione riformista del PD.

Di questo argomenti e di altri ho parlato qualche giorno fa a Ciao Radio, nel programma di rassegna stampa del mattino, intervistato da Ilaria Chia e Mario Spinosa. Qui sotto trovate la registrazione di tutta l'intervista.

Sull'Ulivo e il PD, e non solo (intervista a Ciao Radio)
Giuseppe Paruolo

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martedì 17 gennaio 2017

Una scelta che aiuta le persone in attesa di trapianto, accogliendo i donatori extracomunitari

Finalmente è arrivata in aula la mia risoluzione sui trapianti di rene da donatore vivente extracomunitario. L'Assemblea Legislativa l'ha approvata con il voto favorevole di Pd, M5s, Sel e nessuno contrario. Ora la Giunta dovrà impegnarsi a porre a carico del servizio sanitario regionale, nel caso di donatore di rene vivente che sia cittadino extracomunitario non residente in Italia, i costi per le relative prestazioni sanitarie. Nel documento chiediamo inoltre di sollecitare il Governo nazionale a stipulare convenzioni sanitarie con quei Paesi che ancora non ne hanno, al fine di consentire il trapianto a pazienti da parte di un possibile familiare donatore extracomunitario.

È una proposta concreta che supera il luogo comune che vede contrapposti cittadini italiani e cittadini extracomunitari nell'accesso ai servizi, e se attuata, andrebbe a vantaggio degli uni e degli altri, garantendo anche un risparmio per le finanze pubbliche.

L'insufficienza renale cronica terminale colpisce circa 3300 cittadini della nostra Regione, persone che per vivere devono sottoporsi all'emodialisi: trattamento faticoso per i pazienti e costoso per la collettività. Fra queste persone in attesa di trapianto di rene vi sono alcune centinaia di cittadini extracomunitari.

Il trapianto da donatore vivente può e deve essere promosso, perché consente di salvare ancora più vite e smaltire le lunghe liste d'attesa. Non è raro il caso in cui un cittadino extracomunitario abbia un congiunto disposto a donare, ma residente all'estero e cittadino di un paese che non dispone di una convenzione sanitaria con l'Italia. In tali circostanze, se le spese sanitarie sono a carico del donatore (o del ricevente) spesso capita che questi non possano permettersele, col risultato che il paziente resta in dialisi (con i costi connessi) e nella lista d'attesa per ricevere un rene da donatore cadavere.

Se tali spese fossero invece poste a carico del servizio sanitario, come chiediamo nella risoluzione, potrebbe verificarsi proprio il caso di un cittadino immigrato che riesce così a ricevere un rene e libera il posto ad un altro cittadino che non ha alternative alla lista d'attesa. Tale scelta comporta in ogni caso un risparmio, perché il costo della dialisi è di gran lunga superiore alle spese relative al familiare donatore.

Non sempre vi sono scelte che portano benefici a tutti e fanno financo risparmiare, ma questo è uno di quei casi, e vale la pena sottolinearlo. E voglio abbracciare le associazioni dei trapiantati, che da tempo ci sollecitavano questa decisione.

Una scelta che aiuta le persone in attesa di trapianto, accogliendo i donatori extracomunitari
Giuseppe Paruolo

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