giovedì 11 febbraio 2010

In Regione perché

Vorrei spiegarvi perché mi candido alle prossime elezioni regionali del 28 e 29 marzo, nella lista del Partito Democratico in provincia di Bologna a sostegno di Vasco Errani.

Mi candido perché ho a cuore la sostanza delle cose: negli anni scorsi ho incontrato e guardato negli occhi professionisti che ogni giorno si spendono in prima persona per far funzionare i nostri servizi, volontari che giocano un ruolo fondamentale nel rendere effettivi i diritti di tutti, cittadini con i loro bisogni, piccoli e grandi, che attendono una risposta convincente. Tutti costoro chiedono una cosa fondamentale alla politica: di non guardarsi l'ombelico, ma di prendere a cuore il loro lavoro, il loro impegno, le loro necessità. Io la politica la faccio e voglio farla così.

Mi candido perché so che la buona tradizione del passato si difende con una grande capacità di innovazione: la nostra Regione può vantare diversi risultati importanti, una tradizione di eccellenza in molti campi. Penso in particolare ai settori sanitario e sociale e a quello dell'innovazione tecnologica, che sono quelli in cui ho operato come assessore comunale di Bologna nei cinque anni passati e su cui vorrei in particolare concentrarmi se mi eleggerete. Ma per difendere i risultati raggiunti, per ribadire la centralità del servizio pubblico e metterlo al riparo da chi vorrebbe smantellarlo, non si può stare fermi: occorre andare avanti, correggere e migliorare dove occorre, innovare con lungimiranza e senza paura. A questo scopo voglio orientare le mie idee e le mie capacità.

Mi candido tenendo come faro il rapporto con gli elettori e con il territorio. Non si può fare buona politica stando chiusi nei palazzi, occorre muoversi ed incontrare le persone. Ho macinato tanta strada col mio scooter (non con la macchina blu) a Bologna negli anni scorsi, ora vorrei abbracciare il più ampio territorio provinciale che già ben conosco per i miei precedenti incarichi e per esperienza diretta di vita. Inoltre credo che si debba fare di più in termini di trasparenza e nel fornire strumenti con cui i cittadini possano verificare e controllare il lavoro di chi hanno eletto. Vorrei impegnarmi anche in questo senso, perché per me il rapporto con gli elettori è fondamentale.

Mi candido perché penso di avere le carte in regola per farlo. Non è solo questione di curriculum e di carriera, ma anche di indipendenza, di coerenza, di sapere dire dei sì quando occorre e dei no quando è giusto farlo. Dopo gli studi ho lavorato per quindici anni senza fare politica, ho una professionalità riconosciuta e un lavoro cui posso in ogni momento ritornare. Ho oltre dieci anni di esperienza amministrativa come consigliere e come assessore comunale, con incarichi di rilievo fino ad essere stato Vice Sindaco di Bologna. Credo tantissimo nella lealtà, ma non nell'ubbidienza cieca, e ho sempre fatto le scelte da uomo libero, pagando per intero il prezzo se necessario. La mia storia, anche quella più recente, sta lì a dimostrarlo. Coi fatti, non a parole.

Mi candido perché voglio bene al Partito Democratico, ma lo vorrei migliore. Ulivista da sempre, ho atteso l'Ulivo per entrare in politica e vivo il PD come il progetto che da sempre ho aspettato. Però vorrei un PD migliore di com'è, più simile a quello che i nostri elettori ci chiedono di essere, più coerente con le cose che affermiamo, più credibile. Se a voi il PD va bene così com'è, ci sono candidati migliori di me che potete votare. Ma se volete bene al PD come me e come me lo vorreste diverso e migliore, io sono a vostra disposizione per provare a cambiarlo in meglio e farlo assomigliare al progetto in cui abbiamo creduto.

Onestà, coerenza, capacità e passione non si comprano: si costruiscono, si dimostrano, a volte si pagano. Ma ne vale la pena.

martedì 2 febbraio 2010

Elettrosmog, che tristezza...

Nel repentino crepuscolo della giunta Delbono (vicenda su cui ancora non voglio fare dichiarazioni), noi del PD ci facciamo un punto di onore del fatto che si sia rapidamente approvato il bilancio e varate alcune delibere che consentono alla città di andare avanti senza traumi. "Prima viene la città" diciamo con il segretario Bersani. "La macchina è pronta, manca solo l'autista" diciamo con il capogruppo Lo Giudice. E così via.

Molto bene. Allora qualcuno può spiegarmi perché oggi devo scoprire, fra questi fondamentali provvedimenti approvati in fretta e furia dalla giunta, la delibera 25/2010 approvata il 29 gennaio scorso che decide la "sospensione delle attività del tavolo partecipato di confronto ai fini del rilascio delle autorizzazioni per la programmazione degli impianti di telefonia mobile"? Si è decisa d'urgenza la chiusura di una bella ed apprezzatissima esperienza di partecipazione portata avanti nel precedente mandato e che questa giunta si era impegnata a proseguire. Perché?!?