Dopo mesi e forse anni di discussione sull'opportunità di fare le primarie, assodato che si faranno, da qualche tempo la discussione si è spostata sul modo di organizzarle. Speriamo che prima o poi il dibattito possa concentrarsi sulla sostanza, sul merito delle questioni amministrative, in modo da non fondare la scelta dei candidati solo sui personalismi e sulle simpatie o antipatie reciproche...
Nel frattempo però continuano ad uscire dichiarazioni ed articoli di stampa assai poco in linea con lo spirito che le primarie dovrebbero avere. Faccio tre esempi.
1) La ricerca di un candidato unico contro il sindaco uscente da parte di alcuni settori del partito: le primarie non si fanno contro qualcuno, ma per qualcosa. Cercare un'unità "contro" è ad un passo dal "tutti ma non lui" che inevitabilmente rischia di lanciare un messaggio pericoloso e sbagliato verso le elezioni vere e proprie. Se si ha una proposta da fare, la si faccia, si metta in campo una candidatura "per". Ci si confronti con lealtà, e si usino le primarie per costruire un buon programma e un consenso forte attorno al candidato che le vincerà. Questo sono (dovrebbero essere) le primarie.
2) E infatti qualcuno si è spinto anche a dire che intende votare alle primarie ma poi pensa ad una lista alternativa per le elezioni: una concezione delle primarie come indebolimento preventivo di un avversario, che nulla ha a che vedere con lo spirito delle primarie. Un'esplicitazione che non ci sono programmi, progetti per la città in ballo, ma solo destini personali che si incrociano e si combattono. Mi dispiace, ma non ci siamo.
Chiosa sui primi due esempi: come è possibile che in Italia (e a Bologna) si possa equivocare così tanto su uno strumento (le primarie) che altrove mostra tutta la sua freschezza? Io credo che ciò avvenga per l'endemica assenza del "merito" nelle discussioni (andate a leggervi il post precedente).
Quando Hillary Clinton ha dichiarato alla Convention dei Democratici il suo appoggio per Barack Obama, non ha detto ai suoi sostenitori "votate per lui perchè purtroppo io ho perso le primarie", ma ha detto "votate Obama, perchè sarà lui a portare a compimento la mia e vostra battaglia per la riforma del sistema sanitario, e non possiamo permettere che sia McCain ad affossarla: lo dobbiamo a noi stessi e ai nostri figli". C'era della sostanza, oltre che della lealtà.
Mettere in campo della sostanza, delle proposte operative, confrontarsi davvero nel merito è un servizio che si fa al PD, alla coalizione, alla città, è un contributo che si può lasciare in eredità al candidato che vincerà le primarie e sfiderà per tutti noi il candidato della destra, contribuendo a rafforzarlo. Invece, il "tutti ma non lui" è solo un modo per provare a fare gol nella propria porta...
3) Un giornale (Il Domani di Bologna) ha scritto ieri che io sarei pronto a scendere in campo per le primarie per la Provincia contro Beatrice Draghetti, in una sorta di regolamento di conti fra correnti del partito. L'articolo si conclude così: "Come a dire, le eterne lotte che hanno portato la Margherita (prodiana) bolognese al 3,5% sono passate armi, bagagli (e faide) nel PD". La cosa interessante è che la Margherita (prodiana) bolognese non è mai scesa sotto il 7%, e questo "refuso" mi pare che la dica lunga sulle intenzioni di chi ha ispirato quel pezzo e del giornale che lo ha pubblicato. Che infatti oggi, dopo la mia immediata smentita, mi dedica solo queste parole: "Poco importa che Giuseppe Paruolo abbia smentito di essere lui il candidato che via Rivani potrebbe mettere in campo contro la Draghetti". Evidentemente la verità non è molto amata da quelle parti...
domenica 7 settembre 2008
Lo spirito delle primarie
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