martedì 19 marzo 2013

Passante Nord, altro che banalizzazione

In attesa del nuovo governo si prolunga l’iter relativo al Passante Nord, che dopo un decennio pareva giunto all’epilogo con l’accordo-ultimatum fra istituzioni ed Autostrade del luglio scorso: entro novembre (2012) si sarebbe dovuto decidere. Invece siamo già a marzo 2013 e il Passante continua ad essere in una “zona grigia”, secondo la definizione di qualche giorno fa dell’assessore Peri. Sull’iter a dir poco travagliato di quest’opera ho già espresso in passato le mie perplessità: ma non è tanto lo slittamento dei tempi a preoccuparmi oggi, quanto il fatto che non si usi il tempo che passa per gli approfondimenti di merito che a mio avviso sarebbero necessari.
Rispetto all’ipotesi di Passante Nord approvata nel 2003 e poi recepita nel PTCP abbiamo già assistito a significative modificazioni, come quelle sul senso complessivo dell’opera e sul suo tracciato. Infatti il Passante del PTCP perseguiva una deviazione di tutto il traffico di attraversamento, con una penalizzazione tariffaria per chi fosse uscito e poi rientrato in autostrada per passare lungo l’attuale percorso destinato a diventare tutto tangenziale. Viceversa il Passante di Autostrade intercetterebbe solo i flussi di traffico da e verso nord (ecco perché due sole corsie) lasciando che il flusso di attraversamento est-ovest segua l’attuale percorso senza alcuna penalizzazione tariffaria. Sul tracciato, come noto, l’ipotesi di Autostrade è più corta con un impatto inaccettabile sul territorio dei comuni della cintura bolognese. Solo sul tracciato c’è stata un’opposizione ed una controproposta da parte delle istituzioni bolognesi, con una ipotesi di mediazione fra il tracciato di Autostrade e quello originario del PTCP. Allo stato, se ho ben capito, siamo ancora in attesa della risposta di Autostrade.
Nel frattempo però ci sono aspetti che emergono dai documenti che arrivano: l’ultimo di cui sono al corrente è uno studio prodotto da Autostrade a fine 2012. Fra le cose che contiene e che meriterebbero di essere discusse ne cito due.
La prima è il fatto che si prevede che anche la tangenziale debba diventare a pagamento: “per gli utenti del Nuovo Sistema Tangenziale il suo utilizzo sarà a pagamento tramite un sistema Free Flow Multilane con portali installati su ogni tratta elementare”. Ma allora scusate, e tutti i discorsi relativi alla banalizzazione della tangenziale che fine fanno? Per banalizzazione il progetto del PTCP intendeva in soldoni che l’autostrada all’interno della tangenziale diventasse tangenziale anch’essa, non viceversa. L’aspetto della banalizzazione era stato definito irrinunciabile e si era detto di averlo ottenuto: così, tutto a pedaggio? Non voglio farne una questione semantica, ma se qualcuno per banalizzazione intendesse la soluzione attualmente sul tavolo (che oltretutto è complicata forte, altro che banale) come minimo bisognerebbe chiarirsi sull’uso dei termini.
trajamLa seconda è che gli studi di traffico dimostrerebbero che con quel Passante il beneficio per l’intasamento della tangenziale sarebbe comunque molto ridotto: “sia al 2018 sia al 2035 non si evidenzia un netto miglioramento dei livelli di servizio delle complanari che si mantengono diffusamente su un LOS E”. LOS è il livello di servizio, espresso su una scala che va dal migliore A al peggiore F. Tradotto, non aspettiamoci che il traffico in tangenziale migliori significativamente. Tutto quello sforzo, e il risultato atteso è comunque insufficiente? Anche questo è un aspetto su cui sarebbe il caso di interrogarsi.
Dove se ne parla, con chi? Ogni tanto qualche voce si alza per ricordare che è importante fare il Passante, a prescindere dal come. Qualcun altro chiede di fermarlo, a prescindere dal come. Nel mezzo, qualche penultimatum e tanta attesa. Procediamo come se si potesse giustificare un sacrificio enorme in termini di risorse e di territorio quasi a prescindere dalle caratteristiche dell’opera. Sembriamo clienti entrati dal concessionario per acquistare una vettura con le idee chiarissime, ma a cui il venditore sta cambiando via via motore, modello, colore, interni, optional. La cosa singolare è che noi continuiamo a chiamare l’auto col nome di quella che volevamo comprare, anche se ormai è evidente che si tratta di tutt’altro.
Possiamo andare avanti ad oltranza in questo gioco senza dire con chiarezza quali sono le nostre condizioni irrinunciabili? Perché tocca a noi, alla politica, ai difensori dell’interesse collettivo, dire che in assenza di quelle condizioni, in assenza di un chiaro e conclamato interesse collettivo, il sacrificio di territorio e di risorse non è giustificabile. Senza continuare a portare avanti questo gioco del cerino con Autostrade (che peraltro nello studio riconosce che le evidenze sono tali da “mettere in discussione la sostenibilità trasportistica dell’intervento”) per vedere chi finirà per scottarsi le dita…

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