Oggi pomeriggio sono intervenuto in Consiglio Comunale per ricordare che oggi è la giornata internazionale contro la pena di morte, promossa da alcuni anni dalla comunità S. Egidio e che coinvolge oltre mille città in tutto il mondo. Da notare che il mio intervento (se volete leggerlo per intero è qui) è stato l'unico segno di coinvolgimento, benché Bologna figuri fra le città che aderiscono. Questo silenzio mi ha colpito, e ho spiegato perché nell'ultima parte del mio intervento, che di seguito riporto.
Permettetemi di dire che questa giornata ha quest'anno un motivo in più di attualità. Sono giorni in cui si discute della presenza del crocifisso nelle aule a seguito della nota sentenza della Corte europea dei diritti. Del tema discuteremo anche in Consiglio Comunale e in quel contesto dirò la mia anche sulle iniziative di forze politiche che provano a strumentalizzare il crocifisso in modo indegno.
Questa giornata è un modo a mio parere molto più vero di tante chiassose iniziative di richiamare il valore non solo religioso ma umano e civile del crocifisso, ossia del Figlio dell'uomo condannato a morte da un tribunale del suo tempo. Nonché di provare a dimostrare nella concretezza della nostra azione politica quelle radici cristiane dell'Europa che vengono sovente richiamate.
Ancora una volta, la distanza fra la sostanza e la forma tornano a interpellare ognuno di noi, e io non posso tacere il mio profondo disagio di fronte allo stridente contrasto fra le levate di scudi crociati su questioni che meriterebbero di essere affrontate in ben altro modo ed il silenzio su questioni importanti che meriterebbero invece di vederci tutti insieme a fare avanzare la cultura della vita e del rispetto, come nella giornata internazionale di oggi che ho qui inteso ricordare.
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