sabato 21 novembre 2009

Registro "dat", stiamo al merito

Il confronto consiliare sull'ipotesi di registro comunale per le dichiarazioni anticipate di trattamento, arricchito anche dagli esperti chiamati da consiglieri delle diverse forze politiche, ha consentito di acquisire alcuni punti fermi.

Tutti riconoscono che il registro non inciderebbe sulla validità giuridica delle “dat”, definita dalle leggi in vigore; che il registro comunale sia una legittima possibilità, dunque né un obbligo né un abuso; che sia opportuna una legge nazionale che normi la questione alla luce della Costituzione e dei progressi della medicina.

Noi riteniamo che la legge vada costruita con un consenso ampio. I presupposti ci sarebbero, visto che tutti concordano nell'escludere da un lato l'accanimento terapeutico e dall'altro l'eutanasia, e nessuno nega che vada riconosciuto uno spazio all'autodeterminazione delle persone.

Occorre quindi un dialogo vero ed un ascolto reciproco, quello che è mancato finora nell'elaborazione in Parlamento del testo “Calabrò”. Per favorire questo dialogo, è opportuno non ideologizzare questioni di natura diversa, come appunto è il caso del registro.

Se la “dat” ha anche solo un “potenziale valore probatorio” e contiene “desideri della persona che il medico deve prendere in considerazione”, per stare al minimo comune denominatore dei pareri degli esperti, perché accendere sul registro uno scontro ideologico, stracciandosi le vesti quasi che fosse la premessa per la legalizzazione dell'eutanasia?

Certo, il registro non è una delle priorità del programma di mandato, e se si trattasse di spenderci dei milioni saremmo i primi a dire che non è il caso. Ma è chiaro che qui si parla di una spesa molto limitata che consente di dare un servizio in più a cittadini che lo ritengono importante - anche in ragione della delicatezza del momento di vita a cui si riferisce - e senza in nulla offendere coloro che non lo giudicano prioritario. Naturalmente va fatto con tutte le accortezze di natura giuridico-legale.

Se dunque stiamo al merito, non c'è ragione su questa proposta per dare spazio a crociate di qualunque segno. E noi stiamo al merito.

Marina Accorsi, Lina Delli Quadri, Amelia Frascaroli, Teresa Marzocchi, Paolo Natali, Giuseppe Paruolo, Francesca Puglisi, Luca Rizzo Nervo - consiglieri comunali PD

(pubblicato sul Resto del Carlino di oggi)

1 commento:

Cassandra testarda ha detto...

Mi sembra un atteggiamento ragionevole , e sostanzialmente democratico, che esce finalmente dal cliché del cattolico che deve votare per forza come gerarchia ecclesiastica comanda.
Sarà una gara dura quella per ottenere il riconoscimento di un testamento biologico vero per il nefasto clima di contrapposizione che si è creato. Io credo che comunque valga la pena battersi per questo, cattolici democratici e laici democratico insieme.
Ciao

http://cassandralg.blogspot.com