Ma prima qui a Bologna c'è da vincere il ballottaggio: questa ora è la priorità.
Intanto voglio ringraziare le persone che mi hanno assegnato la loro preferenza nella lista del PD per il Consiglio Comunale, consentendomi di essere eletto con un ottimo risultato (638 preferenze). E' una fiducia che intendo ripagare con il massimo impegno.
2 commenti:
Sarò un novellino in questo genere di cose, però ho guardato anche io le preferenze accordate dagli elettori.
Prima avevo notato come le proporzioni fra candidati e consiglieri fossero da concorso pubblico... la cosa maliziosamente mi faceva pensare che il desiderio fosse di far politica per prendere più che per dare (purtroppo bisogna riconosce che è questo il messaggio implicito che viene trasmesso, soprattutto dai palazzi del potere).
Sono poi rimasto sorpreso a vedere che a parte pochissimi outsider da qualche migliaio di voti, gli altri eletti, anche nomi noti e conosciuti come il suo, sono chiamati ad amministrare in nome di una ridicola percentuale di votanti che ha scelto "proprio loro".
635 preferenze è risultato ottimo solo relativamente ad una realtà dove un'ampia maggioranza si contenta di barrare una croce sul simbolo che gradisce; amici meridionali si stupiscono di questa scarsissima propensione ad assegnare preferenze (vero strumento di controllo democratico: governa chi dico io, non qualcuno scelto da chi dico io... e poi e poi, nevvero?).
C'è anche da dire che sempre con perfida malizia si potrebbe chiaccherare a lungo anche sul perchè "altrove" votare sia così strettamente legato a "scrivere un cognome"...
Ripeto: sarò un novellino... approfitto quindi del fatto che lei sia direttamente interessato per chiederle come mai se lo 0,3 scarso dei voti sono stati "esplicitamente per lei", è un risultato ottimo che le consentirà di governarci tutti.
(disinteresse? ignoranza? popolo bue? antipolitica? cognomi difficili da ricordare? altro che non so?)
E' vero: qui da noi pochi danno la preferenza rispetto a chi vota la lista, altrove (e al sud in particolare) l'uso della preferenza è molto più largo. Al punto che in alcuni casi si arriva a votare il nome e "di conseguenza" la lista, come dimostrato dal migrare di candidati da una lista all'altra portandosi dietro tutti i loro voti "personali".
Quest'anno peraltro i voti di preferenza qui sono calati in generale, frutto della complicazione delle schede e del disabituarsi alla preferenza (che non c'è più alle politiche, ad esempio).
La fisiologia credo stia in mezzo, nell'uso mirato della preferenza da parte di cittadini bene informati per effettuare una selezione sulla base del merito della classe politica. Evitando sia le derive dirigistiche (nessuna preferenza, il partito decide tutto) che quelle clientelari (pacchetti di voti di preferenza perennemente associati ai singoli politici).
Certo, un presupposto fondamentale per un esercizio corretto della preferenza è quello di essere bene informati, e qui il discorso si farebbe lungo...
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