Rientrando dall'opportuno distacco costituito dalle ferie d'agosto, voglio condividere qualche riflessione. Parto dalla convention dei Democratici USA a Dallas di questi giorni, di cui si è letto sui giornali ma che grazie alle odierne tecnologie si può seguire direttamente: ho passato un bel po' di tempo a guardarmi gli interventi sia sul sito ufficiale che su YouTube, ricavandone le seguenti impressioni.
La prima: interventi mirati alla gente comune, quindi un scelta di linguaggio, di stile, di cura dell'immagine orientata al grande pubblico, ma anche con contenuti netti. Hillary Clinton ha detto sì ad Obama fra cartelli e bandierine, ma gli ha anche chiesto con grande chiarezza di mettere fra le priorità il suo piano di assistenza sanitaria di tipo universale. Chi ha votato per lei alle primarie ora sa di poter votare Obama non perchè Hillary ha perso le primarie, ma perchè Obama possa diventare Presidente e realizzare quel progetto, capace di cambiare la vita delle persone.
Se penso all'Italia, mi vengono in mente tanti discorsi capaci di parlare alla gente comune ma con toni populistici e promesse fumose destinate fatalmente ad essere disattese; oppure discorsi ricchi di contenuti importanti ma drammaticamente difficili da seguire e incapaci di fare presa sul grande pubblico...
La seconda: poco timore di confondersi coi repubblicani come punto di partenza, ma nessuna paura di sottolineare la profonda diversità delle soluzioni. L'altro ieri il governatore del Montana Schweitzer ha parlato di famiglia e di ranch, ha detto (come Obama) che non ci sono stati rossi e stati blu ma solo stati uniti d'America, ha raccontato di aver scelto un vice repubblicano: fin qui, indistinguibile. Poi però ha detto che Bush e McCain vogliono cavalcare la dipendenza degli USA dal petrolio, continuando a pagare fior di dollari a nazioni in larga misura ostili, mentre i democratici vogliono investire sulle energie alternative non solo per motivi ambientali ma anche per perseguire un'autonomia energetica (e di questo ha parlato stanotte Al Gore, e poi Obama che si è dato l'obiettivo dell'indipendenza degli USA nell'energia entro 10 anni): e qui la distanza fra le due proposte è enorme, davvero anni luce.
In Italia accade spesso il contrario: c'è ancora una gran paura di confondersi con "gli altri", la presenza percepibile di una distinzione a priori. E poi soluzioni di governo certo diverse ma troppo spesso difficilmente distinguibili. Con ovvie conseguenze sulla costruzione del consenso: vedi l'annoso dibattito sulle alleanze.
La terza: l'obiettivo comune viene prima delle beghe interne, e quindi l'America, gli americani, il partito democratico valgono di più delle storie personali. Forse è vero che Michelle Obama ha guardato Bill Clinton senza entusiasmo, come i giornali italiani hanno prontamente evidenziato, ma intanto lì nessuno si è sognato di mettere in discussione l'esito della partita solo perchè avrebbe voluto giocarla in un ruolo diverso. Un confronto senza sconti, quindi, ma con la consapevolezza che si è sulla stessa barca e che a nessuno è consentito, mai, di dire "muoia Sansone con tutti i filistei".
Non ho nemmeno bisogno di dire cosa succede invece in Italia, di quanto spesso l'interesse del singolo partito venga messo prima dell'interesse della nazione, o l'interesse del singolo o del gruppo avanti a quello del partito e così via.
Insomma, c'è di che riflettere... (continua)
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento