venerdì 28 dicembre 2007

Il rischio di tornare indietro

Intervistato da un quotidiano, ho detto che nei momenti di grande trasformazione, come quello che stiamo vivendo, vi sono grandi opportunità ma anche grandi rischi, a Roma come a Bologna. E il rischio principale che vedo è usare l'opportunità della trasformazione per tornare indietro invece che per andare avanti. Da questo punto di vista, trovo deludente ad esempio sentire continuamente evocare nel dibattito cittadino le categorie della nostalgia e la bolognesità come virtù taumaturgica.

Primo esempio: Zani e molti altri si sono accaniti contro Merighi, che ha detto che in un’epoca di risparmio energetico il riscaldamento all’aperto ha poco senso, quasi che avesse proposto il coprifuoco e la rinuncia a sacre abitudini consolidate nei secoli. Io invece faccio fatica a credere che l'aperitivo all'aperto in dicembre sia un diritto fondamentale da garantire. Anzi, in un posto normale quella di Merighi sarebbe stata un'affermazione ovvia, ma evidentemente non a Bologna.

Secondo esempio: Grillini ed altri nel centrosinistra hanno cominciato ad usare contro il sindaco l’argomento della bolognesità. Si tratta per lo più di persone che avevano sostenuto Cofferati nel 2004, e mi risulta che già allora fosse originario di Cremona. Intendiamoci, è legittimo che dissentano sul modo di governare la città, ma evocando il tema della bolognesità faccio presente a Grillini che non importi che si scomodi, il candidato naturale resta Guazzaloca: che ha governato malissimo, ma è certamente bolognese doc.

Mi pare che da questi esempi si colga un ritardo preoccupante del dibattito politico rispetto alle sfide che invece abbiamo di fronte. Invece di attardarci in una nostalgia di maniera per un piccolo mondo antico di esistenza dubbia e sicuramente non credibile come riferimento in proiezione futura, dobbiamo impegnarci nel concreto dei problemi, superando i luoghi comuni. Dobbiamo dimostrare ai commercianti che si possono fare affari anche in una città che non soffoca nello smog. Garantire ai giovani la possibilità di lavorare in città e non solo di studiare e divertirsi. Fornire agli anziani gli strumenti per poter vivere in casa propria il più a lungo possibile. Rilanciare il ruolo logistico della nostra città alla luce dell’evoluzione della tecnologia, e così via. Tutti temi difficili e faticosi, ma sono quelli i nodi veri se vogliamo portare Bologna nel futuro.

Il tema che pongo è di merito, anche se le risposte che trovo oggi sui giornali non mi pare che raccolgano l'invito. Qui non si tratta di essere cofferatiani o anticofferatiani, e tentare di riportare il tutto ad una divisione su questa linea di confine è poco utile alla città. E' vero che il Sindaco ha uno stile diretto che a volte risulta ruvido, ma a volte sarebbe utile provare a discutere della luna e non del dito che la indica. Una gara fra politici che litigano fra loro facendo a gara a lisciare il pelo agli elettori è una cosa già vista, ed non ci serve rivederla.

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