martedì 3 luglio 2007

Uno schema da cui uscire

[Estratto da un mio articolo uscito sull'ultimo numero de Il Mosaico]

Seguendo le cronache politiche bolognesi, che sembrano ridursi ad un referendum a favore o contro il sindaco Cofferati, spesso ho l’impressione che la personalizzazione del dibattito rischi di mettere in secondo piano i nodi di merito sul presente ed il futuro della nostra città. (...)

Proprio perché impegnato ogni giorno sulla sostanza dei problemi, mi piacerebbe vedere la realtà delle cose un po’ più considerata. In questo modo si darebbero giudizi più equilibrati, perché dire aprioristicamente che va tutto male o che va tutto bene non è dare giudizi, ma è fare propaganda. (...)

Si corre il rischio di basare i propri giudizi solo sulle sensazioni, ricordando ad esempio le tante polemiche che hanno tenuto banco sui media, ma senza ricondurle alle ragioni su cui si sono consumate.
Così, ci si ricorda che c’è stata una polemica coi commercianti (ma su cosa? su Sirio e sugli orari, e chi aveva ragione?), coi comitati antismog (sulla sospensione della ZTL al sabato, ma i dati cosa dicono?), con le associazioni sportive (sui bandi per i centri sportivi, ma era forse giusto non farli?) e così via.
Prescindendo dal merito, si sommano motivi di scontentezza anche quando sono su sponde opposte, e tutto diventa una lamentela indistinta e poco utile.
Poi naturalmente ci si ricorda solo delle polemiche, che occupano lo spazio maggiore sui giornali, mentre le notizie positive senza contrasti scivolano via, come la rete dei poliambulatori, il miglioramento delle liste d’attesa e dell’accessibilità dei pronto soccorsi, il percorso partecipato per la telefonia mobile, la rete Internet wireless, solo per citare alcuni esempi. (...)

Per concludere, vogliamo provare a chiederci se questa continua e diffusa ricerca dell’uomo forte da adulare incondizionatamente oppure su cui scaricare tutte le colpe non sia anch’essa un segno della decadenza della nostra città?
Chi ci restringe in questo schema, o peggio ancora è passato dal fanatismo nel 2004 all’ostracismo nel 2007, non aiuta la coalizione del centrosinistra a recuperare le ragioni dello stare insieme e del progetto comune. (...)

[Se ti interessa, leggi l'articolo completo]

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