giovedì 7 novembre 2013

Ancoraggi sicuri in un mare agitato

mareagitatoNon è semplice in questi giorni andare in giro – anche e soprattutto nei circoli del PD – come consigliere regionale. Tante persone mi fanno domande su questioni che anch'io ho come loro letto sui giornali e su cui neanch'io ho tutte le risposte che loro vorrebbero da me. In questo mare molto agitato, occorre tenere saldi e se possibile condividere come ancoraggi sicuri alcuni fatti e alcuni principi.
Primo, la politica deve fare la sua parte senza delegare ad altri i propri compiti. Si può discutere se i provvedimenti adottati dalla Regione Emilia-Romagna siano sufficienti o meno, ma è un fatto che la nostra Regione abbia per prima abolito i vitalizi, limitato le spese e infine cancellato le voci di rappresentanza dalle spese ammissibili per i gruppi consiliari. Per questo il costo pro-capite a carico dei cittadini è il più basso d'Italia ed è stato preso come riferimento per tutte le altre regioni nel decreto varato dal governo Monti per il taglio dei costi della politica.
Secondo, legalità e rispetto delle regole. E' giusto che la magistratura faccia gli accertamenti che ritiene e da parte di tutti noi ci deve essere rispetto e fiducia per il suo lavoro.
Terzo, etica e sobrietà. Il denaro pubblico non va usato solo nel rispetto formale delle regole ma con uno stile che sia in linea con i principi in cui diciamo di credere. E' una sensibilità anzitutto personale ma è anche elemento di condivisione e di identità. Non possiamo delegarlo né alle indagini della magistratura né alle indiscrezioni giornalistiche.
Quarto, rispetto per le persone. Chi è raggiunto da accuse o richieste di chiarimenti non può sottrarsi alle necessarie spiegazioni, ma occorre anche fare attenzione a non assecondare un meccanismo mediatico che rischia di macinare tutti indifferentemente. Esempio: non sarà stata una mossa brillante lasciarsi scappare un rimborso per la toilette, ma mettere alla gogna una persona come nemico del popolo per una cosa del genere mi pare davvero irrispettoso.
Quinto, trasparenza ed equilibrio. In un clima come l'attuale invocare il diritto alla privacy appare un modo per svicolare, e non credo ci siano valide alternative al cammino verso la piena trasparenza. Al tempo stesso non può nemmeno valere il "potete pagarvelo da soli" su tutto senza distinzioni. Chi ha esperienza di lavoro in una qualsiasi azienda, sa che quando si va in trasferta vengono rimborsate spese ragionevoli secondo regole chiare: è troppo sperare che anche la politica riesca a rientrare fra le cose normali, superando l'attuale schizofrenia fra regole a maglie larghe e abolizione di ogni rimborso?
Sesto, ruolo e responsabilità. Se sei un consigliere regionale e ad essere chiamato in causa è un tuo collega, il tuo compito è anzitutto esercitare il tuo ruolo nell'istituzione. Per questo nei giorni scorsi ho scelto un profilo meno pubblico di quello che alcuni mi suggerivano. Ora apprezzo il passo indietro fatto dall'ormai ex capogruppo a tutela del PD e per potersi meglio difendere dalle accuse.
Settimo, elogio della parsimonia. In una società che spinge ad essere brillanti e a consumare sempre di più, io credo che invece la parsimonia nell'uso delle risorse sia un valore. Lo è per le risorse finite come quelle ambientali, personalmente credo lo sia (entro certi termini) anche nell'uso delle finanze personali, lo è sicuramente nell'uso del denaro pubblico.
Sono paletti credo di buon senso, che ognuno dovrebbe tenere a mente per cercare di applicarli prima di tutto a se stesso. Io sono il penultimo arrivato in Regione, ma ho fatto in tempo ad aver diritto al vitalizio: quando abbiamo fatto la legge che consentiva ai singoli di rinunciare io, come diversi altri colleghi, ho rinunciato.
Siccome in questi giorni tanti mi chiedono delle spese di rappresentanza, ogni volta devo spiegare che dall'inizio dell'anno sono state totalmente abolite (nel solco di un processo di autoriforma che dimostra una consapevolezza in questo mandato della necessità di ridurre costi e privilegi della politica), e che attualmente non solo non si può chiedere il rimborso di un pranzo ma nemmeno di un biglietto del treno. Nei primi sette mesi in cui ho esercitato il mio mandato ed erano ancora previste quelle voci di spesa, ho fatto attenzione nel mio contribuire alle spese del gruppo consiliare. E con chi insiste, e fra il serio e il faceto mi chiede conto delle mie cene in quel periodo, taglio corto e spiego che me ne sono mai fatte rimborsare.
Finisco dicendo che questi sette punti sono solo premesse rispetto a ciò che sostanzia il lavoro politico-amministrativo. Per noi consiglieri regionali la sostanza è fare delle buone leggi e contribuire ad un'amministrazione capace di dare risposte adeguate ai bisogni dei propri cittadini.  Dobbiamo essere capaci di uscire da questa situazione per riaffermare una politica capace di farsi misurare su ciò che di buono è stata capace di fare. Siccome sono convinto che di buoni argomenti ne abbiamo, cerchiamo di fare presto.

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