giovedì 25 luglio 2013

Ecco la legge sulla rete escursionistica emiliano-romagnola

L'Assemblea Legislativa ha varato ieri il progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Costi, Ferrari, Monari, Donini, Meo, Grillini, Paruolo, Barbieri e Montanari: "Rete escursionistica dell'Emilia-Romagna e valorizzazione delle attività escursionistiche". Si tratta di una legge a cui ho lavorato nei mesi scorsi e cui sono davvero affezionato, e non solo perché è la prima legge che porta anche la mia firma come consigliere regionale.
Nato sotto (giustissimo) impulso del CAI per promuovere la rete dei sentieri nel nostro Appennino, quando il progetto è diventato pubblico fu oggetto di vibranti polemiche, e fu subito chiaro che non era semplice conciliare le esigenze diverse. Da un lato gli amanti della fruzione pienamente naturalistica della montagna: gli escursionisti a piedi. Dal lato opposto, gli amanti del motocross e della fruizione motorizzata dei sentieri. In mezzo, i ciclisti, con la loro analogia coi motociclisti per il fatto di viaggiare su cicli, e l'analogia con i camminatori perché l'energia di propulsione sono comunque le gambe. Le preoccupazioni delle varie categorie ricadevano sulle comunità locali e sui comuni: anche i sindaci erano preoccupati.
La veemenza delle reazioni e la varietà delle diverse esigenze furono tali da porci la domanda se valesse la pena di procedere o se fosse sensato sospendere l'iter in attesa di tempi migliori. Abbiamo deciso di procedere, avviando un importante lavoro di revisione del progetto di legge e di mediazione alta fra le diverse istanze: il risultato è stato davvero buono, con una formulazione che ritengo equilibrata e convincente, ed è motivo di soddisfazione che ora la legge sia andata in porto.
I principi sono chiari: tutti i sentieri sono a disposizione di chi non usa mezzi a motore (dunque camminatori,  ciclisti, cavalieri e così via); alcuni sentieri sono aperti al traffico motorizzato con modalità e tempistiche concordate anzitutto sul piano locale. I Comuni sono pienamente valorizzati, e al tempo stesso c'è un'attenzione particolare ai sentieri che attraversano più comuni, che possono essere elevati a sentieri di interesse regionale: è un modo per evitare quel che è successo finora, in cui capita che percorrendo un sentiero lo trovi ottimamente manutenuto fino ad un certo punto e improvvisamente (passando il confine da un comune all'altro) molto meno curato.
La difficile coabitazione fra fruitori di tipo diverso diventa in questo senso una scommessa in positivo: consentendo una fruizione limitata e regolata ai motociclisti e spingendoli ad associarsi e ad interloquire con gli enti locali e le organizzazioni delle altre categorie, miriamo a promuovere coloro che si prendono cura dei sentieri e ne curano la manutenzione e ad isolare (e punire) chi invece si comporta male infischiandosi delle regole e facendo danni.
Mi auguro, ci auguriamo che questa legge sia davvero l'occasione per migliorare la rete dei sentieri, ed allargare sempre di più il numero di persone che scelgono di passare un po' del loro tempo all'aperto e in mezzo alla natura, facendo la sana fatica di camminare (o di pedalare) in un contesto rilassante e ricco di bellezze naturalistiche.

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