L'altra sera, all'inaugurazione della sede dell'associazione Il seno di poi, l'incontro con tante donne che hanno vissuto o che stanno vivendo l'esperienza difficilissima di un tumore al seno, mettendo al centro la solidarietà e l'aiuto reciproco.
Agli incontri con i donatori di sangue e di midollo osseo e con le associazioni dei trapiantati di organi continuo a ripetere che anche qualora la medicina dovesse trovare risposte alternative (con organi artificiali, sangue coltivato in laboratorio, cure alternative) avremmo bisogno comunque di chi ci dà l'esempio della donazione: la nostra società ha un bisogno enorme di riscoprire l'importanza della gratuità e del donare, loro sono testimonial viventi che dobbiamo ringraziare ben al di là dell'aspetto pratico di funzionamento del sistema sanitario.
Così i volontari nelle ambulanze e le altre mille forme di volontariato attivo, oltre all'aiuto pratico e alla soluzione dei problemi, sono anzitutto un buon esempio. Mentre le associazioni dei malati e dei loro familiari, certamente portano alla luce un grande carico di sofferenza ma al tempo stesso testimoniano la solidarietà che ci permette di affrontare anche le prove più difficili.
Ne sto incontrando tante, in questi giorni di maggio tradizionalmente dedicati alle assemblee conclusive dell'attività prima della pausa estiva, o a convegni come quello di ieri di Le parole ritrovate in ambito psichiatrico.
Siamo in campagna elettorale, tu sei una specie di trottola che passa da un'iniziativa all'altra. Poi arrivi ad uno di questi incontri, e capisci che i bisogni sono enormi e tu sei piccolo piccolo. Per poter dare voce e gambe alle tante cose che ci sono da fare, la prima cosa da fare credo sia davvero lasciarti coinvolgere, con la mente e con il cuore. Così, le priorità cambiano e i bigliettini elettorali che ti sei portato dietro rimangono in tasca. Mi viene in mente Battisti: tu chiamale se vuoi, emozioni.
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