venerdì 28 giugno 2013

Ustica e la strada verso un paese normale


L'anniversario della strage di Ustica ci ha commosso, come ogni anno, e ci ha purtroppo ricordato che non viviamo in un paese normale.
ustica
33 anni fa un aereo civile fu abbattuto nel corso di una operazione militare aeronavale nel mar Tirreno: questa è la verità giudiziaria, ottenuta con tempo e con fatica e lottando contro omertà e depistaggi.
Ieri le istituzioni si sono strette attorno ai parenti delle vittime, è normale ed è bello. Già meno normale che a tanti anni di distanza dai fatti si debba ancora chiedere di fare piena luce sui fatti, ad "accertare responsabilità, nazionali e internazionali, rimaste coperte da inquietanti opacità e ombre" per usare le parole del Presidente Napolitano.
E' poi del tutto anormale ed assurdo che il giorno stesso dell'anniversario giunga anche la notizia che l'Avvocatura dello Stato sta valutando il ricorso contro i risarcimenti disposti nei confronti dei familiari delle vittime; e che ci siano parlamentari che ancora continuano ad alimentare tesi volte a distogliere dall'accertamento della verità.
Le stragi sono ferite dolorose per l'Italia. Passano i decenni e si arriva faticosamente a verità parziali, peraltro costantemente insidiate e messe in discussione, ma non c'è piena luce. E' così per tutte le stragi, potremmo fare l'elenco a partire da quelle (e non sono poche) che avendo toccato Bologna sentiamo come più vicine, ed arrivando alle altre che hanno insanguinato tutto il nostro Paese.
Questa consapevolezza non può lasciarci tranquilli. Quando si chiude un ciclo storico, la verità di solito emerge. Dunque, che fatti lontani ormai decenni rimangano tuttora in larga misura oscuri, può essere dovuto ad una somma di casualità, oppure significa che quel ciclo storico non è ancora chiuso.
Ustica e la strada verso un paese normale Giuseppe Paruolo

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