giovedì 5 luglio 2012

I manicomi non devono tornare

34 anni fa la legge Basaglia sancì la chiusura dei manicomi ed una riforma profonda dell'assistenza psichiatrica: una rivoluzione anzitutto culturale, la scommessa che fosse possibile vedere il paziente come una persona e non come "un pazzo", la scelta di percorrere la strada, faticosa ma giusta, del coinvolgimento e della responsabilizzazione, del lavorare insieme al paziente e alla sua famiglia.
Chi oggi critica la legge Basaglia sostiene che il peso dei malati, non più ospedalizzati, si è scaricato tutto sulle famiglie. Questa critica ha portato ad una proposta di legge in discussione in Parlamento, che se approvata amplierebbe di molto la discrezionalità e la durata dei ricoveri obbligatori. E' evidente che sarebbe un modo  per restaurare un passato che non deve tornare.
Nel nostro dire di no a questa proposta di legge certamente abbiamo sottolineato il fatto che vi sono ambiti in cui la legge attende ancora di essere pienamente attuata. Questo non vuole dire che non ci si debba far carico della fatica delle famiglie dei pazienti psichiatrici in modo migliore di quanto non accada oggi, o che la Basaglia sia una legge immodificabile. Anzi, è opportuno proporsi di apportare dei miglioramenti, purché essi siano veri passi in avanti e non scorciatoie che ci fanno tornare indietro o che negano i principi di quella fondamentale riforma. Per esempio vale la pena dare piena attuazione alla normativa sull'amministratore di sostegno e considerare in quel contesto l'esplorazione di eventuali migliori strumenti.
Questo è il senso di una risoluzione che ieri ho presentato, insieme a diversi altri consiglieri del PD e della maggioranza di centrosinistra, all'Assemblea Legislativa della Regione. 

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