venerdì 21 gennaio 2011

Perché sostengo Virginio

Virginio Merola ha la vocazione, ha le competenze, è una persona perbene.

Per motivare il mio sostegno nelle primarie per Bologna di domenica 23 gennaio 2011 potrei cavarmela così, con 12 sole parole. Ne spendo qualcuna in più per spiegare cosa intendo.

1) Virginio ha la vocazione a fare il Sindaco di Bologna. Chi guarda al Sindaco da lontano vede i privilegi e i benefici, ma non si rende conto di come sia una scelta di vita totalizzante, che occupa tutto il tempo e l'energia, ti trascina in un vortice di impegni, ti sottopone a tensioni fortissime, sempre sotto i riflettori; e per quanto uno possa stare continuamente sul pezzo, comunque non basta mai. Per questo ci vogliono persone molto motivate. Virginio lo è: avrebbe potuto scegliere di andare in Parlamento, per citare un incarico di grande prestigio e molto meno usurante, ma il suo sogno è Bologna. Al tempo stesso, Virginio è una persona normale, e questa è quasi un'eccezione. Infatti, spesso avere fortissime motivazioni pare coincidere con personalità dall'ego straripante: ne abbiamo avuti vari esempi di recente sia fra i sindaci eletti che fra gli aspiranti tali. Io penso invece che noi Bolognesi abbiamo tanto bisogno di avere come Sindaco semplicemente uno di noi. Per questo motivo ero contento della disponibilità di Maurizio Cevenini, e per questo stesso motivo credo che Virginio rappresenti una grande opportunità. Perché sa a cosa va incontro, ha le motivazioni e la sicurezza di sé per farlo, ma al tempo stesso non si crede un dio in terra, per fortuna.

2) Virginio ha le competenze per fare il Sindaco di Bologna. Questo pochi possono metterlo in discussione, e non è cosa da poco conto. Ha fatto per 10 anni il presidente di un quartiere che ha più di 60 mila abitanti, più o meno come Imola, l'ha fatto stando sul territorio e fra le persone. Per 5 anni ha fatto l'assessore comunale, varando il nuovo Piano Urbanistico (diciamolo: siccome è fatto molto bene, se n'è parlato poco). Ha promosso una partecipazione vera e concreta: mentre io tenevo il tavolo sull'elettrosmog, lui teneva i laboratori di urbanistica partecipata, e sono state le esperienze più avanzate nella nostra città di partecipazione dei cittadini alle decisioni. Conosce i problemi, ha un'idea precisa di cosa occorre fare fin da subito. La competenza non è qualcosa che si possa mettere fra parentesi, ci vuole! Certo, non è che il Sindaco possa fare tutto da solo, può e deve farsi aiutare. Ma se doveste essere operati da un chirurgo, vi accontentereste di sapere che avrà al fianco dei bravi aiutanti? Certo, ci vogliono dei buoni collaboratori, un bravo anestesista e così via, ma io vorrei che il chirurgo che mi deve operare sia anzitutto bravo e capace lui stesso. Per questo voglio mettere Bologna nelle mani di un amministratore che la ama e che è anche capace di curarla come merita. Infine, la competenza è anche una condizione indispensabile per essere indipendente, e l'indipendenza per il Sindaco è una qualità essenziale.

3) Virginio è una persona perbene, che è un prerequisito indispensabile sempre e oggi più che mai necessario per il Sindaco di Bologna. Perbene vuole dire anzitutto che è una persona onesta e limpida sul piano personale. Perbene vuole anche dire che si impegna non per perché fare il Sindaco sia un mezzo per arrivare altrove, ma per perseguire fino in fondo l'interesse della città. Perbene vuole quindi dire lavorare per il bene di Bologna, fare per-bene. Perbene vuol dire anche avere l'umiltà necessaria per stare dentro un gioco di squadra, senza necessariamente essere il primattore, e questo Virginio lo ha dimostrato tante volte nella sua vita politica, al punto che oggi lo accusano di essere un grigio funzionario, che è per l'appunto il modo di offendere uno che ha saputo avere l'umiltà di fare gioco di squadra. Perbene vuol dire al tempo stesso saper dire di no quando ti chiedono di fare una cosa che non puoi proprio condividere, anche se questo mette a rischio il tuo futuro politico, e questo Virginio lo ha fatto nel 2008 quando di fronte alla richiesta della nomenclatura di convergere su Delbono ha risposto “no, grazie” e si è candidato alle primarie. Perbene vuole infine dimostrare coi fatti di credere in ciò che si dice: Virginio crede davvero nel progetto del PD, e nelle primarie, e lo sta ampiamente dimostrando.

Sono queste dunque le ragioni fondamentali per il mio sostegno alla candidatura di Virginio. Io gli sono amico, è vero, ma se è per questo ho un ottimo rapporto anche con Amelia e Benedetto e diversi amici fra i loro sostenitori. L'amicizia è utile casomai per dirgli con schiettezza quello che penso, come ho sempre fatto, anche nelle occasioni in cui non siamo d'accordo sul merito di una questione. E' in questi casi che si misura la stoffa di una persona, e posso testimoniare che Virginio sa ascoltare. Posso anche testimoniare che le fatiche del decennio di politica bolognese che abbiamo alle spalle e che abbiamo attraversato spesso insieme, lo hanno temprato. L'augurio che gli faccio, e che faccio a tutti noi, è che usi quella tempra per arrivare a Palazzo d'Accursio e da lì guidi Bologna verso il cambiamento di cui tanto ha bisogno.

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