Lo scandalo partito dalla Regione Lazio e che si sta allargando mina la
credibilità dell'intero sistema e ci chiama a decisioni che siano al
tempo stesso rapide e definitive.
È giusto ricordare che la Regione Emilia-Romagna ha già le carte in
regola sotto il profilo del numero dei consiglieri e dei costi
standard, nonché indennità e spese di funzionamento che sono di
gran lunga inferiori a quelle di molte altre. Non possiamo, però,
evitare di interrogarci sul perché, nonostante ciò, anche la nostra
Regione rischi di essere accomunata a tutte le altre agli occhi
dell'opinione pubblica.
Siamo
già alla terza o quarta manovra sui costi della politica nel corso
di questa legislatura: da un lato, ciò può essere interpretato come
un'attenzione particolare a questo tema, ma dall'altro può essere
visto come un progressivo spostamento sotto la spinta
dell'arrabbiatura popolare. Per questo sostengo che servono
interventi giusti e rapidi, ma anche definitivi. Noi abbiamo bisogno
di mettere la parola “fine” su questo capitolo, per poter tornare
a dare vita a una politica sobria e capace di perseguire il bene
comune.
Dobbiamo
tutti avere presente che non siamo chiamati a rispondere solo delle
regole, ma anche dei comportamenti. I cittadini non si accontentano
di sapere che da oggi in poi gli abusi non saranno più possibili, vogliono e hanno il diritto di sapere come sono state usate le
risorse finora. Trovo, pertanto, molto opportuno che si preveda una
rendicontazione pubblica anche del passato.
Sui
fondi ai gruppi credo sia opportuno analizzare con maggiore
attenzione le spese. Comprendo l'idea che si vuole inviare un segnale
forte azzerando completamente alcune voci, ma in generale non mi pare
che debba passare il principio per cui ogni voce di spesa su cui si
possono verificare abusi vada abolita. D'altra parte credo che
occorra cercare di capire se non si possa tagliare di più.
Guardiamoci bene.
Anche
fuori dai fondi dei gruppi ci sono spese su cui possiamo fare meglio
e avanzare proposte. Porto solo tre esempi. Io eliminerei subito la
rassegna stampa cartacea, il che, oltre che soldi, ci farebbe
risparmiare anche un po' di alberi. Sono favorevole, invece, alla
tecnologia, ma togliamo condizioni che hanno ormai poco senso,
come l'attivazione di linee ADSL con i costi a carico dell'Assemblea. Attiviamo subito la
funzione di scansione in tutte le fotocopiatrici per incoraggiare a
trasformare in formato elettronico i documenti: è un processo che ho avviato in Comune a Bologna cinque anni fa, come
assessore, e che possiamo introdurre
anche qui.
Concludo ribadendo l'auspicio di giungere nel
minor tempo possibile a riforme che, però, abbiano un sapore
definitivo. Non
possiamo dare l'impressione di muoverci sotto la pressione
dell'emergenza. Svolgiamo una riflessione coraggiosa e posizioniamoci
oltre, con la consapevolezza che solo se saremo su un terreno
stabile potremo difendere la buona politica. Riprendiamo in mano il
nostro destino.
(Questa è una sintesi dell'intervento che ho svolto in aula il 2 ottobre 2012)
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