mercoledì 15 giugno 2016

La battaglia contro il gioco d’azzardo continua

slotIl giro d'affari legato al gioco d'azzardo in Emilia-Romagna vale quasi 4,5 miliardi di euro. Dal 2011 i malati di gioco sono raddoppiati: da 640 a 1.300. A tre anni dall'entrata in vigore della legge regionale 5/2013, sono questi i dati più significativi, emersi dal convegno del 10 giugno scorso. In qualità di Presidente della V Commissione, e in collaborazione con il Movimento dei Focolari e la rete SlotMob, ho ritenuto necessario fare il punto sulle misure attuate in Emilia-Romagna da Ausl, enti locali e associazioni, in materia di prevenzione, assistenza e cura dei giocatori compulsivi: ci siamo trovati il 10 giugno scorso per il convegno "Dalla legge regionale 5/2013 alla rete SlotMob".

Si è parlato di "Pluto", a Reggio Emilia, prima residenza italiana, a cui i pazienti possono accedere per un trattamento più intensivo (da 15 giorni a 3 mesi). Emilia Muratori, sindaca di Marano sul Panaro, ha presentato l'esperienza della struttura "Casa Festà", realizzata in collaborazione con l'associazione Papa Giovanni XXIII e la cooperativa Lag di Vignola, che può accogliere fino a 15 pazienti. Mattia Monduzzi, funzionario delComune di Vignola, ha raccontato le difficoltà dei comuni, cui competono controlli urbanistici, spesso vanificati da norme nazionali che consentono di evitare i vincoli posti dalle singole amministrazioni.

Vincenzo Capriotti, della rete SlotMob di Bologna, ha esposto le iniziative che premiano bar e locali, i cui esercenti hanno scelto di non installare le "macchinette". In conclusione, il referente nazionale della rete, Carlo Cefaloni, autore del libro "Vite in gioco. Oltre la slot economia", ha parlato degli interessi economici legati al gioco d'azzardo e dell'appello al Presidente della Repubblica per sottrarre il settore dell'azzardo legale alle concessionarie private.

Dalla legge regionale 5/2013 ad oggi diverse cose sono state fatte. Ora si pone il tema di una revisione della norma regionale, a partire dagli incentivi agli esercenti che rinunciano alle slot e dalle distanze dai luoghi ritenuti sensibili, come ad esempio le scuole. Su questo aspetto sono intervenuti anche diversi colleghi consiglieri regionali, fra cui Manuela Rontini del PD e Andrea Bertani del M5S, e Luca Marconi consigliere nella regione Marche.

La battaglia contro il gioco d'azzardo continua
Giuseppe Paruolo

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martedì 7 giugno 2016

Un buon risultato #perdavvero

Portare avanti una politica di cambiamento richiede una costante ricerca di innovazione e il coraggio di rischiare ed esporsi: per questo ho scelto di esplicitare il mio sostegno ai candidati espressi dal gruppo #perdavvero in queste elezioni amministrative (vedi la mia newsletter di qualche giorno fa). Questo nonostante avessi altri amici fra i candidati e una rete di relazioni che (come è naturale per un consigliere regionale) interseca pezzi di PD e di società che vanno anche oltre.

Adesso naturalmente la priorità è il ballottaggio: l'analisi politica sul voto amministrativo potremo farla dopo con calma. Ma ci sono alcuni risultati che non sono solo personali e che mi piace sottolineare per il significato che hanno anche in prospettiva.

Il gruppo #perdavvero – laboratorio politico che ritengo importante e innovativo sia per il merito di temi e proposte che per lo stile e le persone – ha infatti promosso 13 candidature (2 nella lista PD per il consiglio comunale e 11 per i consigli di quartiere). 7 donne e 6 uomini, ma soprattutto 3 persone che si sono riproposte e 8 alla prima candidatura, alcuni dei quali del tutto nuovi all'impegno politico.

Preferenze

Il tema dell'osmosi fra politica e società civile è un tema antico, da tanti invocato ma complicato da praticare. Ed è anche oggetto di opposte esagerazioni, perché da un lato c'è chi attribuisce alle candidature "di società civile" poteri salvifici, quasi che l'impegno politico sia un fattore contaminante, dall'altro ci sono luoghi e circoli che si chiudono a riccio solo sulle candidature che considerano proprie, lasciando ai "nuovi" solo lo spazio di sacrificarsi e portare voti a quelli già interni alle logiche di partito. Non c'è da stupirsi se a volte capita che perfino candidati eccellenti vengano stritolati dalle logiche delle preferenze, e se di conseguenza alcuni vip della società civile siano pronti a tutti gli incarichi, ma solo se ciò non comporta assumersi rischi (quindi niente primarie, ad esempio).

Alla luce di queste considerazioni, trovo molto incoraggianti i risultati del laboratorio politico di #perdavvero in questa tornata amministrativa bolognese. Per il consiglio comunale, Raffaella Santi Casali ha raccolto ben 825 preferenze e Piergiorgio Licciardello ben 629, e se al ballottaggio riusciremo a vincere saranno entrambi consiglieri comunali. Anche i giornali hanno parlato del loro abbinamento descrivendolo come vero e non di circostanza, ed è stato così (perdavvero, appunto).

Ma è nei quartieri che ci sono stati alcuni risultati straordinari, anche in considerazione del fatto che molti candidati erano veramente neofiti dell'impegno politico-amministrativo. Così Giuseppe Bacchi Reggiani (359 voti, secondo eletto dopo la candidata presidente) e Silvia Bertini (187) hanno contribuito alla vittoria nel quartiere Santo Stefano e saranno entrambi consiglieri. Edoardo D'Alfonso (470 voti) e Antonella Bonafè (445) sono rispettivamente secondo e terza eletta, subito dopo la candidata presidente, e dunque consiglieri del quartiere Savena. Grazia Pecorelli (394 voti, seconda eletta dopo il candidato presidente) e Pier Luigi Giacomoni (229) sono diventati consiglieri del quartiere San Donato – San Vitale.

Meno eclatanti, ma non meno significativi, i risultati dei candidati nella zona ovest della città. A Porto-Saragozza diventa consigliera Carmen De Troia con 163 voti mentre 127 preferenze non sono sufficienti ad Andrea Garagnani che resta fuori del consiglio per soli 6 voti. Ottimo l'impegno a Navile (in questo caso erano entrambi nuovi) di Filippo Elia che raccoglie 166 voti e manca l'elezione di sole 2 preferenze e di Irene Bruno che chiude con 143 voti. A Borgo Panigale – Reno, la novità di Alice Zamagni invece entra in consiglio di quartiere con 251 voti.

Uno sforzo corale da parte di persone che cercano di praticare e non solo predicare concetti e valori, con gradi di libertà e un bel pluralismo interno ma al tempo stesso con la capacità di fare squadra: ogni candidato, anche chi che non ce l'ha fatta ad essere eletto, sa di aver dato un contributo importante e sa di non essere stato "usato" a beneficio di altri (se ad esempio penso alla varie liste d'appoggio e ai loro risultati, mi chiedo quante di quelle persone si riavvicineranno mai alla politica…). Per questo andremo avanti non solo con i 10 candidati eletti ma anche con i 3 che sia pur per poco non ce l'hanno fatta: persone che potranno continuare ad impegnarsi in politica e non andranno ad ingrossare le fila di chi dopo essersi avvicinato, si allontana deluso. E naturalmente coi tanti altri che hanno dato una mano, e che voglio cogliere qui l'occasione di ringraziare.

Scelte chiare e parole di verità, come abbiamo scritto in modo chiaro nel volantino di presentazione: "Siamo impegnati per una politica capace di mettere per davvero l'interesse comune davanti ai tanti interessi di parte. Vogliamo difendere le cose buone che a Bologna si sono fatte, ma anche riconoscere errori e mancanze, e parlare con parole di verità e coraggio. Lo facciamo come gruppo perché sappiamo che solo lavorando in squadra è possibile incidere e ottenere un cambiamento vero. Lo facciamo all'interno del PD perché i valori e i documenti fondativi attendono ancora una piena attuazione per diventare per davvero quello strumento di democrazia e buona amministrazione che ci chiedono cittadini ed elettori. Lo facciamo con scelte precise e fatti concreti, perché ci crediamo #perdavvero."

E' questo stile che ci fa stare con lealtà e verità nel PD e fra i cittadini, che ci permette di guardare le persone negli occhi e di chiedere un voto. Nel PD: perché sostenere lealmente le proprie opinioni è il modo giusto per contribuire a dare valore alla comunità politica del Partito Democratico. Fra i cittadini: perché il fine ultimo del nostro impegno non è per noi stessi, ma per la comunità. Per questo non nascondiamo le criticità ma indichiamo anche le strade per superarle. Stiamo provando a cambiare il PD, ma al tempo stesso è la nostra casa politica e per essa e con essa combattiamo. Il prossimo passo è vincere il ballottaggio del 19 giugno: se possibile, ci piacerebbe vincere convincendo, e il nostro contributo non mancherà.

Un buon risultato #perdavvero
Giuseppe Paruolo

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