martedì 30 giugno 2015

Il fascicolo sanitario elettronico e la lettura per riga

sanitadigitaleCosa succederebbe se chiedessimo ad un'ampia platea di decisori – politici e tecnici – quale priorità oggi rappresenti per la nostra sanità regionale il fascicolo sanitario elettronico (FSE)? Temo che dalle risposte ne ricaveremmo un quadro in cui il FSE si colloca a metà classifica, senza infamia e senza lode, accanto ad una nuova modalità di prenotazione o a un nuovo software di gestione. Invece il FSE rappresenta un passo evolutivo fondamentale, che per semplicità chiamerò lettura per riga, o meglio la lettura per riga è ciò che consentirebbe come primo semplice frutto il FSE e poi molto altro.

Infatti, sono decenni che continuiamo a memorizzare informazioni di pazienti: ogni volta che un cittadino entra in contatto con la sanità, informazioni che lo riguardano vanno a popolare un database di un'azienda sanitaria, di un reparto ospedaliero, di uno specialista, di un medico, di una casa di cura, di una farmacia, di un centro diagnostico e così via. Ognuno di questi database è un silos informativo capace di fornire una lettura verticale dei dati: se vado nel reparto di cardiologia, troverò l'elenco di tutti i pazienti che ci sono passati; e così via per ogni azienda, reparto, ambulatorio, medico…

Se ci raffigurassimo questo patrimonio informativo come una matrice, capiremmo in fretta che di questa matrice di dati riusciamo a leggere con facilità le colonne, ma non le righe! Mentre è facile avere l'elenco di tutti i pazienti di una cardiologia, è impossibile sapere in quante colonne compaiono informazioni relative alla riga del cittadino. Avere la capacità di leggere questa matrice anche per riga e non solo per colonna rappresenterebbe un grande passo avanti che apre prospettive di grande interesse. Il FSE è solo il primo, semplice, risultato, in quanto altro non è che la raccolta delle informazioni contenute nella riga stessa.

Perché non abbiamo già accesso alla lettura per riga? E siamo invece costretti a inseguire, ricostruire la storia passata, mettere a punto ulteriori software per fare interagire e interoperare gli svariati software esistenti che popolano il ricchissimo zoo informatico nelle aziende sanitarie e in generale nel comparto sanitario. Perché è finora mancata una visione unificante: sarebbe stato sufficiente emanare dieci anni fa una direttiva che definiva i requisiti obbligatori (in termini di accesso all'anagrafe sanitaria e all'interoperabilità) che ogni software acquistato nel comparto sanitario avrebbe dovuto avere, e oggi avremmo con facilità la lettura per riga. E sarebbe sufficiente farlo adesso per produrre entro una decina d'anni un effetto analogo, ma ogni giorno in più che passa senza farlo è un giorno perso, perché è molto più difficile e costoso intervenire a posteriori per fare dialogare software nati senza tener conto dall'inizio di questa necessità.

Insomma, parlare di FSE come uno dei tanti progetti in ballo senza comprendere il ruolo strategico (e l'assoluta priorità) della lettura per riga è sintomo di una evidente mancanza di visione sul ruolo dell'ICT in sanità che sarebbe necessario colmare rapidamente. Anche perché la lettura per riga apre scenari decisamente interessanti, per esempio la possibilità di:

  • investire molto sulla medicina d'iniziativa, andando incontro al cittadino con proposte personalizzate di screening, di prevenzione e di cura, peraltro complementando e rafforzando fortemente la promozione dell'appropriatezza;
  • mettere a disposizione dei medici sistemi esperti che li coadiuvino nel tenere traccia delle tantissime novità che la ricerca medica mette a disposizione della comunità scientifica in relazione al profilo specifico del proprio paziente;
  • promuovere nuove ed innovative forme di ricerca medica, farmacologica, epidemiologica basandosi sulla mole di dati che oggi sono già disponibili ma non fruibili o non fruiti (con forme di anonimizzazione dei dati e con tutta la dovuta attenzione alla privacy);
  • ampliare la flessibilità del sistema, magari integrando anche dati socio-sanitari, riuscendo a fornire servizi ad hoc sulle esigenze delle persone e al tempo stesso contenendo l'impegno al necessario;
  • contenere spese e indirizzare le risorse su quanto effettivamente necessario ed efficace.

Sono solo alcuni esempi, che però ci mostrano come sia necessario rovesciare un paradigma ahimè diffuso: non stiamo parlando di un lusso che potremmo permetterci solo dopo aver messo a posto mille altre cose, ma di una priorità che – grazie ad una visione all'altezza della sfida – ci consentirebbe di fare di meglio e di più per i cittadini e con costi inferiori per il sistema sanitario.

(Intervento al convegno sul FSE del 30-06-2015 promosso dall'Ordine dei Medici di Bologna, ricostruito a posteriori visto che sono intervenuto a braccio).  

Il fascicolo sanitario elettronico e la lettura per riga
Giuseppe Paruolo

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venerdì 26 giugno 2015

News del 26 giugno 2015

20150626newsCari tutti, mentre i più fortunati hanno già cominciato a fare qualche giorno di ferie in questa estate che si preannuncia calda, eccomi a voi con le consuete notizie ed aggiornamenti.

Il diritto alla casa: criteri ERP

È un tema caldo, e – a mio avviso – centrale anche per la costruzione dell'identità di una sinistra riformista capace di coniugare solidarietà e legalità, diritti e doveri. Nei giorni scorsi abbiamo approvato la riforma dei requisiti di accesso e permanenza negli alloggi di edilizia residenziale pubblica (ERP). Ha fatto discutere l'introduzione del requisito della residenza minima di tre anni nel Comune in cui si richiede un alloggio pubblico. In realtà si tratta di una norma di buon senso per evitare spostamenti repentini da un comune all'altro, per cui chi si trovava ai primi posti in graduatoria si vedeva superato all'ultimo momento da qualcuno appena arrivato. La riforma, inoltre, rende omogenei criteri finora anche parecchio difformi fra i diversi comuni sul territorio. Ne valuteremo gli effetti, con un approccio pragmatico che eviti di inseguire gli egoismi di chi vorrebbe arroccamenti ed esclusioni, ma anche la vacuità di chi pensa che si possano governare i processi senza filtri né regole. Qui la sintesi della riforma e il piano casa, con cui vengono destinati più di 70 milioni di euro per il recupero del patrimonio di edilizia residenziale pubblica, i bandi per le giovani coppie, i fondi per l'affitto.

Il diritto alla casa: la vicenda Acer

Pragmatismo per far funzionare meglio le cose è ciò che occorrerebbe in maggior misura anche in Acer Bologna. Ricorderete la mia interrogazione sull'intenzione di Acer Bologna di costituire una nuova società di scopo, nonostante l'avvenuta abrogazione delle norme che lo consentivano. Dagli atti ricevuti in risposta all'interrogazione, risulta evidente che Acer Bologna ha chiesto una consulenza tecnica a sostegno di una tesi precostituita (spendendo circa 100 mila euro), con un parere contrario depositato dall'ufficio legale interno, e poi ha speso ulteriori 20 mila euro per pareri legali a supporto di tale scelta. D'altro canto ha escluso la possibilità di un global service con una motivazione incredibile e surreale. Dal canto suo la Giunta ha risposto sostenendo che non vi sarebbe un divieto esplicito di costituire una società, nonostante la modifica della legge, pur riconoscendo che la propria interpretazione "si evince in modo solamente implicito (…) finendo col generare confusione ed incertezza". Insomma, un pasticcio in cui chi guida Acer Bologna sembra molto impegnato a fare cose che sarebbe meglio evitare mentre ci sarebbe un gran bisogno che facesse bene il proprio lavoro, cercando di usare al meglio e con maggior mobilità l'ingente patrimonio abitativo pubblico disponibile. Maggiori informazioni e i link a tutti i documenti in questo post sul mio sito.

Alcune idee per Bologna

Il tema della casa, dal contrasto alle occupazioni abusive alla legalità e alla sicurezza urbana è uno dei quattro argomenti su cui in una recente intervista ho espresso la mia convinzione che sia necessario un deciso cambio di rotta. Gli altri temi sono: infrastrutture di mobilità, welfare comunale e politiche culturali. Ho invece espresso apprezzamento per quanto fatto in tema di urbanistica, sanità, raccolta differenziata e la scelta di pedonalizzare. Mentre in vista delle prossime elezioni comunali infuria un dibattito surreale con interventi che lamentano la necessità di affrontare problemi concreti ma poi si focalizzano solo su nomi e procedure, nella mia intervista noterete la scelta di stare con forza sui temi e sulla politica. Verrà poi il tempo delle scelte e dei nomi, ma è importante che siano basate su temi ed idee: è questo lo stile di #perdavvero, di cui vi parlo in chiusura.

Provvedimenti regionali e notizie

Migliorano i tempi di pagamento delle Aziende sanitarie. Donazione sangue: parte la campagna estiva di Regione, Avis e Fidas. Linee guida per l'assistenza con gli animali: recepito l'accordo Stato–Regioni sulla pet therapy. "Non da sola", la cartella della gravidanza per future mamme in tutti i consultori familiari dell'Emilia-Romagna. Welfare, ripartito il Fondo sociale regionale: 20 milioni per minori e soggetti a rischio emarginazione. Nuove regole per l'accreditamento delle strutture socio-sanitarie: sono 856 in Emilia-Romagna. Oltre 346 mila euro per centri antiviolenza e case rifugio. Nasce la Consulta regionale contro le mafie. Assemblea legislativa, risparmi per 5 milioni grazie al taglio ai costi della politica.

Fusione di Comuni: nel reggiano vince il 'sì'. Oltre 26 milioni di euro per realizzare 555 interventi di messa in sicurezza del territorio. Dalla Regione 10 milioni per la manutenzione delle strade. Prorogate le scadenze per contributi alluvione 2014 e tromba d'aria 2013. Governo approva norme in favore delle zone terremotate per sostenere la ripresa economica delle zone colpite. Emilia-Romagna seconda in Italia per raccolta rifiuti elettrici ed elettronici. Delta del Po e Appennino Tosco Emiliano diventano Riserva della Biosfera Unesco. Europa, incontro sul sistema marino e costiero dell'Area Adriatico-Ionica.

Corsi e incentivi in edilizia: 3,6 milioni per dare un lavoro a chi lo ha perso. Approvato piano per inclusione socio lavorativa di detenuti: l'avviso per il finanziamento delle attività scade il 15 luglio.

Diritto allo studio universitario, l'Assemblea approva la legge che cambia i vertici di 'ErGo': risparmi per 60 mila euro che saranno utilizzati per le borse di studio. Calendario scolastico 2015/2016: in Emilia-Romagna le lezioni dal 15 settembre al 6 giugno 2016. Giovani, 600 mila euro per progetti di aggregazione e promozione socio-culturale. Dai film alle serie tv, sì unanime al primo programma regionale sul cinema e l'audiovisivo: fondi per 4 milioni nel 2015. Cultura, (molti) più fondi a musei, biblioteche, archivi: sì dell'Assemblea legislativa al bilancio di previsione 2015 dell'Istituto regionale per i beni artistici, culturali e naturali. Stanziamenti anche per la valorizzazione dei dialetti. Giovani 'conCittadini': il programma dell'Assemblea legislativa sulla cittadinanza attiva si chiude con 122 scuole e 16mila studenti coinvolti in 72 progetti.

"Expo da vicino", il sistema produttivo si presenta ad Expo: il video che racconta l'Emilia-Romagna in occasione dell'esposizione universale. Infine le buone notizie calcistiche: la Regione premia Bologna FC e Carpi FC per la promozione in serie A.

PerDavvero scalda i motori

Vi avevo già fatto cenno ai gruppi di lavoro e allo stile innovativo – almeno questa è l'intenzione! – con cui abbiamo dato vita a #perdavvero. Pur provvisoria, c'è la pagina facebook in cui cominciano a essere pubblicati i documenti con le proposte concrete messe a punto dai gruppi di lavoro. A questo proposito, dopo quello sull'alternativa al Passante Nord, vi segnalo una proposta di collegamento tramviario su cui crediamo sia importante lavorare per il futuro. Chi vuole venire a dare una mano in questo cammino di elaborazione di idee è benvenuto.

Un caro saluto e alla prossima, Giuseppe

News del 26 giugno 2015
Giuseppe Paruolo

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mercoledì 24 giugno 2015

Alcune idee sul cambiamento che serve a Bologna

Testo dell'intervista pubblicata oggi sul Resto del Carlino – Bologna.


intervistaParuolo incalza Merola e chiede una svolta

«Delusa la speranza di cambiamento»
«Infrastrutture, cultura, scuola e legalità sulla casa: serve un'inversione di rotta»

di Andrea Zanchi

Giuseppe Paruolo, consigliere regionale del Pd, renziano: lei è stato tra i sostenitori di Merola in passato. Difficile pensare che non lo sarà anche per il suo bis.

«Ho sostenuto Virginio alle primarie del 2008, quando fummo in pochi a non seguire l'indicazione 'prevalente' su Delbono, e sono stato il primo ad aiutarlo nel 2010. Lo sostenni allora in base alla sua forte promessa di cambiamento».

E oggi?

«Faccio fatica a riconoscere la spinta di allora, e avverto il rischio di un ripiegamento».

Forse è anche colpa dello sfiancante dibattito interno al Pd sul primo cittadino…

«E' vero, il dibattito si sta personalizzando sulla figura del sindaco e sulle procedure, col rischio di non vedere il merito dei problemi».

Intanto iniziano ad arrivare gli esiti dei primi sondaggi, e non sembrano nettamente sfavorevoli a Merola.

«Ben vengano i sondaggi e tutto quello che ci aiuta a capire cosa pensano i cittadini, ma vedere consegnata la discussione a questi strumenti e al dibattito sulle procedure, come la scelta se fare le primarie o no, mi fa pensare che siamo di fronte a un vuoto politico. Idee e contenuti non possono venire sempre alla fine».

Parliamo di cose concrete, allora. Cosa salva del lavoro della giunta fin qui?

«Ci sono cose buone fatte nell'urbanistica, nella sanità, con la raccolta differenziata e con le pedonalizzazioni. Ma restano aperti alcuni temi chiave su cui giungono segnali che non condivido. E sui cui auspico un deciso cambio di registro».

Quali?

«Infrastrutture, politica culturale, welfare educativo e legalità nelle politiche per la casa».

Sulle infrastrutture è nota la sua contrarietà al progetto attuale del Passante Nord.

«Perché si è andato trasformando nel corso degli anni, perdendo le sue caratteristiche fondamentali, e oggi è un Ogm indigeribile. Su questa opera vorrei che si dicesse cosa si ha intenzione di fare per risolvere i problemi della tangenziale senza perdere soldi e territorio agricolo. Ma non c'è solo il Passante».

Quali sono le altre criticità?

«I Crealis vanno bene, però bisogna chiarire chi ha le responsabilità del disastro del Civis, perché ci hanno detto con anni di ritardo che il mezzo non era omologato e che Atc ha pagato spese non dovute. Poi vorrei capire se, e chi, copre politicamente la scelta, sbagliata, di far entrare Tper in Marconi Express, e se si può marcare una distanza. Infine perché, dopo tanti anni, l'interramento dell'ex Veneta continua a essere sensato solo per gli automobilisti e non anche per il servizio ferroviario».

Capitolo cultura: se c'è un campo dove lo giunta à meno debole di altri, forse è proprio questo. Cosa c'è che non va?

«Non condivido la linea dl privilegiare solo alcuni a scapito di tutti gli altri, e non mi rassegno a un approccio quasi settario. Niente finanziamenti a pioggia, ma è troppo chiedere forme più trasparenti di bandi e assegnazioni che mettano tutti nelle condizioni di concorrere alla crescita culturale?»

Del welfare educativo l'amministrazione ha fatto una delle sue priorità. In cosa è mancata?

«Serve il coraggio di dire la verità, e cioè che Bologna spende più di quanto può permettersi. La soluzione non è continuare a dare la colpa al governo e ai tagli, mentre la sinistra che va di moda nei salotti promuove referendum e mobilitazioni per aumentare ancora la spesa comunale sulla scuola d'infanzia quando la copertura è superiore al 60% dei posti. Serve un progetto chiaro e coraggioso, da portare avanti con equilibrio e decisione. Non si può procedere con continui 'stop and go', come accaduto di recente sul trasferimento all'Asp degli operatori dei servizi sociali».

Su case ed emergenza abitativa la sua posizione è chiara da tempo, visti anche gli scontri con l'assessore al welfare, Amelia Frascaroli.

«Le istituzioni hanno il dovere di dare risposte ai bisogni facendo funzionare al meglio i servizi e difendendo sempre con forza regole e legalità, che sono a tutela prima di tutto dei più deboli. Trovo inaccettabile la demagogia di chi è nelle istituzioni e fornisce alibi a chi occupa case. La priorità dovrebbe essere quella di far funzionare come si deve Acer, affinché gestisca meglio, e con più mobilità, il patrimonio di case disponibili».

Alcune idee sul cambiamento che serve a Bologna
Giuseppe Paruolo

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lunedì 8 giugno 2015

Acer Bologna: è un errore la nuova società mista

Ci sono vicende amministrative surreali che spesso – troppo spesso – vengono alla luce quando ormai il danno è fatto e rimediare è complicato e costoso. In quelle occasioni ci si chiede come sia stato possibile che maturassero scelte che alla prova dei fatti si rivelano sbagliate a volte in modo marchiano, chi doveva vigilare, cosa è possibile fare per prevenire. E spesso sono domande che restano senza risposta.

La vicenda specifica di cui voglio parlare è la decisione che sta maturando in Acer Bologna di dare vita a una nuova società pubblico-privata per la gestione della manutenzione degli immobili. La storia comincia con Acer Manutenzioni, società di scopo controllata per il 51% da Acer Bologna e per il restante 49% da soci privati, che dal 2007 si occupa dei servizi di manutenzione e pronto intervento di circa 30 mila unità immobiliari tra Bologna e provincia. Questa società a fine anno chiuderà i battenti come previsto dal proprio statuto, ed è un bene perché se si facesse un bilancio serio della sua operatività di tutti questi anni credo che non ne verrebbe fuori esattamente una storia di successo e di risparmi di risorse pubbliche, anzi. 

Chiusa questa società, ci si aspetterebbe che Acer Bologna provvedesse alle manutenzioni attraverso normali strumenti di appalto (global service, accordo quadro, singole gare) senza costituire nuove società miste pubblico-privato. Tali società nascono con le migliori intenzioni che però di solito nascondono l'incapacità del management pubblico di svolgere il proprio ruolo, per cui si finisce per delegare il tutto al socio privato che guarda caso risulta più interessato a tutelare i propri interessi che quelli pubblici. 

Invece Acer Bologna vuole riproporre una nuova società, perseverando in una scelta che ritengo errata e contraria allo spirito della modifica legislativa introdotta nel 2013 (abrogazione della possibilità di costituire società di scopo inizialmente previste nella legge regionale 24/2001). Su questi presupposti ho presentato un'interrogazione per chiedere alla Giunta di esprimersi e di intervenire, di cui hanno scritto anche i giornali. In questi giorni ho ricevuto la risposta della Giunta, corredata di numerosi e corposi allegati (va dato atto al CdA di Acer Bologna di aver fornito la documentazione richiesta con trasparenza e senza reticenze) che devo ancora finire di esaminare con la necessaria attenzione, ma alcune considerazioni mi sento già di farle.

  1. La decisione di andare avanti con la logica della società mista pubblico-privata era chiaramente assunta a priori:  nel luglio 2014 infatti Acer Bologna affida alla Lothar srl una "consulenza specialistica per la costituzione di una società mista per l'esecuzione dei lavori di manutenzione". Non vi è dubbio o ricerca della migliore soluzione, e quando se ne parla è evidentemente un pro-forma, visto che nella delibera si dà atto che il "compenso verrà capitalizzato nella nuova società" e nel capitolato si tiene separata l'attività tecnica preparatoria dalla preparazione degli atti che comprendono esplicitamente la "gara a doppio oggetto per la ricerca del socio privato". Per inciso, consulenza affidata in economia per 78,5 mila euro più oneri fiscali (quindi siamo attorno ai 100 mila euro) alla citata Lothar srl di Formigine.
  2. L'ufficio legale interno ad Acer Bologna aveva depositato un parere tecnico negativo, in contrasto con il parere fornito dalla succitata Lothar  e con il parere del CdA, che esplicitamente assume la paternità della decisione di procedere comunque verso la costituzione di una società mista pubblico-privata. Questo parere è del marzo 2015, e viene confutato da un controparere successivo (si presume, la data è precedente ma sarà un errore di battitura) della stessa Lothar.
  3. I miei dubbi sulla scelta di costituire una nuova società mista ho avuto modo di esprimerli di persona ai vertici di Acer Bologna e al sindaco di Bologna nella prima metà di aprile. Il fatto che alla fine di quello stesso mese Acer Bologna abbia deciso di spendere ulteriori 20 mila euro in due ulteriori pareri legali non mi rende felice.
  4. Prendo atto che sia i due ulteriori pareri legali – forniti da noti professionisti - che la risposta della Giunta alla mia interrogazione arrivano tutti a concludere che non vi è un divieto esplicito alla costituzione di società miste. Ci arrivano sulla base di motivazioni molto diverse e esplicitando una serie di vincoli, evidenziando una certa scivolosità dell'assetto legislativo di merito. La risposta della Giunta in particolare riconosce che dal testo vigente la propria interpretazione "si evince in modo solamente implicito e che dunque si presta ad una pluralità di interpretazioni, finendo col generare confusione ed incertezza". Va detto che anche la stessa interpretazione della Giunta non è particolarmente convincente poiché fa risalire la modifica legislativa del 2013 alla necessità di risolvere un'ambiguità fra il comma 3 dell'art. 41 e il comma 1 dell'art. 14. Ma tale ambiguità non viene mai citata nella relazione alla proposta di legge, e inoltre se il problema fosse stato quello allora sarebbe stato sufficiente riportare per intero il previgente comma 3 dell'art.41 per chiarire. Invece nella relazione al progetto di legge del 2013 le società di scopo sono menzionate esclusivamente riguardo la modifica dell'art. 41, in base alla quale "è stata eliminata la possibilità per le Acer di costituire o partecipare a società di scopo". Insomma, mi pare parecchio tirata. E comunque, siccome la Giunta ravvisa un'ambiguità del testo, credo sia il caso di correggere tale ambiguità non con una circolare interpretativa ma nella sede propria: l'Assemblea Legislativa.
  5. Il parere della Giunta esplicita che "si può sostenere che dall'interpretazione della disciplina regionale si evince che le Acer possono legittimamente costituire o partecipare a società di scopo solo se destinate all'esercizio esclusivo dei compiti istituzionali di Acer, tutto il resto essendo illegittimo". Non mi pare che questa osservazione sia compatibile con l'analisi svolta da Acer Bologna sull'appetibilità della società mista, che afferma fra l'altro che i servizi offerti dalla costituenda società mista "in prospettiva potrebbero essere competitivamente offerti ad altri grandi proprietari pubblici di immobili residenziali presenti sul territorio: si tratta di sviluppare e valorizzare competenze e strumenti affinché esse siano a disposizione di tutti i soggetti del territorio, garantendo la sostenibilità economica dell'azienda". Insomma, Acer Bologna fonda la bontà della propria scelta su un presupposto (la possibilità di offrire a mercato i servizi della società mista) che oltre che poco logico (che interesse può avere il socio privato che di fatto condurrà la società mista a non proporsi direttamente a potenziali clienti?) viene giudicato illegittimo dalla risposta della Giunta (le attività a mercato non sono certo "esercizio esclusivo dei compiti istituzionali di Acer").
  6. Infine, appare del tutto incredibile la motivazione che viene addotta ripetutamente nei documenti ufficiali di Acer Bologna per escludere l'ipotesi di un global service. Cito: "l'alternativa del Global Service non è percorribile in quanto tale modello presuppone che sia prevista fra i servizi la fornitura di energia, che invece non rientra tra quelli di competenza e nella disponibilità di Acer Bologna". Questo concetto, che ricorre nella delibera di indirizzo e in altri documenti di Acer Bologna ma non nei pareri tecnici e legali, è del tutto surreale: da quando il modello del Global Service prevede l'obbligatorietà della fornitura dell'energia?!? E' mai possibile che abbiano scartato il Global Service con una motivazione così inverosimile? Anche solo per questo motivo, chi di dovere dovrebbe chiedere a chi si è preso la responsabilità di scrivere una simile enormità di dimostrare la correttezza dell'affermazione oppure di liberare il campo per un evidente difetto di competenza.

Chiosa: chi mi conosce sa che diffido sia degli ultra-statalisti per cui ogni forma di collaborazione col privato è male sia degli ultra-privatisti per cui è bene a prescindere. Io credo che si debba giudicare nel merito l'opportunità o meno e in questo caso sono convinto che Acer Bologna dovrebbe farsi carico delle proprie prerogative pubbliche e gestire al meglio questo aspetto senza rifugiarsi in forme surrettizie di deleghe a privati che si sono nell'esperienza dimostrate tutt'altro che ottimali. Chi ha responsabilità di governo e indirizzo per piacere agisca prima che le decisioni vengano prese in via definitiva.

Acer Bologna: è un errore la nuova società mista
Giuseppe Paruolo

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