sabato 30 maggio 2015

News del 29 maggio 2015

20150529newsCari tutti, sono passati tre anni dal terremoto dell'Emilia, che non dimentichiamo. Io peraltro proprio in quei giorni ho cominciato a fare il consigliere regionale. Eccomi a voi con le consuete notizie ed aggiornamenti.

Qualche buon segnale di ripresa

La notizia che il nuovo Suv di Lamborghini sarà prodotto nel nostro territorio è un bel segnale. Nei giorni scorsi è stato firmato l'accordo in questo senso, che significa anzitutto centinaia di nuovi posti di lavoro, ma anche altro: basti pensare al rilievo che ne hanno dato i media nel mondo (leggete la notizia data da una testata americana). Soprattutto è un segno che si somma ad altri, speriamo via via sempre più robusti, alimentando la speranza di una ripresa dell'economia e di aumento dell'occupazione per il nostro Paese e la nostra Regione. Per spingere in questa direzione non basta però sperare nel miglioramento della congiuntura internazionale, ma serve proseguire con forza la stagione di riforme avviata dal governo. Noi come Regione cerchiamo di fare la nostra parte, e i programmi di investimento legati ai fondi europei di cui vi ho parlato il mese scorso costituiscono un'occasione da sfruttare nel migliore dei modi. Moltiplichiamo gli sforzi per fare ciò che serve, e se possibile evitiamo di farci assorbire dalla paura del cambiamento e dai conservatorismi di ogni genere. Invece mettiamo al centro il merito delle questioni e concentriamoci su quello: è il senso della politica, peraltro.

Il coraggio delle riforme: la buona scuola

Proprio sul merito e sulla sua valutazione si sta giocando una partita importante con la riforma della scuola. Il disegno di legge della "buona scuola" per la prima volta torna ad investire sulla scuola, vara un piano di assunzioni senza precedenti, ma ciò nonostante incontra una fortissima ostilità. Credo sia perché chiede di introdurre una valutazione del merito degli insegnanti (e dei dirigenti), tema ostico su cui in Italia le resistenze sono fortissime. Prima o poi occorrerà comprendere che o siamo in grado di vincere la sfida del merito (ovvero metterci nelle condizioni di valutare anche il merito delle persone, e quando dico merito intendo merito e non parentele, affiliazioni o favoritismi di tipo vario) oppure ci autocondanniamo ad un ineluttabile declino. Ne ho parlato in questo post sul mio sito.

Tre criticità, tre interrogazioni

Una terapia efficace non può prescindere dalla scelta dell'antibiotico più adatto e l'antibiogrammaè l'esame che consente questo tipo di scelta. Ma non tutti i laboratori di microbiologia usano tale esame con la necessaria accuratezza: da qui una mia interrogazione che di recente haricevuto risposta dalla Giunta che (pur se in modo felpato) ha affermato l'impegno dell'Agenzia Sanitaria e Sociale a verificare le scelte adottate dalle varie aziende sanitarie e ad adottare i provvedimenti necessari a garantire prestazioni adeguate in tutta la Regione.

Forse ricorderete l'interrogazione sul tema delle linee di vita che avevo illustrato in un post di qualche tempo fa. E' arrivata la risposta della Giunta, che conferma la volontà di promuovere l'adozione di questo importante sistema di prevenzione delle cadute dall'alto, fonte di tanti incidenti sul lavoro, ma che al tempo stesso conferma che vi sono resistenze e criticità da affrontare nel percorso.

A fine anno Acer Manutenzioni, società di scopo controllata per il 51% da Acer Bologna e per il restante 49% da soci privati, che dal 2007 si occupa dei servizi di manutenzione e pronto intervento di circa 30 mila unità immobiliari tra Bologna e provincia, chiuderà i battenti come previsto dal proprio statuto. Acer Bologna dovrebbe quindi provvedere alle manutenzioniattraverso normali strumenti di appalto (global service, accordo quadro, singole gare) senza fare nuove società di scopo, ma invece pare proprio che voglia riproporre una nuova società,perseverando in una scelta che ritengo errata e che è certamente contraria allo spirito della modifica legislativa introdotta nel 2013 (abrogazione della possibilità di costituire società di scopo inizialmente previste nella legge regionale 24/2001). Per questo ho presentato un'interrogazioneper chiedere alla Giunta di esprimersi e di intervenire, di cui hanno parlato anche i giornali. Tra l'altro è notizia di questi giorni che in Emilia Romagna ci sarebbero 4789 poltrone nei cda delle partecipate (contro le 779 della Toscana, per dire), e francamente non si capisce che bisogno ci sia di continuare a moltiplicare a tutti i costi le società controllate, come il caso di Acer Bologna platealmente dimostra.

Provvedimenti regionali e notizie

Varata la nuova Consulta degli emiliano-romagnoli: d'ora in poi la presidenza verrà nominata fra i consiglieri regionali senza indennità aggiuntive. Proseguono le fusioni di comuni: avviato l'iter per Monte Colombo e Montescudo, nel riminese; indetto il referendum sulla fusione di Busana, Collagna Ligonchio e Ramiseto nel reggiano e dei comuni bolognesi di Granaglione e Porretta Terme (al voto l'11 ottobre); rinnovato il sito informativo. Presentate le relazioni del difensore civico, del garante dei minori e della garante dei detenuti (nel 2014 sovraffollamento finito, 2916 ristretti per 2799 posti, sopralluoghi negli istituti penitenziari, 535 casi presi in carico). Salgono a 325 le associazioni coinvolte nel procedimento legislativo sulla partecipazione: ecco l'albo regionale delle associazioniconsultabili su progetti di legge e provvedimenti. Azzardopatia: 1.277 persone trattate dal servizio sanitario regionale. Sul lavoro in arrivo 18,6 milioni per cassa integrazione per oltre 21 mila lavoratori, e nuovo accordo tra Regione e Inail per percorsi riabilitativi più veloci per i lavoratori infortunati o con malattia professionale e riduzione dei tempi di attesa. Oltre 147 mila rimborsi per interruzione energia elettrica sulla nevicata del 2015 e un decreto di sospensione dei tributi per il maltempo di febbraio (le richieste ai Comuni). Avvio dei lavori per la nuova bazzanese. Al via la conferenza dei servizi per il tecnopolo di Bologna, già pronti 60 mln e a breve i bandi per i primi interventi nell'area. I dati della qualità dell'aria per il 2014 mostrano una concentrazione media annuale di polveri sottili ai minimi storici e in calo i valori (ancora alti) dell'ozono. 80 milioni di euro per il piano forestale regionale. Stanziati 600 mila euro per il servizio civile, 20% in più rispetto agli anni passati, a breve i bandi per giovani tra i 18 e i 29 anni. Tre borse di studio su diritti umani e sviluppo per neolaureati, bando online. Destinati 75 mln di euro di risorse europee per la banda ultralarga e 30 milioni di euro per lo sviluppo digitale, aperti 10 laboratori sui temi dell'ICT. In crescita il servizio del Corecom per la risoluzione amichevole delle controversie fra cittadini e operatori Tlc: conciliare conviene. Fino a metà giugno la settimana regionale della protezione civile (calendario). In Regione nasce "Starp" l'applicativo con i dati aggiornati delle organizzazioni di volontariato. Il 4 e 5 giugno a Bologna il Salone internazionale della ricerca industriale e dell'innovazione. In Assemblea Legislativa fino al 13 luglio la mostra fotografica sui 45 anni della Regione Emilia-Romagna (catalogo).

A tre anni dal terremoto

A tre anni dal terremoto qui ci sono tutti i numeri della ricostruzione: raggiunto il 60% delle richieste. Informo che sono state prorogate fino al 31 dicembre misure anticrisi, farmaci gratis e niente ticket per chi è senza lavoro e per i terremotati. L'impegno di tutti noi continuerà per far ripartire nel modo migliore le persone e il territorio colpiti dal sisma.

Un caro saluto e alla prossima,
Giuseppe

News del 29 maggio 2015
Giuseppe Paruolo

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sabato 9 maggio 2015

Senza valutazione del merito (a partire dalla scuola) non andremo lontano

noinvalsi.jpgCosa penseremmo di un politico che dicesse di volere rimanere fermo nell'incarico che occupa senza doversi sottoporre al giudizio popolare? O di un chirurgo che pretendesse di operare indipendentemente da una valutazione delle proprie capacità? In fondo entrambi potrebbero argomentare che non è da tutti avere le competenze giuste per giudicarli, come ha detto quel (peraltro bravo, nel caso specifico) insegnante di matematica che ha spiegato che non può essere valutato dalla sua dirigente perché è una grecista. Fatto sta che se c'è una cosa che si percepisce nello sciopero degli insegnanti dei giorni scorsi è proprio l'accanita contrarietà ad essere valutati.

Per questo passa in secondo piano il fatto che questa riforma della scuola per la prima volta da decenni investa 3 miliardi all'anno nella scuola, preveda l'assunzione di 100 mila insegnanti, investimenti in formazione e tecnologie e molte altre cosa ancora che trovate ben elencate in questo bell'articolo un po' scanzonato. Sempre per questo si fa fatica a parlare non solo dei pregi, ma anche di ciò che si potrebbe (si dovrebbe) migliorare nella riforma. Miglioramenti da apportare non tanto e non solo nell'ottica di cercare di accontentare tutti-tutti, ma piuttosto finalizzati a creare pienamente le condizioni perché questa riforma possa rappresentare un punto di svolta e l'impulso verso una scuola più attenta al merito e alla qualità. Servono migliori equilibri, investimenti anche in personale non docente, meccanismi di supporto alle responsabilità ed è (anche) di questo che varrebbe la pena di parlare.

Dovrebbe infatti essere chiaro a tutti che gli insegnanti sono importantissimi, ma la scuola non è solo il loro luogo di lavoro; e non basta neppure ricordare l'ovvietà che nella scuola ci sono i nostri figli, perché la scuola non è nemmeno solo delle famiglie: la scuola è di tutta la collettività, perché è il luogo dove le nuove generazioni si formano per dare il loro (decisivo) contributo all'intera società. Dalla qualità della scuola dipende il futuro di tutti noi, la prospettiva di civiltà e di PIL del Paese, la competitività delle aziende e la solidarietà fra le persone, le risorse per pagare la sanità, l'assistenza ai non autosufficienti, i servizi sociali. Solo una scuola capace di sfornare uomini e donne all'altezza del domani può contribuire a far ripartire un sistema-paese da troppi anni sofferente e in declino. Perché tutto ciò avvenga è fondamentale che sia fondata sul merito e sulla valutazione: degli studenti, degli insegnanti, dei dirigenti, di tutti.

Trovo quindi pienamente accettabile che si ragioni sul come fare le valutazioni, ma non che si metta in discussione il se: da troppi anni stiamo sopportando l'insopportabile – non per noi, ma per il Paese. La deriva del "nessuno mi può giudicare, nemmeno tu", per dirla con le parole di una vecchissima canzone, ci ha già portati nel fosso,ora occorre spingere di nuovo in strada l'auto e spingere per ripartire.

Lo so, c'è chi pensa che sia tutta colpa dell'euro, delle politiche di austerità, che basterebbe un bel piano statale di investimenti per creare lavoro, che bisogna resistere nella difesa di ogni privilegio perché la colpa è sempre di qualcun altro, andate piuttosto a dare la caccia ai ricchi e agli evasori, mentre noi resistiamo ad ogni tentativo di inserire criteri di merito nella scuola o altrove, e tutt'al più organizziamo convegni sul reddito minimo di cittadinanza (dopo l'esperienza bertinottiana le 35 ore vanno meno di moda, ma vedrete che prima o poi torneranno). Vorrei sommessamente dire a costoro che se facciamo ripartire il Paese, non solo in termini di civiltà ma anche di produzione di risorse – e possiamo farlo solo basandoci sul merito – potremo avere le risorse anche per il reddito minimo di cittadinanza, altrimenti stiamo semplicemente ballando sul Titanic. A chi parla di economie alternative e solidali, tema che sta a cuore anche a me, ricordo che è una profonda valutazione sul merito delle questioni quella che può farci assumere strade diverse da quelle tradizionali, e non certo una balcanizzazione dell'insegnamento. E la libertà di insegnamento non può essere il paravento per procedere a schema libero e di conseguenza avere la scusa per rifiutare le prove e le valutazioni. Le prove Invalsi non sono perfette? Miglioriamole, cambiamole, ma non cerchiamo scuse per scantonare dal cuore del problema. Senza valutazione, senza merito, siamo a fine corsa.

Rileggendo una pagina del numero 3 del Mosaico (correva l'anno 1995) mi accorgo che sono passati 20 anni ma ciò che dicevamo allora è ancora di bruciante attualità. Ora finalmente siamo arrivati con questa riforma a mettere a tema ciò che davvero conta, forse in modo ancora approssimativo e bisognoso di ulteriori rinforzi, ma ci siamo quasi. Per questo vedere scatenarsi lo tsunami dei conservatorismi sedicenti di sinistra e le barricate di docenti e studenti che rifiutando ogni valutazione vogliono tenere l'Italia e la scuola ferma nella situazione in cui è lentamente scivolata (e il Paese con lei), francamente mette un po' di tristezza. Ma è un punto su cui non si può retrocedere: non c'è futuro per un Paese incapace di mettere il merito delle persone e delle questioni alla base delle proprie dinamiche sociali, a partire dalla scuola.

Senza valutazione del merito (a partire dalla scuola) non andremo lontano
Giuseppe Paruolo

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