domenica 29 dicembre 2013

Il merito oppure il declino

ilvalitpostelMentre stiamo per archiviare il 2013 e la pausa natalizia ci regala anche un respiro per riflettere, il mio pensiero in vista del 2014 va al merito, parola spesso abusata o dimenticata. Merito significa merito delle persone, dunque capacità di valutare competenze ed attitudini, ma anche e soprattutto merito delle questioni, vale a dire essere in grado di andare alla sostanza dei problemi senza fermarsi a livello superficiale.
Se peschiamo fra le notizie di questi giorni, troviamo gli insulti via rete all'universitaria bolognese affetta da malattie rare che ha espresso parole di apprezzamento per la ricerca medica che si avvale di sperimentazioni sugli animali. Insulti ed auguri di morte da condannare, ma non è un bel segno nemmeno che il dibattito sia polarizzato sugli insulti e sulle posizioni estreme, e non (come sarebbe invece opportuno) sui confini che è opportuno definire per le sperimentazioni che si avvalgano di animali. Inoltre troviamo gli aggiornamenti sul metodo Stamina, dove da un lato escono notizie che ne proverebbero l'assoluta inutilità e dall'altro si risponde con l'assoluta certezza che sia una cura risolutiva, gli insulti in questo caso se li beccano i giornalisti. Ma anche qui il lettore capisce solo che ci sono opinioni fieramente contrapposte, senza punti di riferimento né terreno di confronto.
In entrambi gli esempi il dibattito dovrebbe in primis riguardare la comunità scientifica, chiamata a fornire elementi di giudizio ai decisori politici e alla comunità civile. Invece assistiamo ad una degenerazione, il confronto irrisolto diventa conflitto che dilaga sui media e fra le persone, diventa una guerra senza esclusione di colpi che di scientifico non conserva più nemmeno l'apparenza. Così si arriva a minacce ed insulti fra contendenti tutti convinti di essere "dalla parte della verità", dando la sensazione che possa prevalere solo chi urla più forte o fa maggiori proseliti, con tanti saluti al merito delle questioni.
Casi isolati? Macché! Non possiamo dimenticarci altri casi controversi nel campo della medicina, oppure le polemiche sull'elettrosmog supportate da scienziati che ancora paiono divisi fra chi lancia allarmi anche su cose probabilmente innocue e chi invece considera innocue anche cose che è molto improbabile che lo siano. Casi diversi, ma accomunati dall'incapacità di imbastire un confronto capace di raggiungere conclusioni almeno minimamente condivise. Gli esempi purtroppo sono tantissimi.
Continuiamo così a vivere in un Paese in cui polemiche a volte risibili diventano casi nazionali, mentre restano sottotraccia clamorose enormità. C'è un evidente eccesso di reazione per questioni che non lo meritano e d'altra parte un fatalismo diffuso per cose su cui invece dovremmo effettivamente mobilitarci. In questo modo si continua ad ignorare il dramma dei rifiuti tossici e nocivi seppelliti fuori da ogni controllo (in Campania, ma non solo). Si intende far entrare Poste Italiane nel capitale di Alitalia – l'ennesima enorme fesseria in quella assurda vicenda – e tutto quel che succede è qualche battuta acida da parte di utenti arrabbiati per la coda negli uffici postale. Vicende come l'Ilva, Alitalia, Telecom Italia sono costellate di errori enormi in cui si sarebbe dovuto procedere a rottamazioni immediate dei politici responsabili, ma in Italia evidentemente la gravità dipende dal clamore apparente e non dalla sostanza.
Non accade sono nei casi di rilevanza nazionale, ma anche nelle vicende minori. Siamo purtroppo spesso testimoni dell'uso strumentale delle informazioni, della trasformazione di pagliuzze in travi e viceversa, della cialtroneria diffusa di chi prima prende impegni e poi ritratta senza neanche sentire bisogno di dare spiegazioni. Assistiamo a discussioni che non possono essere fatte perché sono premature, ma improvvisamente non si possono più fare perché ormai è troppo tardi per farle (sottotitolo: l'attimo fuggente).  Ascoltiamo la declinazione di criteri che cambiano ogni volta in funzione del risultato che si vuole ottenere, con parametri e variabili che si scambiano di posto a seconda delle convenienze.
Se denunciamo il rischio di declino, o anche peggio, dobbiamo anzitutto riconoscere l'enorme "emergenza merito" e metterla al centro dei nostri propositi per il 2014. Sapendo che non sarà semplice, perché quando vai sul merito delle questioni non ti fai sempre degli amici, anzi. Io ne so qualcosa, da ultimo, per esempio, sul Passante Nord. Ma se vogliamo #cambiareverso è proprio dal merito che dobbiamo (ri)cominciare.

lunedì 23 dicembre 2013

News del 23 dicembre 2013

20131223news
Cari tutti, prima di farvi i migliori auguri per le festività di fine anno, auspicando che siano ritempranti in vista di un buon 2014, alcuni aggiornamenti.

Matteo Renzi segretario del PD

L'esito delle primarie dell'8 dicembre ha dimostrato in modo evidente quanto sia forte la domanda di cambiamento fra i cittadini: ora Matteo Renzi è alla prova dei fatti nella sua nuova responsabilità, in bocca al lupo! A livello locale, con un 64,5% nel territorio bolognese, c'è stata una netta affermazione di Renzi fra gli elettori, a differenza che fra gli iscritti al partito dove poche settimane prima il risultato era stato completamente differente. In questo senso il PD di Bologna ha una sua peculiarità che accresce ancor di più l'importanza di "cambiare verso" e la nostra responsabilità nel promuovere un vero rinnovamento.

Cambiare verso

E' lo slogan di Matteo Renzi ma la necessità di cambiamento è riconosciuta da tutti (almeno a parole) e permeava tutte le mozioni congressuali. Ora, indipendente da quale candidato abbiamo sostenuto, siamo chiamati a mettere in pratica il cambiamento nei fatti. Cominciamo dal dimostrare coraggio della verità e attenzione al merito nelle scelte politiche che possono cambiare la vita ai cittadini.

Passante Nord

Un bell'esempio su cui mettere in pratica i nostri buoni propositi è la vicenda del Passante Nord che riassumo in questo post e che invito a leggere con la necessaria attenzione. Credo si capisca perché la promessa di alleggerimento del traffico e dell'inquinamento per la zona di Bologna attraversata dall'asse tangenziale-autostrada sia ormai priva di fondamento e il progetto talmente snaturato da avere ben poco senso. Non perdiamo ancora tempo in rinvii ed ultimatum sistematicamente disattesi, traiamo le conclusioni e ripartiamo.

Delibere in Regione

Nessun aumento della pressione fiscale e nessun taglio alla sanità, sostegno a lavoro, imprese e territorio nel bilancio regionale di previsione 2014. Recuperare il patrimonio esistente per limitare il consumo di suolo, promuovere nuove tecniche costruttive per diminuire i costi d'esercizio, no al degrado urbano, fra le linee guida della riforma della legge per l'edilizia residenziale pubblica. Prosegue la semplificazione con una legge per abrogare 80 norme superflue. Varata (finalmente) una delibera per l'obbligatorietà dei dispositivi di ancoraggio nei cantieri edili (linea di vita), fondamentale strumento per prevenire i rischi di caduta.
Concludo augurando a tutti voi un gran buon Natale e un felice anno nuovo!
Giuseppe

giovedì 19 dicembre 2013

No all’accanimento terapeutico sul Passante Nord

Nei giorni scorsi ho detto che sul Passante Nord siamo ormai all'accanimento terapeutico, e la cosa non è passata inosservata. Al di là di qualche blanda replica e di diversi apprezzamenti, c'è chi mi ha scritto per chiedere lumi o anche per lamentarsi della cancellazione di una speranza. Perché il Passante Nord è anche questo: una speranza di lavoro per aziende e lavoratori del comparto costruzioni, di superamento degli ingorghi in tangenziale e autostrada per gli automobilisti e di miglioramento dell'aria per i bolognesi che abitano nei pressi del semianello autostrada-tangenziale. Proprio perché mi pare ormai chiaro che queste speranze siano purtroppo vane, mi sono pronunciato per lo stop. Ma per spiegare bene il perché a chi non ha seguito tutte le puntate precedenti è opportuno che io riassuma i termini della questione e spieghi le ragioni per cui a mio avviso il PD dovrebbe scrivere rapidamente la parola "fine" su questa vicenda.
La cosa essenziale da comprendere è che da molti anni si parla di Passante Nord, ma in realtà ci si riferisce con questo stesso termine a due progetti che sono in effetti fra loro molto diversi: il primo è quello contenuto nel PTCP (il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale) e ripreso nei piani urbanistici di tutti i comuni interessati, il secondo è quello proposto dalla società Autostrade.
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Il primo progetto viene elaborato nei primi anni 2000 ed approvato nel 2004, ma in realtà realizza un'idea contenuta nella pianificazione provinciale da molti anni e che ha in Giuseppe Campos Venuti il principale ideatore. Come si capisce da primi due disegni in questo post (presi, come quelli successivi, da una presentazione di qualche tempo fa di Rudi Fallaci), l'obiettivo primario era infrastrutturare il territorio della pianura bolognese. Poi, quando ci si è posta la domanda su come dare respiro all'attuale percorso tangenziale-autostrada, scartate le ipotesi di raddoppio in sede e del passante sud sotto la collina, si è concepito il Passante Nord sia come percorso autostradale alternativo all'attuale che come realizzazione dell'infrastrutturazione territoriale da lungo tempo ipotizzata.
passante1994
Il punto di forza (e al tempo stesso di debolezza, come vedremo) del Passante Nord contenuto nel PTCP è proprio questo suo essere a servizio al territorio, realizzando un asse viario a lungo ipotizzato e finora mai pienamente realizzato. L'asse passa in mezzo fra la prima e la seconda cintura di comuni del territorio bolognese, seguendo in gran parte il percorso della trasversale di pianura (il che non vuol dire che non abbia un impatto pesante sul territorio, ma semplicemente che il tracciato – in verde nella figura successiva – è collocato nell'unico taglio della pianura in cui è ragionevole collocarlo). Inoltre il fatto di girare ben alla larga da Bologna evita il rischio di definire implicitamente un nuovo confine per l'espansione urbanistica della città, che invece ci correrebbe con un anello più vicino (come è stato in passato con l'attuale tangenziale).
Per "vestire" da passante autostradale questa infrastruttura viaria il progetto del PTCP mette alcuni punti fermi: tre corsie per senso di marcia (in modo da reggere la completa deviazione dell'attuale traffico autostradale di attraversamento), la totale banalizzazione dell'attuale percorso autostradale interno alla tangenziale (ossia diventa tutto tangenziale), una politica tariffaria volta a "costringere" gli automobilisti a percorrere il Passante, con un sovrapprezzo per chi fosse uscito dall'autostrada per percorrere la tangenziale, i cui proventi sarebbero stati destinati al Servizio Ferroviario Metropolitano.
passantePTCP
Dico queste cose non semplicemente perché ho studiato la pratica ma perché non solo io quel progetto lo votai ma mi ricordo bene le assemblee in tutti i comuni interessati per illustrare e discutere il progetto: in quelle assemblee ognuno dei punti che ho citato veniva presentato come assolutamente imprescindibile, insieme all'ampia fascia boscata che era prevista. Siccome abbiamo fatto delle promesse, a differenza di altri io penso che le promesse vadano rispettate: quei punti sono ancora imprescindibili.
Avendo ben chiaro che non si trattava semplicemente di una variante autostradale, nel 2004 si ipotizzava che ci fosse un forte contributo pubblico (50% dei 965 milioni totali stimati a quell'epoca) oltre alla gestione successiva per il vincitore del bando con cui assegnare i lavori. Questo avrebbe garantito che venisse realizzato quel progetto, ma poneva ombre sul successivo raccordo  con l'autostrada esistente: i dubbi riguardavano come convincere dopo Autostrade a cedere la tratta autostradale interna alla tangenziale, imponendo via politica tariffaria la deviazione del traffico di attraversamento lungo il nuovo percorso. L'idea implicita era che dopo averlo realizzato, Autostrade si sarebbe comunque fatta carico anche di quella tratta.
All'inizio del 2005 viene presentata all'Anas una proposta da parte di Pizzarotti-Eiffage, ma passano mesi e poi anni senza che arrivino i finanziamenti dal governo. Prima ministro è Lunardi, poi è Di Pietro che verso la fine del 2007 boccia il progetto di Pizzarotti, promette di finanziare direttamente il Passante ma poi la copertura salta e lì c'è la svolta: il progetto viene affidato (sempre via Anas) direttamente alla società Autostrade. Peccato che in quel passaggio non sia chiaro se sia legalmente possibile saltare una gara europea e affidare direttamente il progetto ad Autostrade. Lo dico meglio: può passare il Passante come variante fuori sede all'attuale percorso autostradale? Subito infatti partono ricorsi alla UE per violazione del regime di concorrenza da parte di chi è contrario al progetto. E parte in parallelo una trattativa fra governo italiano e UE per avere il via libera a questo affidamento, che verrà finalizzata dal successivo ministro Matteoli.
Fra il 2008 e il 2010 in effetti il tema si inabissa e arrivano sulla stampa informazioni altalenanti da cui si può dedurre che c'è in corso una profonda revisione del progetto di cui però nessuno parla esplicitamente. La UE nega l'ok, anzi sì, aspettate forse no, ecco il via libera, si fa festa. Ma 9 mesi dopo i festeggiamenti per l'agognato ok della UE, ad un convegno dei costruttori bolognesi del luglio 2010 l'AD di Autostrade spiega che il progetto del PCTP è stato bocciato dalla UE e che il Passante si potrà fare ma più corto. Quando, a distanza di anni, sono riuscito a leggere la famosa lettera della UE che dà il via libera, in effetti si capisce che c'è stato un carteggio precedente fra governo e UE, che un nuovo progetto è stato presentato e che l'ok della UE viene dato perché questo nuovo progetto (più corto) si configura come una variante fuori sede dell'attuale autostrada. Evidentemente il progetto del PTCP, troppo orientato ad una infrastruttazione del territorio, non è stato ritenuto che potesse passare come una semplice variante.
Ma in quel momento quale è il tracciato del progetto più corto? Non si sa. Cosa dicono i comuni interessati dal percorso? Niente, perché non ne sanno nulla. Di fatto si è continuato a parlare di Passante Nord per anni come se il progetto fosse rimasto sempre quello del PTCP, o forse no, ma che importa? Da quel luglio 2010 in poi la vicenda assume una venatura surreale. Viene annunciata nell'ottobre 2011 come imminente la firma dell'accordo fra Anas e Autostrade per il progetto definitivo. I sindaci dei comuni fanno trapelare qualche perplessità, ma non si sa su quale tracciato. Legambiente pubblica una cartina del passantino ma sul momento nessuna istituzione lo conferma e successivamente verrà smentito. Nel frattempo la crisi di governo fa slittare la firma dell'accordo, ma nei comunicati ufficiali questa viene confermata come imminente. Negli ultimi mesi del 2011 ci sono dunque fior di comunicati che annunciano che è tutto a posto e manca solo la firma per dare il via libera all'opera. Ma nessuno ha mai spiegato cosa stavano per firmare, visto che come vedremo solo ad agosto 2012 verrà presentato ufficialmente il tracciato del passantino.
Nella primavera del 2012 torno ad interessarmi del tema. Emergono le prime polemiche sul progetto corto, che però viene definito dall'assessore provinciale una "ipotesi inesistente". Anas si lamenta sui giornali che è Bologna che tiene bloccata la firma, perché nel novembre 2011 l'accordo era stato raggiunto (su quale tracciato?). A luglio 2012 per uscire dallo stallo le istituzioni firmano un'intesa (citando solo parzialmente la lettera della UE del luglio 2010) che dà mandato ad Autostrade di mettere a punto un progetto che tenga conto delle osservazioni della UE (due anni dopo), e in quattro e quattr'otto Autostrade fa tutta la progettazione e nell'agosto del 2012 viene presentato il tracciato corto del Passante (Passantino). Un balletto francamente imbarazzante per ufficializzare un progetto evidentemente sul tavolo da almeno due anni, con Autostrade che prima scrive nei documenti che il progetto è stato fatto in accordo con gli enti locali e poi smentisce se stessa (e Anas) dicendo che ha fatto tutto da sola senza mai parlarne con nessuno (complimenti). Il passantino è in rosso, mentre in blu è il tracciato del progetto del PTCP.
passantepassantino
Ufficializzato il passantino,  gli enti locali dicono no al tracciato e presentano una serie di proposte emendative in tempo utile per rispettare la data-ultimatum fissata nell'accordo del luglio 2012, che poneva come termine il novembre 2012. Ma anche stavolta, scaduto il termine passano i mesi e non succede più nulla. Nel frattempo mi vado a leggere uno studio di Autostrade sulla propria proposta e scopro alcune cose interessanti, e soprattutto che le stime sul traffico indicano che l'opera non allevierebbe i problemi di congestione sulla tangenziale. Riporto qui di seguito le conclusioni di quello studio (dicembre 2012):
In conclusione:
  • la A14 presenta attualmente nell'ora di punta livelli di servizio sostanzialmente adeguati;
  • la realizzazione del Passante, in virtù del quale si è conseguentemente ipotizzata la banalizzazione della A14 per alleggerire le attuali complanari, non comporta evidenti benefici sulle complanari stesse, il cui LOS passa da F a E, perdurando pertanto la situazione di criticità;
  • la soluzione "Passante + Banalizzazione" non contribuisce né a migliorare le condizioni di deflusso autostradale dell' A14 né a migliorare in maniera efficace le condizioni di deflusso sulle complanari; tale risultato può mettere in discussione la sostenibilità trasportistica dell'intervento.
  • i risultati registrati nello scenario progettuale in termini di attrattività del Passante e capacità di deviazione del traffico autostradale di attraversamento sono destinati ad essere disattesi nell'ipotesi di allontanamento del nuovo itinerario dal nodo urbano di Bologna.
Ora, se la stessa società Autostrade mette in dubbio l'utilità del proprio progetto forse qualche dubbio dovremmo mettercelo. Peraltro l'ultimo punto in modo chiaro afferma che se si si tornasse verso il tracciato del PTCP verrebbe meno la capacità di deviare il traffico autostradale di attraversamento. Ma siccome in questa storia non c'è nulla di lineare, ad aprile 2013 dopo l'ennesimo vertice a Roma si apprende che "Autostrade per l'Italia si è impegnata a presentare entro il prossimo mese di luglio 2013 il progetto preliminare dell'opera assumendo come riferimento il tracciato autostradale indicato dagli enti locali". E a luglio 2013 cosa è successo? Niente, naturalmente.
Prima di tirare le somme, occorre evidenziare perché il Passante corto è un progetto radicalmente diverso dal Passante del PTCP. Anzitutto non parte con l'idea di deviare tutto il traffico di attraversamento, ma solo una parte di esso: essenzialmente quello da e verso Padova, che naturalmente avrebbe solo vantaggi a girare largo. Coerentemente con ciò prevede due sole corsie per senso di marcia e non mette alcun sovrapedaggio per far fare il giro largo agli automobilisti in attraversamento. Su questo la controproposta degli enti locali (che si sono preoccupati essenzialmente del tracciato e del suo impatto sul territorio) non dice nulla. Poi c'è il tema della banalizzazione del tratto autostradale interno alla tangenziale, su cui Autostrade ha idee diverse. Rudi Fallaci in un incontro col forum sostenibile del PD di qualche mese fa (da cui ho preso le immagini di questo post) ha elencato impietosamente le caratteristiche del progetto del PTCP che il progetto corto di Autostrade non ha: a) potenziamento della tangenziale b) liberalizzazione del tratto della A13 c) infrastrutturazione della pianura all'altezza della trasversale e dell'Interporto d) sovrapedaggio pro SFM e) fascia boscata.
Come si vede il tracciato è un bel problema, ma non è certo l'unico. Vale la pena dunque costringere Autostrade a fare una cosa di cui nemmeno loro sono convinti? Io dico di no. Delle due forse sarebbe valsa la pena di forzarli a realizzare il progetto di Passante del PTCP, se solo non ce lo fossimo già giocato in trattative riservate con la UE negli anni scorsi. E ricordiamo che stiamo parlando di un impatto enorme per il territorio, di un grandissimo consumo di suolo agricolo, di 10 anni che sono passati (e forse sono cambiate delle cose), di una spada di Damocle sulla testa del nostro territorio da anni mentre la politica balbetta.
Io credo che il PD possa e debba prendersi la responsabilità di dire che è ora di porre fine a questo accanimento terapeutico. Spingere le istituzioni a fare un accordo perché i 1,4 miliardi accantonati da Autostrade possano essere investiti in altre opere strategiche per il nostro territorio, completando assi viari che da anni attendono di essere terminati (cito solo un esempio: la complanare nord da Ozzano a San Lazzaro, cancellata vergognosamente dall'ultimo accordo sul potenziamento della A14). Cominciamo da subito ad esaminare alternative per risolvere il problema di congestione della tangenziale, ma smettiamo di rimandare continuando a sperare in una soluzione che con evidenza non c'è più, e non da ieri. Nemmeno un'eventuale decisione di Autostrade di accettare le modifiche al tracciato proposte dagli enti locali (smentendo tutti i propri studi e la linea di condotta tenuta finora) potrebbe ripristinare il progetto del PTCP perché il progetto resterebbe comunque una cosa ben diversa. E, secondo i loro stessi studi, non risolverebbe il problema cui dovrebbe rispondere.
Chi il progetto del PCTP lo aveva concepito e ci aveva lavorato, ha già tirato le somme: Giuseppe Campos Venuti e Rudi Fallaci in un articolo del settembre 2012 spiegano perché il Passante Nord era tutt'altra cosa e concludono dicendo che "se non ci fossero le condizioni per realizzare l'opera come è stata concepita per essere utile al territorio, meglio non fare niente".
Ora tocca a noi decidere, e dobbiamo farlo col coraggio della verità: fine dei balletti e del periodo surreale, fine delle deleghe in bianco, fuori tutte le carte, torni in campo la politica, discutiamone nel PD ed assumiamo una posizione chiara di cui possiamo rendere conto ai nostri elettori.

sabato 14 dicembre 2013

Bologna #cambiaverso (mozioni ed emozioni)

ConRenziIl 64,5% ottenuto da Matteo Renzi a Bologna è un risultato straordinario, al punto che dirlo pare quasi ordinario. E' un risultato che vale anche più del 67,5% ottenuto su scala nazionale e di tante percentuali ottenute altrove e praticamente ovunque. Perché? Perché Bologna è Bologna.
Venti giorni prima fra gli iscritti Matteo Renzi aveva ottenuto il 35% (contro un 45,5% nazionale). Un risultato molto buono se solo si conoscesse il partito bolognese e si considerasse il punto di partenza, come avevo provato a spiegare a chi per mancanza di conoscenza o per propria convenienza parlava di un risultato bolognese scarso. Era invece un dato che faceva ben sperare per le primarie, come spiegavo ad interlocutori che scuotevano la testa e mi rispondevano che era impossibile che a Bologna Renzi potesse mai vincere. Ora che fra gli elettori abbiamo ottenuto 30 punti percentuali in più che fra gli iscritti, vincendo praticamente ovunque con percentuali che vanno dal 58% di Bologna città all'85% di Castiglione dei Pepoli, si saranno convinti? Speriamo.
Bologna #cambiaverso dunque, o per meglio dire anche a Bologna gli elettori vogliono che il PD cambi verso. Un desiderio chiaro e forte che ci deve accompagnare nell'azione, perché ora siamo chiamati a riuscirci davvero. Come ha detto Matteo "il bello deve ancora venire": a lui tocca farlo a livello nazionale, a noi qui a livello locale.
La specificità di Bologna è raccontata dai numeri di questo congresso: oltre quelli già citati del largo consenso a Renzi, c'è il 52% fra gli iscritti della mozione Cuperlo contro il 18,6% fra gli elettori, e il 16,8% di Civati (11,9% fra gli iscritti). In città il divario è ancora più forte: 3 iscritti su 5 ma solo 1 elettore su 5 per Cuperlo, perché fra gli elettori 3 su 5 hanno votato Renzi.  Numeri che raccontano di una situazione complicata dalla distanza fra iscritti ed elettori e con un congresso provinciale appena concluso basato solo sugli iscritti. Una fotografia mossa, perché la situazione è in movimento: se confrontiamo i risultati delle primarie dell'anno scorso con quelle di quest'anno, si coglie un cambiamento di cui un po' tutti avevano colto il segno ma pochi o nessuno la portata.
Prima di rimboccarci le maniche e provare a incardinare il #cambiaverso nella concretezza delle politiche e delle scelte (sono soprattutto quelle che interessano agli elettori che sono venuti a votare alle primarie) vorrei fare un respiro (avete presente un respiro profondo immerso nella nebbia di queste notti qua nella bassa?), chiudere gli occhi e fissare nella memoria i volti, le storie, gli incontri, le mozioni & le emozioni di questa campagna congressuale.
Chiudo gli occhi allora e vedo le persone che ho incontrato a Marzabotto, Zola Predosa, Castel Maggiore, Crevalcore, Budrio, Malalbergo, Castiglione dei Pepoli, Bentivoglio, San Lazzaro, Argelato, Galliera, Sasso Marconi,  Granarolo,  Casalecchio, Castenaso, Medicina, Vergato e a Bologna nei circoli Mazzini, Galvani, Colli, Bolognina, Pontevecchio, San Vitale (Imbeni),  San Donato, Murri, Trentin Ghandi (Navile), e nei luoghi che in questo momento mi stanno sfuggendo. Penso ai sostenitori di Renzi entusiasti e a quelli pensosi, a quelli "cuor di leone" e a quelli "lo dico a te ma non dirlo in giro", a quelli nel PD da sempre e quelli nel PD da ieri. Penso ai tanti giovani che si sono attivati e all'opportunità di valorizzarli ma anche al dovere di aiutarli a crescere senza che si brucino. Penso all'amalgama fra falchi e colombe e fra renziani delle varie ore, penso alla rete che abbiamo messo in piedi che certo non deve essere una corrente come le altre ma che non ci sogniamo di smantellare, ed anzi al tanto lavoro ancora da fare. Ho negli occhi le persone impegnate sul territorio, nei circoli e nei comitati, quelli che hanno fatto il lavoro di coordinamento, l'individuazione dei presentatori della mozione nei circoli e i ragazzi al circolo Murri, poi dopo le convenzioni tutti allo "svoltone" a fianco alla Torinese con uno bel manipolo di giovani, i banchetti e i volantinaggi. E in mezzo le assemblee di zona, il coraggio di metterci la faccia anche sapendo di perdere e poi a raccontarsela in quel bar di Budrio. Vedo il film dell'evento principale della nostra campagna: la lucida follia di prenotare l'Unipol Arena, il lavoro di ideazione e di messa in fila delle cose da fare, le persone che  si sono sobbarcate l'organizzazione, i 120 volontari che hanno lavorato fianco a fianco ("ma quello che era con me a convogliare le auto nel parcheggio è lo stesso che ricordo assessore regionale?") in modo splendido; e poi la platea dei 3000 che hanno accolto Matteo Renzi, la preoccupazione di non raccogliere abbastanza fondi per rientrare delle spese, la foto di Matteo coi volontari e la Silvana che contava anche le monetine da 2 centesimi. Poi precipitiamo verso l'8 dicembre, i 300 e passa rappresentanti nei seggi, i tanti tavolini del sabato (più di Firenze e più di tutti), e finalmente arrivano le primarie: c'è un sacco di gente nei seggi,  buon segno ma "non dire gatto se non l'hai nel sacco" come sentenzia trapattonianamente Giuliana. I primi seggi scrutinati sono ottimi ma non si sa mai, il primo di Bologna è in Corticella ed è già un segnale importante, arriva San Donato centro e capiamo che sta succedendo qualcosa di grosso, poi  è chiaro che è una valanga: gatto! gatto! gatto! Vorrei citarli ed abbracciarli tutti uno per uno ma è impossibile, fra loro gli amici di tante battaglie e persone che ho incontrato per la prima volta, ogni singolo volontario incontrato in giro per la provincia con la macchina piena di volantini…
Non basta, perché non ci sono solo i sostenitori di Renzi nella parte emozionale consegnata alla memoria. Ci sono anche i sostenitori di Cuperlo di cui ho in parte già raccontato a proposito delle convenzioni di circolo, il compagno di San Donato che è venuto alla nostra riunione per provare a convincerci, il coordinatore di una mozione Cuperlo locale che alla fine di un dibattito è venuto a ringraziarmi perché avevo usato i toni giusti, i sostenitori di Civati con cui si è creata una complicità perché l'importante è cambiare questo partito, tanti altri volti e tutto un popolo di militanti e volontari, fra cui anche tanti che pur non avendo votato Renzi ora possiamo convincere di avere un buon segretario e insieme ai quali dobbiamo rimboccarci le maniche: c'è il PD insomma, e c'è Bologna. Quindi confronto anche serrato sulle scelte, con coraggio e senza retropensieri ma anche con rispetto reciproco, lo abbiamo dimostrato e continueremo a farlo, poi tutti insieme a lavorare per il bene comune.
Avanti quindi, senza troppo curarci dei commentatori interessati a ricondurci nell'alveo dei loro schemi prefissati. Quelli che prima hanno provato a dire che il 35% era poco per colpa nostra e dopo che col 65% avremmo dovuto impugnare le clave, senza rendersi conto che quei risultati sono anche frutto di una linea che non era la loro. In questa città ammalata di consociativismo il fatto che a noi piacciano le parole crociate a schema libero non conforta chi preferisce gli schemi di sempre, il tutto cambi perché nulla cambi. Ma noi non vogliamo finire nel pantano, la partita di Matteo Renzi è anche la nostra partita, e questa partita vogliamo giocarcela fino in fondo: per l'Italia, per Bologna.

domenica 1 dicembre 2013

News del 30 novembre 2013

20131130newsCari tutti, è un periodo davvero intenso in cui si sovrappongono il congresso del PD, con l'appuntamento da non mancare delle primarie dell'8 dicembre, l'attività amministrativa ed altre notizie meno piacevoli che riguardano la Regione.

Matteo Renzi a Bologna il 4 dicembre

Comincio con l'invitarvi tutti all'appuntamento bolognese con Matteo Renzi, saremo all'Unipol Arena di Casalecchio a partire dalle 19. Sul sito bolognaxrenzi.it ci sono tutte le informazioni, è inoltre possibile registrarsi all'evento ed anche aiutare con una piccola donazione. Chi poi fosse disponibile anche a dare una mano nell'organizzazione, può mandare una mail a volontari@bolognaxrenzi.itPassate parola, grazie!

Il congresso del PD

Le primarie dell'8 dicembre (in cui possono votare tutti, dai 16 anni in su) sono l'evento decisivo del congresso nazionale. Nelle settimane scorse c'è stata la fase delle convenzioni di circolo, in cui i soli iscritti si sono espressi: ha vinto Matteo Renzi con oltre il 45% dei voti. Nella nostra realtà bolognese, Renzi ha ottenuto il 35% e qui spiego perché 35% a Bologna sia un risultato straordinario. Al di là del mio sostegno a Matteo Renzi e delle preferenze di ognuno di voi, l'importante è partecipare per riaffermare l'importanza delle primarie e fare più forte il PD.

Il futuro di Cup2000

Dibattito in Assemblea legislativa a valle delle decisioni assunte da Regione, Comune e Provincia di Bologna sul futuro di Cup2000. Qui c'è la traccia del discorso che ho pronunciato in aula. C'è una situazione di stallo che dura ormai da anni (e su cui sono intervenuto anche in passato) che mi auguro possa rapidamente essere superata.

Leggi varate in Regione

Approvato il bilancio 2014 dell'Assemblea legislativa, che prosegue il trend di riduzione dei costi della politica di questo mandato. Varata l'Ausl unica della Romagna. Approvazione definitiva di fusioni di comuni nelle province di Parma, Ferrara e Rimini, per cui dal 2014 da 12 comuni complessivi si passerà a 4 (considerando anche il nuovo comune di Valsamoggia che era stato già approvato). Conferma per il fondo regionale per la non autosufficienza, oltre 430 milioni senza alcun taglio (e di questi tempi è già un risultato).

Le "spese pazze" in Regione

Prosegue l'inchiesta della procura sull'utilizzo dei fondi pubblici da parte dei gruppi consiliari, ormai etichettata dalla stampa come sulle "spese pazze" a causa della quantità e della qualità delle indiscrezioni uscite sui giornali nelle settimane scorse. Ho scritto quel che penso in questo intervento, e cerco di dare il mio contributo nel gruppo consiliare e nelle sedi di partito (nei prossimi giorni si riunirà la direzione regionale) perché vi sia una reazione che sappia rispondere efficacemente al disagio di cittadini ed elettori.
Un caro saluto e alla prossima,
Giuseppe