sabato 27 luglio 2013

News del 27 luglio 2013

20130727 newsCari tutti, nell'imminenza della pausa d'agosto e dopo un periodo di intensa attività legislativa, i miei consueti aggiornamenti mensili.

Varata la legge sulla rete escursionistica regionale

Approvata la legge sulla rete escursionistica, che ho firmato e su cui ho lavorato nei mesi scorsi. L'augurio è che sia l'occasione per migliorare la rete dei sentieri, ed allargare sempre di più il numero di persone che scelgono di passare un po' del loro tempo all'aperto e in mezzo alla natura.

Sui ticket sanitari ancora non ci siamo

Ci sono dati che fanno riflettere nella risposta ad una mia interrogazione, ma sul tema dell'equità non è sufficiente ammettere che vi sono dei problemi, occorre intervenire: io ribadisco la mia proposta di passare dalle fasce di reddito familiare alle fasce di reddito pro-capite.

People mover, stazione, passante nord

Ancora tensioni su alcune infrastrutture di mobilità: sul People Mover bolognese (stazione-aeroporto) la prognosi è riservata, ma non è serio chiedere di ritirare il finanziamento regionale prima che siano concluse le verifiche in corso; sul Passante Nord invece potremmo già a mio avviso staccare la spina e prendere atto che non c'è un punto di incontro possibile fra Autostrade ed enti locali; mentre è giusto insistere con le Ferrovie perché tengano fede ai loro impegni per il completamento della stazione e per il Servizio Ferroviario Metropolitano.

Altre leggi approvate

Molte altre le leggi approvate nell'ultimo mese in Regione: fra le più rilevanti cito la riforma delle ASP (aziende di servizi alla persona), quella dei tirocini formativila legge sulla semplificazione edilizia, l'assestamento di bilancio, nuovi tagli ai costi della politica. E ancora: un piano a sostegno dell'apicoltura, gli interventi per andare oltre il patto di stabilità, le misure per sbloccare i pagamenti ai fornitori, il supporto alle fusioni di comuni e molto altro.

Verso il congresso del PD

Sono giorni convulsi in vista del congresso del PD, con tentativi più o meno espliciti di restringere la partecipazione degli elettori alle primarie. Io credo che le primarie debbano restare aperte perché, oltre che la scelta migliore, questo è un aspetto fondativo del PD. Basterebbe solo indire il congresso con le regole delle altre volte, come in questa petizione chiediamo di fare.

Confusione sul matrimonio

Quando si parla di matrimonio e unioni civili è difficile andare al di là degli slogan e degli stereotipi. Così, ci sono domande che continuano ad essere eluse, nodi che non vengono sciolti, mentre invece occorrerebbe chiarezza e (se possibile) condivisione. Una dimenticabile risoluzione in Regione ha fatto parlare di sé nei giorni scorsi, su di essa c'è una mia breve riflessione.

Il ricordo delle stragi

Un mese fa il ricordo della strage di Ustica, fra pochi giorni quello della strage della stazione di Bologna. E' importante tenere viva la memoria, e lo sarebbe in ogni caso: ma non dimentichiamo che la stagione delle stragi, che tanto ha segnato (e ancora segna) la storia del nostro Paese. ancora attende piena chiarezza nell'individuazione delle responsabilità. Lo dobbiamo alle vittime e ai loro cari, ma soprattutto a noi stessi.
Grazie perché continuate a seguirmi su giuseppeparuolo.it, sulla pagina facebook, su twitter.
Buone ferie a tutti, a chi andrà al mare o in montagna e anche a chi resterà a casa.
Un caro saluto e alla prossima,
Giuseppe

giovedì 25 luglio 2013

Ecco la legge sulla rete escursionistica emiliano-romagnola

L'Assemblea Legislativa ha varato ieri il progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Costi, Ferrari, Monari, Donini, Meo, Grillini, Paruolo, Barbieri e Montanari: "Rete escursionistica dell'Emilia-Romagna e valorizzazione delle attività escursionistiche". Si tratta di una legge a cui ho lavorato nei mesi scorsi e cui sono davvero affezionato, e non solo perché è la prima legge che porta anche la mia firma come consigliere regionale.
Nato sotto (giustissimo) impulso del CAI per promuovere la rete dei sentieri nel nostro Appennino, quando il progetto è diventato pubblico fu oggetto di vibranti polemiche, e fu subito chiaro che non era semplice conciliare le esigenze diverse. Da un lato gli amanti della fruzione pienamente naturalistica della montagna: gli escursionisti a piedi. Dal lato opposto, gli amanti del motocross e della fruizione motorizzata dei sentieri. In mezzo, i ciclisti, con la loro analogia coi motociclisti per il fatto di viaggiare su cicli, e l'analogia con i camminatori perché l'energia di propulsione sono comunque le gambe. Le preoccupazioni delle varie categorie ricadevano sulle comunità locali e sui comuni: anche i sindaci erano preoccupati.
La veemenza delle reazioni e la varietà delle diverse esigenze furono tali da porci la domanda se valesse la pena di procedere o se fosse sensato sospendere l'iter in attesa di tempi migliori. Abbiamo deciso di procedere, avviando un importante lavoro di revisione del progetto di legge e di mediazione alta fra le diverse istanze: il risultato è stato davvero buono, con una formulazione che ritengo equilibrata e convincente, ed è motivo di soddisfazione che ora la legge sia andata in porto.
I principi sono chiari: tutti i sentieri sono a disposizione di chi non usa mezzi a motore (dunque camminatori,  ciclisti, cavalieri e così via); alcuni sentieri sono aperti al traffico motorizzato con modalità e tempistiche concordate anzitutto sul piano locale. I Comuni sono pienamente valorizzati, e al tempo stesso c'è un'attenzione particolare ai sentieri che attraversano più comuni, che possono essere elevati a sentieri di interesse regionale: è un modo per evitare quel che è successo finora, in cui capita che percorrendo un sentiero lo trovi ottimamente manutenuto fino ad un certo punto e improvvisamente (passando il confine da un comune all'altro) molto meno curato.
La difficile coabitazione fra fruitori di tipo diverso diventa in questo senso una scommessa in positivo: consentendo una fruizione limitata e regolata ai motociclisti e spingendoli ad associarsi e ad interloquire con gli enti locali e le organizzazioni delle altre categorie, miriamo a promuovere coloro che si prendono cura dei sentieri e ne curano la manutenzione e ad isolare (e punire) chi invece si comporta male infischiandosi delle regole e facendo danni.
Mi auguro, ci auguriamo che questa legge sia davvero l'occasione per migliorare la rete dei sentieri, ed allargare sempre di più il numero di persone che scelgono di passare un po' del loro tempo all'aperto e in mezzo alla natura, facendo la sana fatica di camminare (o di pedalare) in un contesto rilassante e ricco di bellezze naturalistiche.

lunedì 22 luglio 2013

Sui ticket sanitari regionali ancora non ci siamo

Sui ticket sanitari varati dalla Regione Emilia Romagna due anni fa ho segnalato da tempo un problema di equità e recentemente ho posto delle domande con una interrogazione allo scopo sia di avere dati aggiornati che di suggerire una strada per migliorare l'equità delle fasce di reddito. Ho appena ricevuto la risposta della Giunta regionale, che mi fornisce solo alcuni dei dati richiesti e che nella prospettiva - pur condividendo le mie osservazioni –  rimanda tutto all'attesa di provvedimenti del governo nazionale. Ringrazio della risposta e anche della condivisione, ma mi permetto di insistere: io credo che la strada per intervenire ci sia, se poi sarà adottata dal governo nazionale ancora meglio ma non possiamo stare fermi anni (ne sono già passati due!) nella speranza che a Roma maturino le nespole.
Ma cominciamo coi dati: nel 2012 il gettito dei ticket sanitari è stato di 176 milioni di euro circa, e nella tabella che segue tale gettito è suddiviso per classi di reddito, con indicazione del numero di persone che hanno presentato l'autocertificazione:
ticket2012
Avevo chiesto anche di darmi la suddivisione degli importi in base alla numerosità delle famiglie (ossia per numero di componenti), ma nella risposta mi si dice che la Regione non dispone di tale informazione. Si potrebbe fare a questo proposito qualche ragionamento sulle potenzialità delle nuove tecnologie, sulla visione dell'informatica in sanità e sull'incrocio delle banche dati (fra i miei cavalli di battaglia più ricorrenti, come sa chi mi conosce) ma sorvoliamo.
Anzitutto osservo che i dati del gettito dei ticket inducono alcune immediate osservazioni. La spesa media dei cittadini in fascia di reddito RE1 è 45 euro, quelli in fascia RE2 è 70 euro (comprensibilmente più alta, vista la gradualità dei ticket), mentre invece – ed è un fatto del tutto singolare – la spesa media di chi è in fascia RE3 è 70 euro, come quelli in fascia RE2. Come mai? La consapevolezza di spendere di più induce ad usufruire meno dei servizi sanitari? Sono persone più in salute? Oppure la consistenza del ticket rischia di mettere "fuori mercato" la sanità pubblica e a quel punto (per intenderci) le medicine uno se le paga direttamente, magari spendendo meno del ticket previsto sulla ricetta?
Penso sia quest'ultima l'ipotesi più probabile, anche perché se 2,8 milioni di cittadini hanno presentato l'autocertificazione per la fascia di reddito mancano all'appello circa quasi 1,6 milioni di emiliano-romagnoli. E se costoro hanno speso in tutto meno di 21 milioni, si deduce una spesa media di 13 euro l'anno per coloro che non hanno dichiarato la fascia di reddito. Questo dato è influenzato dal fatto che chi non ha avuto occasione di usufruire dei servizi sanitari durante il 2012 non ha presentato l'autocertificazione, ma comunque la sua dimensione induce a considerare l'ipotesi di una migrazione fuori dal servizio pubblico per le fasce di reddito più alte. Peraltro, occorre considerare che alcuni ticket sono invarianti per fasce di reddito, mentre altri variano (ad esempio la ricetta va da 0 euro a confezione per RE1, fino a 2 per RE3 e 3 per chi non dichiara la fascia di reddito). E questo rende ancor più significative le variazioni riscontrate.
Sull'aspetto politico e di prospettiva: pur affermando di condividere le mie osservazioni, nella risposta che ho ricevuto si dice che l'unica possibilità sarebbe quella di adottare come riferimento il nucleo familiare anagrafico (invece di quello fiscale come adesso), con evidenti difficoltà applicative; che quindi vale la pena di aspettare una soluzione da parte del governo centrale; e ricorda che che comunque deve essere garantita l'invarianza del gettito complessivo del ticket.
Se si legge l'interrogazione che avevo presentato si trovano già le risposte a queste osservazioni: nessuna complicazione, continuità di gettito, semplice considerazione del parametro aggiuntivo costituito dal numero dei componenti della famiglia.
2011ComponentiFamiglieER
Basterebbe considerare come sono composte le famiglie (nella tabella qui sopra, che è tratta da qui, ci sono i dati 2011 per l'Emilia Romagna) e ricalcolare le fasce di reddito sulla base del reddito pro-capite invece che familiare. Una soluzione semplice, che risolverebbe anche i problemi della definizione del nucleo familiare, ad invarianza di gettito e di semplice applicazione. Applicabile, da subito. Pertanto mi permetto di insistere.

venerdì 19 luglio 2013

Diritti (e doveri) civili e valore del matrimonio


valore_matrimonio_repubblica
Diversi comuni negli scorsi anni hanno istituito registri delle unioni civili in attesa di una legge nazionale che faccia chiarezza sulla materia. Il documento votato nei giorni scorsi in Regione chiede una legge nazionale che istituisca registri delle unioni civili nei comuni e, come un cane che si morde la coda, lo fa senza chiarire come e perché. Il testo nella versione originale chiedeva registri c
omunali in cui "persone dello stesso sesso o di sesso diverso possono iscriversi e depositare un contratto con il quale definiscono le modalità della loro vita in comune". E nella versione finale, pesantemente emendata dagli stessi presentatori, auspica l'approvazione della proposta di legge regionale Grillini-Barbati sulle "modifiche al codice civile in materia di eguaglianza nell'accesso al matrimonio in favore delle coppie formate da persone dello stesso sesso".
Nella discussione in aula ho fatto notare che non mi pare opportuno affrontare una materia del genere con l'atteggiamento di chi vuol piantare semplicemente delle bandierine. Ho detto che parlare di unioni civili per persone che non possono sposarsi (come le coppie omosessuali) è un conto, altra cosa è istituire un'alternativa formale al matrimonio per tutti gli altri: col prevedibile risultato di moltiplicare le "forme contrattuali" (chi si sposa, chi regolarizza l'unione civile e chi invece resta coppia di fatto con la semplice registrazione anagrafica o senza nemmeno quella) senza chiarire quali diritti e doveri questo comporterebbe.
Ho affermato che ci sono domande delicate su cui siamo 
chiamati a dare risposte e che non possiamo continuare ad eludere, e la principale a mio avviso è questa: quale valore sociale (ossia per la collettività, non per gli sposi) ha il matrimonio? Perché al di là delle etichette, delle due l'una: o si pensa che la forma stabile e soggetta a vincoli e doveri fra coniugi e nei confronti dei figli che chiamiamo matrimonio abbia un valore per la collettività (come io ritengo) e quindi sia meritevole di essere riconosciuta e promossa; oppure la si ritiene una forma superata e da abolire (un "retaggio del medioevo", come ha detto ieri la Barbati) e dunque le equiparazioni di cui stiamo discutendo altro non sono che modi surrettizi per arrivare alla cancellazione di questo istituto.
Non condivido, ma almeno apprezzo l'onestà intellettuale di quei colleghi che nel corso del dibattito hanno serenamente dichiarato che vorrebbero abolire il matrimonio. Sopporto meno l'ipocrisia di chi pensa di cavarsela dicendo che il matrimonio di due persone ha un grande valore, ma si limita ad enunciazioni retoriche prive di ogni risvolto concreto. Né si può pensare che per giustificare una tesi o l'altra sia sufficiente citare aspetti pratici che sono effettivamente da correggere in un senso o nell'altro (vedi il diritto a farsi assistere negli ospedali per i non sposati, o le fasce di reddito sui ticket sanitari che penalizzano gli sposati) perché siamo chiamati ad una riflessione di fondo sui valori e sul nostro rapporto con la cultura e con la natura che credo vada ben oltre.
E' un peccato che anche solo parlare di queste cose e chiedere un confronto serio e profondo ingeneri reazioni automatiche: c'è chi ti risponde per frasi fatte, chi scomoda questioni di religione che con ogni evidenza sono estranee al confronto, chi è talmente chiuso nei propri schemi che nemmeno ti ascolta, chi sperando di evitare guai finisce per votare cose che fra le righe nascondono più di un'insidia. Invece buona politica è affrontare e sciogliere i nodi, per arrivare a dare risposte serie a nuovi bisogni ma in un quadro d'insieme di valori condivisi.
Diritti (e doveri) civili e valore del matrimonio Giuseppe Paruolo

mercoledì 17 luglio 2013

People mover, discutiamone pure ma con serietà


peoplemoverIl progetto del people mover di Bologna nasce come idea di un collegamento veloce stazione-aeroporto da realizzare in project financing, ossia con capitali privati che si ripagano attraverso la gestione dell'esercizio (ossia vendendo i biglietti). Ma, dopo un bando andato deserto, viene riformulato considerando la possibilità di un contributo pubblico nella costruzione. In quel contesto, la Regione Emilia-Romagna si impegna a dare un proprio contributo (27 milioni).
Successivamente all'aggiudicazione del bando, sono emersi diversi problemi, che (senza stare qui a fare il riassunto di tutto) vanno dalla composizione della compagine societaria fino alla bontà della soluzione tecnologica selezionata (una delle realizzazioni più importanti a Mosca dopo alcuni anni di esercizio è stata dismessa). Si tratta di temi che sono all'attenzione del Comune di Bologna che sta svolgendo e coordinando gli indispensabili approfondimenti. La prognosi, insomma, è riservata.
E' possibile discuterne quindi? Certamente sì. Vale la pena considerare l'opzione di collegamento stazione-aeroporto attraverso il Servizio Ferroviario Metropolitano (SFM)? Io credo di sì. Peraltro, l'attenzione mia e dei colleghi del PD in Regione sul SFM c'è tutta, come dimostra la risoluzione che abbiamo recentemente presentata ed approvata per chiedere alla Giunta di correggere alcune lacune in un documento relativo al prossimo bando dei servizi ferroviari, proprio a tutela del progetto del SFM.
Tutto questo è possibile, ma come si fa a pensare che la Regione possa unilateralmente ritirare l'impegno di quei 27 milioni nei confronti del Comune di Bologna? E' una proposta che non sta in piedi dal punto di vista legale e istituzionale. Per questo chi l'ha proposta (M5S) e chi l'ha votata (alcuni esponenti della sinistra non PD in Regione) a mio avviso hanno fatto una scelta sbagliata, preoccupandosi troppo della propaganda e troppo poco della serietà. Che in politica non dovrebbe essere un optional.
People mover, discutiamone pure ma con serietà Giuseppe Paruolo