lunedì 14 gennaio 2013

Preferisco viaggiare leggero e rinuncio al vitalizio

In Regione Emilia Romagna sono l'ultimo degli eletti, e visto che quando sono arrivato il vitalizio era stato già tolto in declinazione futura pensavo di non averne diritto. Invece, anche dopo l'anticipazione dell'abolizione al 1 gennaio di quest'anno, ho scoperto che sono fra coloro che potevano beneficiarne. Per la precisione, ero l'ultimo eletto di questa Regione che avrebbe potuto usufruirne. Uso il passato, perché ho rinunciato al vitalizio.
Potrei semplicemente dire che l'ho fatto perché era giusto e che non mi è pesato, ma non è proprio così. Infatti, vitalizi e privilegi continuano ad esserci per molti a vari livelli: l'ultimo caso è quel consigliere regionale del Lazio eletto nei giorni scorsi e che con 47 giorni in carica senza una sola presenza in aula percepirà il vitalizio. Di fronte a tutto ciò, non mi pare francamente sufficiente affidarsi al senso civico dei singoli: bisognerebbe avere il coraggio di girare pagina in modo deciso.
Più in generale nella nostra Italia non ci facciamo mancare gli esempi di coloro che riescono ad inanellare onori, benefici e avanzamenti di carriera senza doverseli meritare più di tanto, nel silenzio generale o addirittura fra gli applausi compiacenti. Altri invece devono sudare le proverbiali sette camicie, superare test  minuziosi da parte di eserciti di critici attentissimi, ogni volta rimettersi in gioco senza alcuna garanzia. Io sono in quest'ultima categoria.
Ho rinunciato al vitalizio perché voglio vivere il mio impegno politico con la libertà di combattere per i valori in cui credo, per il tempo che gli elettori mi concederanno. Soprattutto in questo momento pieno di ombre e di fatiche credo che occorra liberarsi di pesi e zavorre: preferisco viaggiare leggero.