lunedì 22 ottobre 2012

Cavalli, animalismo e buon senso

Con animalismo si definisce la posizione di chi ritiene che "vada accresciuta la tutela giuridica ed etica nei confronti delle specie animali differenti dall'uomo". Gli attivisti più impegnati spesso esprimono posizioni che, a seconda dei punti di vista, possono essere percepite come molto avanzate oppure estreme, ma è comunque innegabile che la sensibilità nella società verso la tutela degli animali sia ampia e stia continuamente crescendo e diffondendosi.
La politica reagisce a questi stimoli in modo vario, spesso con un mix di concessioni e di indifferenza: vengono varate norme avanzate su questioni specifiche, su impulso magari di chi è più sensibile a questi temi, salvo poi dimenticarsene nel corso di altri procedimenti che continuano a seguire il corso abituale. Personalmente penso invece che una attenzione costante e di buon senso sia opportuna e dovuta, e costituisca peraltro anche il modo migliore per avere la credibilità di chiedere che il buon senso venga usato da tutti, compresi dagli animalisti.
Uno dei risultati della mia precedente attività di assessore comunale è stato proprio il nuovo regolamento sulla fauna urbana del Comune di Bologna, approvato all'unanimità nel 2009 e che posiziona quel comune all'avanguardia nel settore: per esempio il caso imolese della giraffa non sarebbe potuto accadere a Bologna, perché il regolamento in questione impedisce l'accesso a circhi con animali esotici al seguito. 
Qui in Regione qualche segno positivo sul tema animali c'è (ad esempio ho recentemente ottenuto di inserire le associazioni animaliste nelle commissioni sulla pesca), ma vi è purtroppo un caso in cui mi sembra che stia prevalendo la legnosità burocratica e non il buon senso, ed è quello dei cavalli del centro ippico regionale. Il centro infatti viene chiuso ed i beni relativi alienati, e fra essi anche i cavalli e gli asini presenti. La richiesta degli animalisti è quella di garantire che questi cavalli non vengano ora o in futuro macellati. Lo strumento per farlo è quello di cambiare la loro qualifica, escludendone l'uso alimentare. Tale decisione deprezzerebbe il valore degli animali, d'accordo, ma non stiamo parlando di cifre esorbitanti, e inoltre se vi sono associazioni disposte a farsi carico degli animali per il loro "pensionamento" mi pare una bella cosa. 
Insomma, è uno di quei casi in cui il costo è molto limitato e il buon senso suggerirebbe di venire incontro alla richiesta che proviene dagli amici degli animali. Purtroppo finora le risposte della Giunta sono state nel senso del "non è possibile": si assicura che i cavalli non vengono venduti per essere macellati, ma non è possibile garantire che gli acquirenti non li destinino a ciò in futuro. Non mi sento di condividere questo "non è possibile" e spiego perché. E' chiaro che il cambio di qualifica diminuirebbe il valore degli animali (infatti ho già detto che è una decisione che ha un costo, seppur limitato), e per questo non possono essere gli apparati tecnici a deciderlo. Ma sono convinto che, così come può deliberare spese e sovvenzioni varie, la Regione possa decidere di accollarsi questo costo motivandolo. E' chiaro che serve una decisione politica, della Giunta o dell'Assemblea. Chi dice che non possiamo farlo perché rischiamo di essere accusati di danno erariale esprime un concetto che non mi pare supportato dalla logica, perché di danno erariale si potrebbe parlare se ci fosse un deprezzamento nascosto e non esplicitato, mentre un costo esplicito e deliberato è una decisione politica a mio avviso del tutto legittima, oltre che di buon senso. 
Mi muoverò per accertare questa possibilità, anche con chi ha le competenze legali per sciogliere quello che a me pare solo un nodo burocratico, e insieme con altri colleghi sensibili al tema. Speriamo che alla fine il buon senso prevalga.   

mercoledì 10 ottobre 2012

Perchè sostengo Matteo Renzi

In breve: mi convince l'impostazione del programma, credo ci sia un forte bisogno di cambiamento, penso che una sua vittoria farebbe bene all'Italia, alla politica e al PD.
Il programma mi convince. 
Se la destra serve solo a difendere i privilegi e le furberie e la sinistra si limita a difendere i diritti dei più deboli, il risultato - al di là delle migliori intenzioni - è una conservazione che diventa immobilità. Se ci guardiamo indietro, non possiamo non vedere la mancanza di riforme alla base della crisi profonda che ci investe. La vocazione del PD è quella di partito riformista e plurale, capace di interpretare la modernità in una chiave di equità, solidarietà e merito. Se non siamo finora riusciti ad essere pienamente all'altezza della sfida, mi spaventa che ci sia nel PD chi propone ricette che ci farebbero sostanzialmente tornare indietro. Il programma di Matteo Renzi mi pare in grado di rilanciare con la forza ed il coraggio necessari il progetto riformista del PD, coniugando equità e innovazione, solidarietà e merito.
C'è un enorme bisogno di cambiamento.
Gli italiani sono stanchi e chiedono di voltare pagina rispetto alla stagione politica che ha portato il nostro paese nella situazione di oggi. Per quanto le colpe di Berlusconi e di chi ha (s)governato con lui siano enormemente maggiori di quelle dei leader del centrosinistra, è evidente che qualcosa non ha funzionato al meglio neanche nel nostro campo: per questo il cambiamento è chiesto a tutti, e sarebbe un errore imperdonabile non accorgersene. Alcuni nostri leader storici dovrebbero riflettere di più sul perché una proposta tutto sommato banale come quella di applicare finalmente a tutti il limite statutario dei tre mandati parlamentari sia diventata una specie di slogan rivoluzionario. Ricordate l'urlo di Nanni Moretti ("con questi dirigenti non vinceremo mai") in Piazza Navona? Sono passati 10 anni, e gli elettori sono più stanchi e più arrabbiati. Non nascondiamocelo, tanti di loro non sono indecisi fra Renzi e Bersani, ma fra Renzi e Grillo.
Se Matteo Renzi vince le primarie è un bene.
Non credo per nulla agli scenari di disgregazione paventati da qualcuno in caso di vittoria di Renzi alle primarie, e penso sia scorretto evocarli. Sono convinto che il PD non imploderebbe affatto, anzi sarebbe salutare che anche alle primarie nazionali per una volta non prevalesse il candidato favorito e più sostenuto dagli apparati. A livello locale è già successo in varie occasioni, per diversi candidati che poi sono diventati sindaci vincendo bene sfide elettorali impegnative; viceversa in altri casi i candidati d'apparato che hanno vinto le primarie sono poi naufragati alle elezioni. Io penso che una vittoria di Renzi alle primarie innescherebbe una serie di avvenimenti a catena utili all'Italia, alla politica e al PD: dimostrerebbe che le primarie sono vere e aperte, il sostegno del PD alla sua candidatura dimostrerebbe che la democrazia è il nostro DNA, gli italiani riconoscerebbero la portata della novità e la premierebbero alle elezioni, compresi tanti elettori che altrimenti sarebbero tentati da Grillo, dall'astensione o da altre proposte politiche. Alla fine, i più contenti sarebbero i volontari delle Feste dell'Unità e i tanti militanti di base che hanno sempre lavorato sodo senza raccogliere particolari soddisfazioni specie ultimamente. Le altre forze politiche sarebbero costrette ad innovare anch'esse, per non sparire dalla scena. E l'Italia si aprirebbe ad un cambiamento profondo, che data la situazione mi pare una sfida non più rinviabile.
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Aggiungo infine che ho stima di Pierluigi Bersani e di tanti suoi sostenitori, e ovviamente lo sosterrò se sarà lui a prevalere, come chiunque altro dovesse vincere le primarie. Sia Renzi che Bersani che gli altri possibili candidati alle primarie hanno avuto già occasioni in cui hanno dimostrato valore, capacità e consenso. E a Bersani va riconosciuta generosità per aver accettato la sfida delle primarie. Insomma, non credo siano le qualità personali l'argomento del contendere.
Come è evidente, il mio è un ragionamento politico: visto che le primarie servono per selezionare il miglior candidato da presentare le elezioni ed io penso che questo candidato sia oggi Matteo Renzi, ritengo mio dovere sostenerlo con serietà e serenità. Forse non è la scelta più comoda, ma non è la comodità che deve guidare le scelte, come penso di aver già dimostrato anche in passato...

martedì 9 ottobre 2012

Sui costi della politica regionale

Lo scandalo partito dalla Regione Lazio e che si sta allargando mina la credibilità dell'intero sistema e ci chiama a decisioni che siano al tempo stesso rapide e definitive.
È giusto ricordare che la Regione Emilia-Romagna ha già le carte in regola sotto il profilo del numero dei consiglieri e dei costi standard, nonché indennità e spese di funzionamento che sono di gran lunga inferiori a quelle di molte altre. Non possiamo, però, evitare di interrogarci sul perché, nonostante ciò, anche la nostra Regione rischi di essere accomunata a tutte le altre agli occhi dell'opinione pubblica.
Siamo già alla terza o quarta manovra sui costi della politica nel corso di questa legislatura: da un lato, ciò può essere interpretato come un'attenzione particolare a questo tema, ma dall'altro può essere visto come un progressivo spostamento sotto la spinta dell'arrabbiatura popolare. Per questo sostengo che servono interventi giusti e rapidi, ma anche definitivi. Noi abbiamo bisogno di mettere la parola “fine” su questo capitolo, per poter tornare a dare vita a una politica sobria e capace di perseguire il bene comune.
Dobbiamo tutti avere presente che non siamo chiamati a rispondere solo delle regole, ma anche dei comportamenti. I cittadini non si accontentano di sapere che da oggi in poi gli abusi non saranno più possibili, vogliono e hanno il diritto di sapere come sono state usate le risorse finora. Trovo, pertanto, molto opportuno che si preveda una rendicontazione pubblica anche del passato.
Sui fondi ai gruppi credo sia opportuno analizzare con maggiore attenzione le spese. Comprendo l'idea che si vuole inviare un segnale forte azzerando completamente alcune voci, ma in generale non mi pare che debba passare il principio per cui ogni voce di spesa su cui si possono verificare abusi vada abolita. D'altra parte credo che occorra cercare di capire se non si possa tagliare di più. Guardiamoci bene.
Anche fuori dai fondi dei gruppi ci sono spese su cui possiamo fare meglio e avanzare proposte. Porto solo tre esempi. Io eliminerei subito la rassegna stampa cartacea, il che, oltre che soldi, ci farebbe risparmiare anche un po' di alberi. Sono favorevole, invece, alla tecnologia, ma togliamo condizioni che hanno ormai poco senso, come l'attivazione di linee ADSL con i costi a carico dell'Assemblea. Attiviamo subito la funzione di scansione in tutte le fotocopiatrici per incoraggiare a trasformare in formato elettronico i documenti: è un processo che ho avviato in Comune a Bologna cinque anni fa, come assessore, e che possiamo introdurre anche qui.
Concludo ribadendo l'auspicio di giungere nel minor tempo possibile a riforme che, però, abbiano un sapore definitivo. Non possiamo dare l'impressione di muoverci sotto la pressione dell'emergenza. Svolgiamo una riflessione coraggiosa e posizioniamoci oltre, con la consapevolezza che solo se saremo su un terreno stabile potremo difendere la buona politica. Riprendiamo in mano il nostro destino.
(Questa è una sintesi dell'intervento che ho svolto in aula il 2 ottobre 2012)