venerdì 20 maggio 2011

Molta sostanza e poca propaganda

La vittoria al primo turno di Virginio Merola ha stupito tanti, anche fra coloro che avevano auspicato questo risultato. Non era la prima volta, infatti era già successo in occasione della netta affermazione alle primarie. C'è da rifletterci, e comunque io spero e credo che le sorprese in positivo non siano finite: dunque anzitutto auguri e in bocca al lupo a Virginio Sindaco di Bologna!

Naturalmente non mi sfugge il contesto di difficoltà in cui questa vittoria è arrivata, al termine di una fase tormentata e di un lunghissimo commissariamento, nè mi sfugge la necessità di curare le ferite che questa fase ha lasciato negli elettori (e che potranno essere guarite in un solo modo: governando bene). Segnali che sono stati sottolineati da più commentatori, insieme alla evidenziatura dell'apporto dato alla vittoria dalla lista di Amelia Frascaroli + Sel e dalle altre liste. D'accordo, tutto vero: ma proprio in ragione di questa situazione difficile siamo di fronte ad un risultato straordinario, e notevolissima è la prestazione della lista del Pd che comunque incassa il 38% abbondante. Onore al merito dunque. Io notoriamente non sono un baciapile, ma credo che qui davvero si debba riconoscere il merito di Virginio Merola, di Raffaele Donini, dei candidati del Pd da Maurizio Cevenini in giù, di tutti i volontari che si sono impegnati spesso lontano dai riflettori.

In questo contesto, francamente mi fanno sorridere alcuni commenti del giorno dopo. C'è chi si affanna a sottolineare che la vittoria al primo turno è avvenuta per un solo migliaio di voti, glissando sui 42 mila voti di distacco inflitti a Manes Bernardini e sui risultati deludenti del Pdl e degli altri candidati più o meno civici. Vi ricordate il ministro Calderoli che aveva detto che Bernardini poteva vincere al primo turno? L'ho fatto osservare ad alcune persone, e tutti hanno risposto che vabbè, era chiaramente solo propaganda: Calderoli mica ci credeva davvero, l'ha detto solo per caricare i suoi. Evidentemente c'è chi trova normale che i politici dicano bugie per propaganda, e la Lega deve ormai esserci abituata a forza di stare cheek to cheek con Berlusconi. Io invece non lo trovo normale.

Sarò (anch'io) ingenuo, ma a me piacciono i (non tanti) politici che cercano sempre di dire la verità, e che non sparano balle solo per convenienza. In questo contesto, ci sta ad esempio riconoscere che la propria parte può fare degli errori, e che su alcune questioni capita che gli avversari abbiano delle ragioni. Faccio un esempio pratico e mi rivolgo ai grillini: vi siete accorti che Merola ha citato come primo provvedimento l'eliminazione dei pass per l'accesso al centro a se stesso, assessori e consiglieri? Non è una vostra proposta: è forse per questo che non avete detto nulla a riguardo?

giovedì 5 maggio 2011

Promesse leghiste

Siamo ormai alla vigilia del voto amministrativo, con cui avrà termine il commissariamento di Bologna. Un commissariamento lunghissimo di oltre 450 giorni, frutto della fredda decisione del governo Berlusconi di lasciare Bologna a bagnomaria il più a lungo possibile.

Eppure a caldo il Consiglio Comunale aveva votato un ordine del giorno all'unanimità per chiedere al governo di andare al voto al più presto, ovvero "di predisporre tutti gli strumenti necessari atti a consentire il ricorso alle urne in tempi abbreviati rispetto a quelli attualmente previsti". Ma quell'appello rimase lettera morta.

Vorrei rievocare quei momenti con alcune parole di Manes Bernardini nella seduta del 27 gennaio 2010: "Una città intera oggi si sente ufficialmente senza Sindaco e quindi la melina che alcune forze politiche vogliono fare per non portare al più presto al voto, come tutti noi abbiamo chiesto, con un ordine del giorno votato lunedì scorso all’unanimità dal Consiglio Comunale di Bologna, è un atto vile nei confronti della nostra città! È un atto meschino nei confronti di tutti i bolognesi che oggi si meritano una Amministrazione in carica che deve governare la nostra città e che non può soggiacere a logiche di partito, di potere o di convenienza partitica sul giorno più opportuno per andare al voto. Qui bisogna andare al voto subito! Il Ministro dell’Interno con grande responsabilità ha dichiarato che è già pronta la possibilità per andare al voto a marzo, sta a voi e a tutti noi fare sì che quello che abbiamo votato lunedì sia la volontà politica di Bologna. Perché, ripeto, qui abbiamo una città intera che ci guarda, abbiamo una Italia intera che ci guarda e stiamo diventando la barzelletta del nostro Paese".

Pochi giorni dopo quelle parole il povero Bernardini si rese conto che la melina non la stava facendo il Pd, come lui sospettava in quel momento, ma il suo Governo; della grande disponibilità del suo Ministro dell'Interno si persero le tracce; su Bologna ci siamo dovuti sentire dire (dal governo Berlusconi!) che non si potevano fare provvedimenti "ad hoc".

Anche se Bernardini si è poi prontamente allineato, e oggi lo troviamo candidato, le sue parole di allora rimangono: non aver portato Bologna subito al voto è stato un atto vile.