venerdì 21 maggio 2010

Sui concorsi una riflessione si impone

(ER) SANITA' BOLOGNA. PARUOLO (PD): CORAGGIO, CAMBIAMO I CONCORSI
EX VICESINDACO PD: O SONO A PROVA DI BOMBA O NUOVO MECCANISMO
(DIRE) Bologna, 20 mag. - Sulla vicenda specifica del concorso al Sant'Orsola sospende il giudizio ("Non so e quindi non posso dire nulla sulla vicenda specifica, chi di dovere fara' le verifiche del caso", premette). Ma sui concorsi in sanita' l'ex assessore e vicesindaco di Bologna, Giuseppe Paruolo (Pd), qualcosa da dire ce l'ha, anche alla politica: bisogna cambiare il meccanismo.
"Non possiamo non vedere questo come un ulteriore segnale di disagio sulla robustezza dei meccanismi concorsuali", scandisce chiedendo poi un atto di "coraggio". Spiega il democratico: "Rischiamo di parlare di concorsi solo per invocarli come soluzione dei problemi, salvo poi finire nelle sabbie mobili ogni volta che la loro efficacia viene messa in dubbio. E corriamo entrambi i rischi possibili: che ci siano meritevoli che vengano ingiustamente penalizzati, oppure che si gettino ombre ingiuste su vincitori ineccepibili".
Ora bisogna mettere mano a questo strumento. "Come ho detto piu' volte in passato, io credo che la politica abbia il dovere di affrontare con coraggio la materia. Non possiamo pensare che la parola concorso abbia di per se' un effetto taumaturgico. O si riesce a rendere i concorsi davvero a prova di bomba, e su questo c'e' ancora molta strada da fare, oppure vale la pena puntare tutto sulla trasparenza delle responsabilita', con meccanismi di valutazione dei risultati che si riflettano sulle carriere di giudicati e giudicanti. E' una scelta che la politica deve avere il coraggio di fare".
(Bil/ Dire) 18:36 20-05-10 [lancio di agenzia della Dire di ieri pomeriggio]

giovedì 20 maggio 2010

Che brutto autogol sul tavolo delle antenne...

Antenna per la telefonia mobile - foto di brewbooks da flickr
Un articolo pubblicato oggi ci racconta di una proliferazione di richieste di installazione di antenne per la telefonia mobile. I cittadini ricominciano a guardare con preoccupazione un tema che grazie all'esperienza del tavolo partecipato era stato affrontato e sostanzialmente risolto. E non è certo una consolazione il poter dire che l'avevo detto.

In questa crisi di credibilità della politica, che non risparmia nessuno, noi del PD continuiamo a proclamare una nostra diversità, ed assicuriamo i nostri elettori di poter dimostrare di avere a cuore la soluzione dei loro problemi. La vicenda del tavolo partecipato sulle antenne è da questo punto di vista semplicemente allucinante.<>Il tavolo partecipato in quegli anni è stata un'esperienza assolutamente positiva: erano contenti i cittadini, i comitati, i quartieri ed anche i gestori delle compagnie telefoniche avevano capito che si riusciva a fare di più con un lavoro di paziente costruzione del consenso sociale piuttosto che con i blitz alle spalle dei cittadini. Abbiamo deciso la collocazione di decine di antenne senza particolari problemi. Le prospettive erano assolutamente positive, bastava portare avanti il lavoro già impostato. Invece il tavolo è rimasto fermo per i sette mesi della giunta Delbono, e passi, e addirittura è stato sospeso (ossia cancellato) con una delle delibere dell'ultima ora nel momento delle dimissioni del sindaco. E oggi stanno maturando i prevedibilissimi frutti di quella scelta inspiegabile ed inspiegata.

Invece di riempirci la bocca di frasi fatte, tipo che in fondo stavamo governando bene quando è accaduto un imprevedibile incidente di percorso, sarebbe il caso non solo di mettere in fila le cose buone fatte - che è giusto rivendicare con forza - ma anche di riconoscere gli errori commessi. Su questa questione del tavolo partecipato delle antenne, vogliamo spiegare come siamo riusciti nell'impresa di buttare via una delle cose buone che eravamo riusciti a realizzare? Da consigliere comunale ho chiesto spiegazioni, che sto ancora attendendo. E visto che ora c'è un congresso, cosa ne pensano i candidati a segretario? Può il PD prendere l'impegno di ripristinare il tavolo partecipato appena ci sarà possibile? Sarebbe il minimo, davvero.

giovedì 13 maggio 2010

AAA cercasi persone capaci di donare

Ogni volta che incontro il tema della donazione (del sangue, degli organi, del midollo) mi convinco sempre di più di quanto esso sia importante. Come ho spesso ripetuto nei loro incontri, quando la scienza inventerà il sangue artificiale o altre soluzioni tecnologiche che ci permettano di fare a meno dei donatori, avremo risolto un problema sanitario ma verrà meno una testimonianza importante del valore civile della donazione.

Nei giorni scorsi ho partecipato ad un incontro molto interessante dei trapiantati di reni in cui si è parlato di trapianto da vivente. Siamo abituati a pensare che gli organi vengano donati da persone che muoiono, ed in effetti quasi sempre è l'unica possibilità ma non nel caso dei reni, dove c'è anche la possibilità di donazione da vivente: si può vivere anche con un rene solo.

Dal sito ANTRNaturalmente è un tema delicato non solo dal punto di vista clinico (si deve verificare la compatibilità, ma con le terapie immunosoppressive moderne non è così difficile) ma anche e soprattutto dal punto di vista psicologico e sotto gli aspetti della comunicazione e dell'informazione. Chi fosse interessato al tema specifico può contattare ad esempio all'ANTR (l'associazione dei trapiantati di rene), ma qui vorrei condividere una riflessione più ampia.

Infatti, ascoltando le raccomandazioni dei medici e le esperienze dei pazienti, guardando le persone alzarsi e raccontare che il rene con cui vivono è stato donato dal familiare che siede loro accanto, parlando a pranzo con la famiglia con cui abbiamo condiviso il tavolo, in cui la mamma aveva donato un suo rene al figlio che ora può finalmente fare una vita normale, viene spontaneo porsi delle domande. A chi saremmo disposti a donare un nostro rene, ognuno di noi? Certo alle persone che amiamo di più, ma fino a chi saremmo disposti ad arrivare?

Come sempre, l'incontro coi trapiantati e coi donatori si trasforma in uno spunto potente di riflessione. La donazione: un concetto quasi bandito nella società dell'apparenza che ci spinge tantissimo a prendere e ad avere ma pochissimo a donare. E invece di donazione ci sarebbe tanto bisogno. AAA cercasi persone capaci di donare. E non solo nella sanità, ma nella società, nella città, e (ricerca ancor più difficile) nella politica...