martedì 21 luglio 2009

Pensieri, parole, opere e omissioni

Ieri il gruppo consiliare del PD si è riunito per decidere sulle presidenze delle commissioni consiliari. Il capogruppo ha portato una proposta già confezionata su 5 nomi, e il mio non c'era. Prudenza suggerirebbe, in questi casi, di dire che la cosa non mi interessava e passare oltre in scioltezza. Io però non ho intenzione di arruolarmi nella già folta schiera degli ipocriti e fare finta di non vedere l'evidente problema politico che la questione sottende. Dirlo ieri non è servito a cambiare la decisione, ma è stata comunque una discussione lunga e interessante.

Si era partiti nei giorni scorsi enunciando criteri oggettivi come la competenza e la conoscenza della macchina amministrativa: in base a questi parametri chi poteva essere più qualificato del vicesindaco uscente riconfermato dalle urne come consigliere? Non solo invece il mio nome è stato escluso, ma mi si è negato di conoscere quali sono le motivazioni di quella che appare come una evidente pregiudiziale sul mio nome.

Che senso ha che il partito mi abbia chiesto di candidarmi in virtù "dell'ottimo giudizio sul lavoro svolto" (parole di De Maria, aprile 2009), e poi oggi non ritenga di dare un minimo segno di continuità amministrativa anche solo a livello di commissione? Su questa domanda diversi consiglieri hanno concordato come sia schizofrenico da parte del PD bolognese aver detto fino a ieri che la giunta Cofferati era perfetta e oggi fare finta che non sia mai esistita: ma, hanno aggiunto, il problema non possiamo risolverlo noi. Anche perchè, guarda il caso, mancavano all'incontro sia il sindaco che il segretario.

Avevo già chiarito al capogruppo, che in modo ineffabile mi aveva spiegato come per una figura del mio calibro la presidenza di una commissione fosse ben poca cosa, che non ho problemi di ruolo, aspettative da soddisfare o delusioni da compensare. La mia preoccupazione è per la perdita di credibilità che questi metodi causano fra gli elettori.

Penso allo smarrimento di chi nei settori in cui ho operato negli ultimi cinque anni è andato a votare per Delbono convinto così di promuovere una continuità nei riferimenti politici che riteneva opportuna.
Penso ai complessi equilibrismi per quote che servono a giustificare a posteriori decisioni prese per ben altri motivi e a tenere nell'ombra gli autorevoli sponsor romani e bolognesi che si sono mossi. Se poi qualcuno osa dire parole di verità lo si può sempre rimproverare con un richiamo al senso di responsabilità.
Penso alla credibilità delle parole che si spendono, perchè c'è comunque in città chi sa leggere oltre i curriculum diffusi dagli uffici stampa e valutare la reale corrispondenza delle scelte fatte rispetto ai criteri enunciati.

Continuiamo pure così...

lunedì 6 luglio 2009

Varata la nuova Giunta

Il Sindaco ha annunciato la nuova Giunta Comunale: alla Giunta e al Sindaco i miei migliori auguri di buon lavoro per il bene di Bologna.
Molte persone, non solo fra coloro che mi hanno sostenuto in campagna elettorale, stupiti per la mia mancata conferma nella squadra di Giunta, si dicono dispiaciute e mi chiedono spiegazioni.
Naturalmente per parte mia posso solo confermare che intendo proseguire nel mio impegno per il bene della comunità e per cercare di cambiare in meglio la politica.
Per aggiungere qualcosa in più, pubblico il testo di una mail che mi è giunta dalla presidente di una associazione che opera in ambito sanitario, e la mia risposta.

Mail ricevuta il 3 luglio 2009
Non puoi immaginare la delusione che ho provato nell'apprendere la composizione della giunta. Forse c'era da aspettarselo? Abbiamo perduto una persona che sapeva ascoltare e rispondere con sincerità e gentilezza alle nostre richieste.
Speriamo di poterci vedere anche in altro ambiente al di fuori della politica. Le persone come te non vengono apprezzate e la nostra amarezza aumenta sempre più. Quale riferimento possono avere i giovani? Ti confesso che questo esito mi convince sempre più che gli onesti non possono fare politica.
Con affetto e riconoscenza


La mia risposta
Carissima, anzitutto grazie per il tuo apprezzamento e per le tue parole.
Infatti la mia amarezza non è solo per me: ho un buon lavoro, in Consiglio Comunale continuerò ad occuparmi di ciò che mi sta a cuore e non mi dispiacerà avere un po' più di tempo per la famiglia e per gli interessi e gli svaghi che in questi anni ho dovuto trascurare.
La mia amarezza è soprattutto per te, per voi, per tutto il mondo che ho conosciuto, apprezzato e con cui ho lavorato bene in questi anni. Un mondo che - le tue parole e quelle di tanti altri che mi hanno chiamato in questi giorni lo testimoniano - semplicemente non capisce quale sia il criterio con cui si affidano le responsabilità. O meglio, coglie che il merito di chi ha lavorato bene e le aspettative dei cittadini hanno un peso decisamente inferiore ad altre logiche tutte interne al mondo politico, che anche per questo sentono sempre più distante e incapace di dare risposte credibili alle loro esigenze.
Tutto questo, però, non fa che rafforzare le ragioni del mio impegno per cambiare le cose.
In ogni caso non perdiamoci di vista.
Un caro saluto