Ognuno di noi si porta dietro delle etichette. Così, nel caso in cui il tema di cui si parla abbia una valenza etica, capita di leggere accanto al mio nome l'attributo "cattolico".
Io penso che ciò in cui si crede non sia da nascondere, ma nemmeno che esistano automatismi per passare dal piano religioso a quello politico. Molti, pur riconoscendo che si tratta di piani diversi, tendono invece a forzare sillogismi, guarda caso ritagliati su misura sulle loro convinzioni.
Così mi è capitato in diverse occasioni di essere attaccato come "non abbastanza" cattolico, o come cattolico "adulto" (in senso dispregiativo, si intende), solo perchè non facevo ciò che secondo altri sarebbe avrei dovuto fare "in quanto" credente.
Per questo, nel dubbio, ho da sempre adottato una linea precisa: non nascondo le mie convinzioni, ma nemmeno le esibisco.
E' la cosa che ho detto in un'intervista pubblicata alcuni giorni fa dal Carlino. Per qualche ragione che mi sfugge, il concetto è stato reso così: "Mi vanto di essere cattolico, ma non amo sbandierarlo". Questa nota sul blog valga quindi anche come precisazione...
domenica 3 febbraio 2008
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1 commento:
Assessore, la prossima volta suggerisca ai suoi interlocutori la lettura del sesto capitolo del Vangelo secondo Matteo, ciò che senz'altro viene in mente leggendo quanto scrive.
E, se in vena di polemiche, suggerisca paragoni d'attualità con chi sulla scena politica ha già ricevuto la sua ricompensa ;-)
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