mercoledì 28 novembre 2007

La guerra dei funghi

Premesso che i funghi (da mangiare) non mi sono mai piaciuti, ho assistito come tutti all'esplosione della guerra dei funghi (stufe nei dehors) sui giornali bolognesi. E confesso che quel che ho letto mi è piaciuto poco.

Tutto parte da un'osservazione di Claudio Merighi che rileva come poco sensata dal punto di vista del contenimento dei consumi l'abitudine di riscaldare l'aria all'esterno dei locali, e invita a provvedere diversamente.

FungoNella vita normale gli potevano rispondere in vari modi: che ci sono altre abitudini dannose ed inutili sprechi da superare, che nel complesso dei consumi i funghi riscaldanti hanno un'impatto limitato, che per trovare soluzioni alternative ci vuole tempo e denaro. Tutte osservazioni legittime, purchè accompagnate dall'ovvia ammissione che in effetti ha ragione, il riscaldamento esterno non ha molto senso in generale, e in particolare ora che si sta (faticosamente) prendendo coscienza che occorre una cultura di risparmio energetico.

Non occorreva che partisse una guerra. Poteva essere una riflessione utile, che ci aiutava a pensare ad un aspetto che si poteva dare per scontato e invece non lo è. Poi magari un bar avrebbe potuto eliminare i funghi mettendo un cartello che spiegava perchè, e forse ci sarebbero state persone più disposte ad andare in quel bar che in un altro che garantiva tepore esterno nel modo che conosciamo. Insomma, "food for thought" come si dice in inglese, l'occasione per una riflessione.

Invece, con uno stile ormai collaudato, sui giornali è partito il caso.
Fase 1: estremizzare il pensiero (di Merighi), individuare un nemico (i commercianti), definendo nel modo più violento possibile il tema. Ecco allora la guerra, anzi la crociata, anti fungo. Dall'altra parte, i commercianti sulle barricate. E così via.
Fase 2: parte il tiro al piccione. E qui se ne son viste di belle: Merighi comico, allucinante improvvisazione, e via discorrendo.
Fase 3: qualunque cosa dica Merighi (o altri) per riportare il tema nei termini originali è destinata all'insuccesso. Infatti oggi un giornale scrive "Merighi costretto alla resa", un altro "Merighi non retrocede", a seconda di come interpretino il fatto che abbia semplicemente ripetuto la sua osservazione iniziale.

Per finire una domanda e un'osservazione.

La domanda: quanto spazio hanno dato i giornali che in questi giorni si sono riempiti di guerre sui funghi alla presentazione (avvenuta poche settimane fa) da parte della Giunta del Piano Energetico? Vi suggerisco la risposta: pochissimo.

L'osservazione: è fenomenale che oggi si scopra che Repubblica di Torino ha qualche giorno fa riportato il parere sul tema (uguale a quello di Merighi) di Mercalli, meteorologo di Fazio in TV, come riflessione sulla prossima visita di Al Gore. E invece Repubblica di Bologna ha usato l'occasione per provare a fare passare da cretino non solo Merighi, ma anche altri (vedi post precedente).

Ora diranno che con questo scritto anch'io mi sono schierato nella guerra ai funghi, senza cogliere l'invito ad esercitare il pensiero e soprattutto facendo finta di non capire che mi schiero contro chi usa la forzatura e l'insulto per fare informazione o per comparire in essa.

Così si è persa (anche stavolta) l'occasione per una riflessione sul tema energetico. Mah. Chissà cosa ne penserebbe Al Gore...

martedì 27 novembre 2007

Le mie perle bizzarre (secondo Repubblica)

Il dileggio non è mai simpatico, ma quando si basa su elementi di fatto largamente imprecisi se non falsi allora diventa insopportabile. L'articolo che mi riguarda dell'edizione bolognese di Repubblica di oggi è di questo tipo. Naturalmente so che spiegarlo ai pochi lettori del mio blog vale ben poco rispetto alle migliaia di lettori del quotidiano in questione, ma la sproporzione non cancella la verità, e la dignità non si compra a peso.

Vediamo cosa dice su di me oggi Repubblica, in un articolo che titola di "amministrazione creativa" da parte della Giunta di cui faccio parte, con in risalto "tre anni di proposte bizzarre degli assessori finite nel cestino". Secondo il quotidiano, io avrei "collezionato un buon numero" di "perle usa e getta", come "il kit antidroga destinato ai padri di famiglia che volevano fare il test ai propri figli", "la radio interattiva rivolta ai nonni magari per farli chattare con assistenti sociali e associazioni di volontariato", "la TV del comune che sarebbe dovuta finire in tutti i palazzi, così il cittadino mentre aspetta l'ascensore può avere informazioni sul traffico".


Ma veniamo al merito.

Sul kit antidroga ho risposto ad una interpellanza in consiglio comunale dicendo che rifiutavo il modello Milano, ma non mi sentivo di escludere per il futuro l'inserimento del kit nel contesto delle nuove attività svolte dai servizi sulle nuove dipendenze. Dopo che la polemica politica ha finto che il tema fosse "Bologna come Milano", abbiamo continuato ad approfondire il tema di merito (che non è il kit in sé, ma il sostegno alle famiglie di fronte alle nuove tossicodipendenze) nelle sedi tecniche, e presto vedrà la luce un nuovo servizio.

Il progetto indicato come "la radio interattiva per i nonni" è un progetto triennale 2007-2009 cofinanziato dall'Unione Europea, che sta procedendo secondo i tempi prefissati. Il fatto che sia innovativo richiede di sviluppare nuovi strumenti e per questo, come ho sempre spiegato, la sperimentazione pratica comincerà solo nel corso del 2008. Le modalità innovative con cui intendiamo mettere in rete gli anziani coinvolgendo volontariato e associazionismo, oltre ai servizi sociali e sanitari, stanno però già suscitando un significativo interesse a livello internazionale.

Il progetto degli schermi informativi da collocare in città, oltre che spiegato nel piano di comunicazione che trovate nel link qui a lato e che data maggio 2007, sta procedendo. Come ho avuto modo di spiegare in passato alla stampa, stiamo mettendo a punto un bando che prevedo faremo nella primavera del 2008 e conto di poter iniziare la sua concreta sperimentazione entro la fine del 2008. Anche su questo sto ricevendo molti segni di interesse, soprattutto a livello europeo.

Come vedete, non si tratta affatto di promesse da marinaio, nè di idee finite nel cestino. Si tratta in molti casi di progetti complessi, che come tali richiedono un tempo di sviluppo, che non ho mai nascosto. Proprio perché non sono banali, capisco che qualcuno possa provare a screditarli classificandoli come bizzarri. Ma vedremo alla fine chi avrà avuto ragione.

Bene, adesso voi sapete qualcosa che migliaia di lettori di Repubblica invece ignorano.

venerdì 16 novembre 2007

Sul Canile cattiva informazione

Cani Ogni tanto - come in questi giorni - compare su alcuni giornali qualche fiammata sulla gestione del canile municipale. Il meccanismo è semplice: qualcuno lancia un'accusa, che finisce in grande nel titolo. Se il giornalista è corretto, mi chiama, e io racconto loro come stanno le cose, ma della mia spiegazione viene estratta al più una frase e riportata in piccolo nel testo dell'articolo, giusto per dire che l'assessore "si difende". Lo stesso accade se, come alcuni giorni fa, si riunisce una commissione consiliare che per oltre tre ore discute del tema. Aver fornito spiegazioni convincenti è utile per i presenti, ma non per i lettori: per loro, il titolo è dato da un commento di un'animalista presente fra il pubblico, e di tre ore di discussione e di spiegazioni non rimane alcuna traccia.

Intendiamoci: sui giornali sono premiate la brevità e l'incisività, e cosa c'è di più breve ed incisivo di un'accusa violenta sul fatto che gli animali non sono trattati bene, o che il canile è mal gestito, o che ci sono sprechi indegni, o che l'assessore ha torto? La risposta invece è più articolata: occorre raccontare anni di impegno e di risultati, che hanno portato alla situazione di oggi che ha certo ancora ampi margini di crescita, ma che comunque è decisamente e progressivamente migliorata nel corso degli anni trascorsi.

Cane Io penso che ai lettori interesserebbe conoscere qualcosa di più delle battute contrapposte e spesso poco sensate che gli arrivano. Capisco che possa essere faticoso per un giornalista applicarsi al tema e cercare di capirci qualcosa prima di mettersi a scrivere, ma poi si vede anche la differenza. Siccome in passato alcuni giornalisti questo sforzo l'hanno fatto, non penso sia un caso che i lettori dei loro giornali di solito hanno l'opportunità di capirci qualcosa. Altri invece potrebbero (e dovrebbero) fare molto, molto meglio.

Per parte mia ho deciso nei prossimi giorni di fare raccogliere il materiale dagli uffici e scrivere un piccolo dossier su tutta questa vicenda, che metterò a disposizione sul mio blog. Può essere che qualche cittadino sia interessato a conoscere meglio la vicenda e potrà farlo. Se poi il dossier lo volesse leggere anche qualche giornalista distratto, tanto meglio.

venerdì 9 novembre 2007

Un piccolo esempio di buona amministrazione

Alla conferenza stampa di stamattina sull'attivazione dello sportello relativo all'Unione Europea (Antenna Europe Direct) sono stato colpito dal calore dei ringraziamenti di persone che avevano conosciuto ed usufruito del servizio dello sportello negli anni passati (quando si chiamava Info Point Europa) e che evidentemente ne sentivano la mancanza da quando era stato chiuso per problemi di bilancio nel 2005.

Siamo riusciti a riaprirlo presentando un progetto insieme all'Assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna. Questa collaborazione, oltre che a qualificare ulteriormente il progetto e ad ottenerci il finanziamento della UE, ci ha consentito di riattivare il servizio con costi sostanziosamente inferiori a quelli di prima.

Tutti sono stati contenti. Me lo dico da solo: un piccolo esempio di buona amministrazione. Per gli interessati, il riferimento è qui.